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Mamma mia dammi 100 lire che in America voglio andar...
Di SuperCirio addì 06/11/2008 @ 20:49:37, in Cose Di Cui Non Mi Intendo, linkato 1616 volte)
il simbolo del circolo PD 'Barack Obama': avete mai visto qualcosa di più patetico?Intanto Obama ha vinto. E' già qualcosa, se non altro perchè solo due anni fa una simile eventualità sarebbe stata scartata a priori.
L'America di Obama, quella del sogno americano che non è mai morto, scivola sull'onda dell'euforia verso quella fase in cui l'idealismo della campagna elettorale sfuma lentamente nel realismo post-vittoria: esaurita la spinta del "yes we can", è arrivata l'ora del "now we must do".
E io, a costo di apparir musone (per dirla alla Leonardo), continuo a sostenere che l'elezione di Obama è una grande vittoria della democrazia e segna una svolta epocale nella storia americana, ma non avrà impatti significativi sullo scenario politico europeo e ancor meno su quello italiano.

Ci hanno provato i burattini del nostro teatrino politico a cospargersi di 'obamismo', nel tentativo di far propria la vittoria di un sistema democratico che è lontano anni luce dai loro machiavellismi meschini e provinciali. Un atteggiamento patetico, come ha detto bene Cacciari.
A pensarci bene vien da piangere per lo sconforto: dall'altra parte dell'oceano si scrive la storia e si aprono le porte del futuro, mentre in Italia come si accoglie tutto questo? Con i commenti al limite del surreale del premier in carica e le sparate fuori misura di un post-fascista avvezzo a figuracce da miserabile.

"Obama è dei nostri" ha dichiarato Veltroni, quasi a lasciar intravedere l'illusione (assolutamente infondata) che l'onda lunga della vittoria dei democratici negli USA possa essere il segnale di un cambio di fronte anche nella realtà italiana.
Dal canto suo Berlusconi, che ora minimizza la sua più volte palesata simpatia per l'ala rebubblicana e per "l'amico Bush", si affretta ad assicurare che i rapporti tra Italia e USA rimarrano ottimi.

Questo ci fa capire come un parallelismo tra la situazione statunitense e quella italiana sia un azzardo anche solo sul piano dei personaggi: di là avevano un candidato democratico giovane e uno sfidante repubblicano anziano; il giovane era giovane e l'anziano faceva l'anziano.
Noi abbiamo un premier anziano che ha l'ossessione di apparire giovane, e un leader dell'opposizione (relativamente) giovane ma che è già vecchio nel pensiero e nelle idee.

Ma dove cazzo vogliamo andare? L'America è lontana. Da oggi lo è ancora di più.