Doverosa premessa: non sono un campione rappresentativo del teleutente medio, esulo da qualsiasi statistica sul gradimento della programmazione tv e nonostante qualche volta mi atteggi ad Aldo Grasso non ho alcuna competenza di critica televisiva.
Per intendersi, sono rimasto l'unico in Italia a non aver MAI visto nemmeno una puntata del Grande Fratello in nessuna delle varie edizioni.
Quando lo racconto c'è gente che si rifiuta di credermi, altri mi tolgono il saluto, qualcuno comincia a guardarmi strano come si fa con i potenziali serial killer o con quelli che sostengono di aver visto gli alieni.
Eppure giuro che è così.
Ma il GF non è l'unico fenomeno catodico che ho rigettato fin dall'inizio.
Quanto segue farà sussultare dal disgusto ogni vero teledipendente omologato: a me il Dottor House FA CAGARE!
Ecco, l'ho detto. Sto già meglio. Comincia un'altra battaglia parsonale contro l'omologazione di gusti e tendenze.
Stupore della massa allineata:
MA COME?! MA SE LO VEDONO TUTTI!!Ecco, appunto. Non per fare il finto intellettual-snob -che tanto non sono né sarò mai, ma è cosa nota che il livello di intelligenza dei programmi televisivi riflette quello della massa telespettatrice che li guarda, e stiamo parlando di valori prossimi allo zero.
Del resto lo diceva anche Berlusconi: i programmi tv devono essere pensati per "un bambino di 11 anni neanche tanto intelligente".
Chi più chi meno, tutti lo hanno preso alla lettera.
Qualcuno obietterà:
ma se non hai mai visto un minuto del GF, come fai a sostenere che sia una cazzata? Semplice: perchè ritengo che il concetto stesso di reality show sia una cazzata. Certo è un giudizio soggettivo, ma se a livello europeo (e non solo) l'acquisizione di format basati sui reality è in picchiata verticale, forse su qualcosina avevo ragione.
Doctor House però non è un reality, perchè tartassarlo?Vero: infatti nel suo caso mi esprimo con cognizione, avendone visti ben due episodi. Troppo poco forse per poter formulare giudizi così trancianti, ma proprio per questo ho premesso fin dall'inizio la mia incompetenza critica. I miei sono giudizi di pancia, com'è giusto che sia da parte del semplice consumatore di format tv. Nei confronti di un nuovo programma mi comporto come un bimbo alle prese con una pappa mai assaggiata prima: mi deve piacere al primo boccone, altrimenti ribalto la scodella e sputo.
Quello che vorrei capire è la dinamica che spinge così tante persone ad apprezzare un prodotto come il Dottor House.
Con il GF i sociologi hanno avuto gioco facile: il meccanismo della trasmissione faceva leva sul voyeurismo strisciante delle persone, un sentimento mediocre per gente mediocre e la mediocrità è merce diffusa, al giorno d'oggi.
Il successo del Dottor House deriva invece da dinamiche diverse. Innanzitutto occorre considerare il grande successo che già hanno avuto in passato prodotti simili, tipo il famoso ER che diede grande successo al brizzolato lacustre G. Clooney, o le tante contaminazioni medico/poliziesco tipo CSI o Grey's Anatomy.
Non mancano le varianti sitcom-umoristica (es. Scrubs, che passava qualche tempo fa su MTV), o le derive grottesche di Nip/Tuc.
Tutte con un comun denominatore: i medici e la medicina, e un campionario iconografico di cadaveri, sangue e attrezzature chirurgiche.
Come possano certe tematiche diventare materia di svago, per me sarà sempre un mistero.
Perchè la spettacolarizazione della malattia paga così tanto in termini di audience? E' un modo per esorcizzare la sofferenza vera, quella che sta al di qua dello schermo e alla quale tutti dobbiamo rispetto, poichè non sappiamo fino a che punto ne siamo o ne saremo immuni? E' una forma di assuefazione verso la tragicità del quotidiano, affinchè i cadaveri sul tavolo di CSI e quelli nei servizi dei tg si fondano sotto un'unica indistinta patina di finzione? E' per questo che poi diventa normale
riprendere col videofonino la morte di una 16enne e diffonderne il videoclip su YouTube? Perchè la morte è comunque spettacolo?
O forse appaga l'eterno bisogno di eroi, e quale figura migliore in questo ruolo del medico che salva vite umane?
Nella galassia catodica di sofferenza e semidei che ne combattono le cause, il Dottor House si è ritagliato una parte da re.
Forse perchè, a differenza dei tanti suoi predecessori, la figura di House non è quella dell'eroe senza macchia né paura che lotta e sconfigge il Male.
Al contrario, House è un tossico scorbutico e dal sarcasmo indisponente, profondamente ateo ma con posizioni antiabortiste, dissacrante ed ipercritico, antisociale e poco disponibile nei confronti dei pazienti, indifferente al codice deontologico e al giuramento di Ippocrate.
Però ci azzecca quasi sempre, i malati guariscono e lo spettatore applaude. Sipario.
Probabile che il segreto del suo successo stia proprio in questa impostazione assai poco ortodossa rispetto ai canoni classici (sia televisivi che reali) del professionista serio e lineare, magari un po' barbogio nella sua granitica saccenza.
House invece no, lui non ha interesse a farsi stimare per la sua serietà, non gli interessa la dedizione alla causa né mostrare professionalità nei rapporti con pazienti e colleghi. Da questo punto di vista è senza dubbio una figura poco credibile: in un contesto reale, al dottor House qualunque paziente o congiunto azzopperebbe la gamba sana già alla prima visita.
Nella fiction invece tutti alla fine lo amano, perchè lui è uno che in un modo o nell'altro risolve i problemi. Un antieroe che compie imprese eroiche.
E' un dualismo che piace e paga a livello di gradimento. Un po' come per l'Uomo Ragno e il suo 'lato oscuro', un meccanismo narrativo alla base del terzo noiosissimo sequel della saga.
Forse i miei primi approcci con House non mi hanno entusiasmato proprio per questo motivo. Ho una visione all'antica, quasi da film western, del ruolo e degli atteggiamenti che il protagonista può assumere: o buono o cattivo, o sceriffo o bandito... non sono ammesse contaminazioni tra i due estremi.
Adoro formulare queste analisi qualunquiste.
Ammetto comunque che il successo di House potrebbe dipendere dal fatto che è un prodotto ben confezionato, con attori validi e credibili, scritto e realizzato molto bene. Da questo punto di vista il successo è giustificato.
Quello che non mi spiego è il fatto che il pubblico italiano riesce ad apprezzare prodotti televisivi con queste qualità. O meglio, riformulando la questione: se gradisce così tanto un programma con quelle caratteristiche, perchè il resto del tempo gli rifilano robaccia tipo Distraction o Un posto al sole, e lui se la beve lo stesso?