A volte l'incompetenza dei legislatori può rivelarsi un vantaggio per noi cittadini, come successo ad esempio in un caso riportato ieri da una succosa notizia apparsa su alcuni quotidiani online. Pare infatti che la nuova legge sul diritto d'autore, in fase di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale (quindi non più modificabile poiché già approvata), contenga un comma che recita testualmente: "E' consentita la libera pubblicazione attraverso la rete internet, a titolo gratuito, di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro".
Secondo fonti autorevoli e competenti in materia, il termine "degradate", inteso in senso tecnico, si applica perfettamente al formato mp3. L'algoritmo mp3 applica infatti una compressione del segnale digitale, comportando di fatto un 'degrado' del contenuto originale. Per quanto riguarda poi il vincolo dell'uso 'didattico', cavilli e scappatoie abbondano. Teoricamente potrei possedere l'intera discografia di un artista perchè, a 'scopo didattico', vorrei studiarne i testi dei brani, oppure perchè ho intenzione di imparare a suonare la chitarra. E' fondamentale infine non trarre lucro dai propri file musicali, quindi basta non mettersi a smazzare cd masterizzati agli angoli delle strade per stare in una botte di ferro.
La vostra discografia in mp3 di Cristina D'Avena è salva: potete sempre sostenere di possederla 'a scopo didattico' per cercare messaggi satanici nascosti suonando i brani al contrario.
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