Non è un paese per onesti
Molti neanche lo immaginano, ma in questo weekend elettorale, dietro quei simbolini colorati che ci ritroveremo davanti nella solitudine dell'urna, si nasconde un esercito di 101 fuorilegge. Indagati, condannati in via definitiva o in appello per reati di ogni genere, rinviati a giudizio, prosciolti per prescrizione, miracolati dalle leggi vergogna o superprotetti dalle tante forme di immunità parlamentare. Ovviamente la stragrande maggioranza di questa marmaglia si concentra sotto le bandiere del Popolo della Libertà (di rubare): 56 figli di buona donna (compreso lo stesso Berlusconi), ai quali si aggiungono altri 9 ceffi dell'alleata Lega Nord, per un totale di 65 personaggi inguaiati a vario titolo con la giustizia. Segue, con grande distacco, il PD di Veltroni che annovera 18 elementi ambigui in lista. Il resto se lo dividono UDC (9) e i rimanenti partitini. L'unico simbolo senza macchia è L'Italia dei Valori di Di Pietro. In qualsiasi democrazia dotata di senso civico questa gente lavorerebbe in fonderia, altro che fare politica attiva a spese dei contribuenti. Al contrario, in Italia -almeno stando agli ultimi sondaggi- si sceglie di farsi governare da 65 farabutti. Ma dove cazzo vogliamo andare?
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