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Aridatece la Balena Bianca...
Di SuperCirio addì 22/02/2007 @ 14:56:50, in Politically Incorrect, linkato 1031 volte)
Che prima o poi l'attuale compagine di maggioranza avrebbe dovuto fare i conti con i propri numeri risicati, lo sapevano anche i sassi. Le vicende politiche di ieri non hanno sorpreso nessuno. E' da aprile che si sente ripetere la litania: 'questo è un governo debole', 'la maggioranza non è tale in Senato', l'esecutivo non può reggersi sui senatori a vita'. Ovvio che prima o poi l'oste si sarebbe presentato con il conto in mano, e così è avvenuto. Neanche 24 ore dopo le dimissioni del premier il mondo politico è ancora lì a guardarsi in faccia, sbigottiti da una parte, festosi (quasi per circostanza) da quell'altra. Quello che stupisce sono le modalità con cui si è articolato il tonfo: due senatori appartenenti alle frange dei radicali comunisti all'interno della coalizione hanno scelto, in barba agli interessi di partito e della coalizione stessa, di astenersi sul voto alla mozione di d'Alema sulla politica estera. Una scelta "di coscienza", hanno affermato. Quale coscienza potrà mai esserci nel danneggiare gli interessi della propria maggioranza, consegnando sostanzialmente il Paese al caos di una crisi di governo, quei due pasdaran del pacifismo senza se e senza ma (nonché senza cervello) ce lo dovranno spiegare, prima o poi. Uno dei due, tale Rossi da Ferrara (ex prc, cacciato poco tempo fa dal partito e neo formatario di una nuova entità politica, le "officine comuniste") ieri sera se ne stava seduto mogio mogio negli studi di ballarò. In silenzio per quasi tutta la serata, è stato più volte inquadrato con l'espressione distrutta e un pò smarrita di chi ha realizzato di aver pisciato fuori dalla tazza. Del resto lui stesso, in un'improvvisa fiammata di lucidità, ha riconosciuto di aver sbagliato il conteggio dei votanti, con l'unico risultato di averci pure fatto la figura del cretino. "Se avessi saputo che con il mio voto avrei causato la caduta del governo, avrei votato diversamente". Ecco, un cretino proprio. E per giunta incoerente. Ma il problema non è neanche l'incapacità di calcolo del senatore Rossi, un povero dilettante della politica ritrovatosi in nome dei propri anacronistici ideali a recitare la parte del traditore della causa. Lui ha solo fatto da detonatore allo scoppio di una crisi che - lo ripeto- sapevamo tutti essere inevitabile. La vera questione è stata la debolezza di questo governo uscito a pezzi (seppur vincente) dalle urne dell'aprile scorso, rimasto per 281 giorni vittima dei ricatti dei pasdaran del radicalismo ex comunista, elementi incapaci di superare i loro stessi anacronismi ideologici in nome di una visione più ampia e riformista della realtà italiana. Questo governo è stato vittima di un autentico paradosso politico: senza la sinistra estrema non avrebbe potuto governare, ma grazie alla sinitra estrema non governa più. Detto questo, preso atto della situazione e delle sue cause, è ancora comunque difficile al momento prevedere gli sviluppi a breve termine. Il pallino l'ha in mano Napolitano, vediamo come intende giocarlo. Leggevo che ha sei alternative disponibili, dalla riconferma di Prodi fino alle elezioni anticipate. Soluzione quest'ultima che ovviamente la CDL, con il suo leader-nanetto in prima fila ad invocare il ritorno alle urne come unica strada possibile. E in effetti la fregola di Berlusconi di riportarci al voto ci sta tutta: oggi come oggi le possibilità per lui di rientrare a palazzo Chigi sono massime, anche se dal mio punto di vista non è poi così scontato: il fattore Casini rimane una dolorosa incognita... Quindi è difficile al momento azzardare prospettive a lungo termine. Aspettiamo che l'iter post crisi abbia fatto il suo corso e vediamo quale strada verrà indicata dal Colle. lascio volentieri ogni ipotesi sugli scenari possibili ai Soloni dell'analisi politica. io sono solo un SuperCirio deluso. Se proprio volessi azzardare un pronostico, temo si arriverà alla costituzione di un governo tecnico con il compito amministrativo di portarci a nuove elezioni. Peccato che con l'attuale legge elettorale questo sia il peggiore degli scenari possibili. Forse Calderoli non aveva tutti i torti quando definiva "una porcata" l'attuale legge elettorale, dimenticando che a concepirla era stata la stesa coalizione di cui faceva parte. Le storture del maggioritario ci lasciano un'eredità di macerie, ora è il momento di svoltare. Ormai sono d'accordo tutti, destre e sinistre, Unione e CDL: occorre una riforma elettorale in grado di garantire ai cittadini che dal loro voto uscirà un governo forte e capace di rispondere alle grandi questioni economiche e sociali per le quali il Paese da troppo tempo aspetta una risposta. Una nuova fase politica in cui il cieco fondamentalismo ideologico dei senator Rossi non possa più trovare spazio.