Sarà forse la contiguità con i Regni Vaticani che ci ha sempre condizionato, o per la bonarietà che innerva il nostro essere italiani, fatto sta che stiamo pagando il fatto di non essere riusciti ad ammazzare un re. Adesso la cosa ci torna sulle corna come un boomerang.
Cinquantaquattro anni fa sarebbe bastato poco per scongiurare ogni possibile ombra monarchica dal futuro della Repubblica. Un piccolo intervento su modello Causescu (o meglio ancora Zar Alessandro, tanto per scongiurare rischi legati ai congiunti) e certe rotture di coglioni oggi ce le saremmo evitate.
Invece no, tutt'altro.
Prego Vostra Maestà, l'aereo per l'esilio l'attende, eccoLe la lista dei Suoi beni soggetti a confisca, affinchè possano un giorno i Suoi successori accampare pretese ed esigere risarcimenti da questa costituente Repubblica. Faccia buon viaggio, Maestà, e a risentirci a presto.
Diciamocelo: da questo punto di vista i Padri Costituenti fecero una cazzata. Imposero alla famiglia reale l'esilio dal paese, quando un esilio dal mondo avrebbe richiesto minor sforzo e garantito risultati migliori anche in ottica futura.
Fu un errore, e gli errori si pagano. L'aspetto più irritante è che
a presentarci il conto siano proprio quel biscazziere, corruttore e puttaniere di Emanuele di Savoia e il suo figlioccio testimonial delle cipolline sottaceto.
Dopo aver ottenuto con decenni di smarronamenti il permesso di rientrare sul suolo patrio, dopo aver paventato la fondazione di un neo partito di ispirazione monarchica, i due reduci della ex casata regnante avanzano pure pretese di risarcimento da parte dello stato italiano per quanto fu loro tolto con l'esilio. E non è una boutade provocatoria la loro, no no, lo fanno a suon di avvocati e indirizzando fior di carte bollate direttamente al Governo in carica.
Il quale, com'è ovvio, ha già risposto picche; anzi, non è escluso che sia proprio il Governo italiano a pretendere dai Savoia il risarcimento dei danni per le note vicende storiche.
Garantito che qualche somaro pronto ad appoggiare il biscazziere e il cipollaro non tarderà a saltar fuori. Non è escluso che si arrivi prima o poi a parlare di compromesso per chiudere la faccenda, magari offrendo ai savoiardi una contropartita simbolica per chiudere la faccenda.
Fossero soltanto dieci euro, è comunque più di quanto avremmo sborsato per un paio di pallottole nel 1946.