Dentro un raggio di sole che entra dalla
finestra,talvolta vediamo la vita nell'aria.
E la chiamiamo polvere.
(S. Benni)
(Ieri, ore 17.15)il metrò se ne scivola via sulla linea rossa con l'identica stanchezza annoiata del magma pendolare che ne farcisce i vagoni.
Mi conquisto un posto in piedi, vicino alla porta, sul lato opposto rispetto a quello di apertura. Quando tutti i sedili sono occupati, le porte sul lato opposto diventano un territorio ambìto, perchè permettono di appoggiarsi ai battenti, in barba ai moniti degli adesivi di servizio sui vetri circa i rischi di tale pratica.
Me ne sto lì appoggiato all'anta potenzialmente assassina, con il player mp3 che mi graffia le trombe d'Eustachio a colpi di Coheed&Cambria, quando noto ad un passo da me una ragazza che sorride.
Chiunque conosca Milano e il suo popolo di pendolari sa quanto sorprendente e inaspettato possa apparire un sorriso in metropolitana all'ora di punta.
La ragazza è carina, venticinque anni più o meno, un maglioncino fucsia sopra jeans scuri. I capelli chiari sono raccolti in una crocchia infilzata da uno spillone di legno con un curiosa spirale all'estremità. Sta leggendo un libercolo, e sorride in continuazione. E' più un riso che un sorriso. Non riesce a leggere oltre poche righe senza abbozzare una risata, subito contenuto.
Mi chiedo cosa stia leggendo di così divertente. La vedo portare di continuo la mano alla bocca nel tentativo di soffocare sbuffi e mugolii di ilarità. Un po' si vergogna, ma trattenersi le è difficile.
E' allegra in modo contagioso. Sorrido anch'io. Una signora lì vicino mi guarda con una smorfia un po' complice, come volesse dirmi Ma la vedi questa come se la ride, ma pensa te. Beata lei che ha tanta allegria...
La ragazza si danna fino alle lacrime nello sforzo di mascherare l'ilarità. Si porta una mano agli occhi, con l'altra continua a reggere il libro. Riesco finalmente a vederne la copertina.
Stefano Benni - Bar Sport. Sorrido apertamente: è tutto chiaro. Non potrebbe essere altrimenti. Lei mi guarda, si schermisce un po' imbarazzata. C'è qualcosa di una bellezza mistica in una ragazza che ride leggendo Benni. Vorrei dirle tranquilla, non preoccuparti, quel libro ha fatto lo stesso effetto anche a me.
Vorrei chiederle quali altri opere di Benni già conosce, se ha già letto Il Bar Sotto Il Mare, come ha vissuto l'evoluzione letteraria delle sue opere, la deriva poetica degli anni recenti, la bellezza malinconica e struggente degli ultimi racconti.
Dieci anni fa mi sarei buttato ai suoi piedi, in lacrime, implorandola di sposarmi, sotto gli occhi basiti di centinaia di anonimi pendolari incapaci di cogliere la magia che dirompe dall'incontro di due anime come le nostre.
Avremmo vissuto, nella nostra casetta di Sompazzo ai piedi del Monte Macco, un'esistenza pregna di risate e umorismo. Avremmo fatto colazione tutti i giorni con caffè e luisone, ascoltato i racconti del marinaio e del primo uomo col cappello, giocato a pallastrada, cenato nel ristorante Bon Bon di Gaspard Ouralphe...*
E' scesa alla fermata di San Leonardo. Io quella dopo.
*
Quest'ultima parte ha senso solo per chi possiede una seppur minima conoscenza dell'opera di S.B. Tutti gli altri non capisco neanche come siano arrivati a leggere fino a questo punto.