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Scout un giorno, scout per sempre - part two
Di SuperCirio addì 04/05/2007 @ 22:29:55, in Anima Animale, linkato 1161 volte)
Il sole declinava con decisione a ovest quando CapoBianco, fermo sul lato della carrozzabile ad aspettare il resto della squadriglia, scorse la presenza del punto di ritrovo sull'altro versante della collina. Cinquanta metri più a monte caracollavo con Dragonero e Pubarelle sotto il peso degli zaini, strisciando i piedi doloranti nella polvere a lato strada. CapoBianco puntò il guidone verso la macchia di gente che brulicava verso fondo valle. "Ci siamo" disse mentre crollavamo sul guard rail al suo fianco. "epporcatroia, vorrei vedere che non ci siamo!" sbottò DragoNero spostando in avanti il peso dello zaino per dare sollievo alle spalle rattrappite; "abbiamo girato in lungo e in largo tutta la cazzo di Umbria, ci mancava solo che non si arrivava più".
"Se non aveste fatto i pirla tutto il giorno a quest'ora eravamo già in tenda" replicò CapoBianco martellando con stizza il guidone sul guardrail. "Adesso muoviamoci che saremo minimo gli ultimi. Solita figura di merda!".
Per tutta risposta Pubarelle si accosciò su uno spiazzo d'erba poco distante. "Sei fuori, CapoBianco" disse levandosi gli spallaci "ormai siamo arrivati, chi vuoi che rompa se anche ci riposiamo 'na mezz'ora?"
"E allora vogliamo proprio farci perire di brutto!" obiettò CapoBianco "è da stamattina che siamo in giro. Siamo l'unica squadriglia di pirla ad averci messo una giornata per trovare 'sto ritrovo del porco!"
"eddai, CapoBianco" provai ad ammansirlo io "ci scarboniamo una cigarett e poi si va"; mi infilai tra le labbra una Lucky Strike e gli passai il pacchetto. "Ormai ci siamo". CapoBianco sfilò una Lucky e mugugnò qualcosa mentre frugava le tasche alla ricerca dell'accendino "allora si smokka una ciga e poi si va" concluse appoggiando il guidone a terra.

Stavo per proiettare il mozzico della mia Lucky con un'abile flessione del medio quando, al di sotto della cacofonia delle cicale in amore, avvertii un suono fuori ordinanza. "Cazzo c'hai?" mi chiese DragoNero notando il mio repentino immobilismo. Io rimasi ancora un attimo in ascolto, tentando di individuare la fonte del suono. "Voci" risposi.
"Voci?" Sollevò al testa dallo zaino e puntò la direzione del mio sguardo. Un attimo dopo 5 camicie azzurre ornate di fazzolettone d'ordinanza sbucarono da un sentiero nascosto tra le querce, alcune decine di metri più a monte.
"Fighe!" sibilò DragoNero con un sorriso mandrillo, appena realizzò che erano donne: cinque "guide" dall'aria non meno sfatta e stracotta della nostra; il cicaleccio delle loro voci si interruppe non appena scorsero la nostra inquietante presenza stravaccata a lato della carreggiata. "Cazzo di fighe" sussurrai io seguendo il loro avanzare imbarazzato verso la nostra posizione, "sembrano quelle napoletane cesse che erano l'altro ieri alla messa".
In effetti il gruppetto, nonostante le camicie generosamente sbottonate e i pantaloncini corti risvoltati, aveva un'aria sporca e trasandata che ammazzava ogni accenno di femminilità. Erano la versione al femminile della nostra scassa squadriglia.
CapoBianco riuscì a sibilare l'ultimo monito:"Non fate i pirla!".

Arrivata a pochi metri dal nostro spiazzo la pulzella in testa al gruppo si lanciò in un ciaoooo! tutto sorriso, con il resto del gruppetto a supportare gesticolando saluti; "sie quei del Treviso?" chiese la tipa col guidone -forse la caposquadriglia- formalizzando un saluto scout con la mano libera.
"Milanottavo" rispose CapoBianco replicando preciso al saluto, mentre con un piede cercava miseramente di mascherare nella polvere i nostri mozziconi.
"no perchè ciavean dito che s'eran quei del Treviso avanti su 'a strada..." proseguì la capa.
"e voi che reparto siete?" chiese Dragonero con aria guascona.
"semo del vicensa" rispose la girl sfilandosi lo zaino, subito imitata dal resto del gruppo. "avemo sbaià strada stamatina e ghe semo perse. L'è tri ore che caminemo sensa fermarse..."
"azz!" intervenni io, "e allora sit down please, che qui c'è bel fresco. Sigaretta?"

La mezz'ora seguente fu tutto un ma come vi chiamate ma quanti anni avete ma quante squadriglie siete ma avete già fatto l'hyke ma che strane le vostre mostrine di specialità e via discorrendo, tranquilli e guasconi nel fresco dell'ombria umbra, sotto querce polverose e infestate di cicale.
Otto scout sbarbatelli equamente suddivisi in base al sesso che in un tardo pomeriggio di luglio incrociavanio le loro storie, uniche come solo possono essere le storie di un campo nazionale scout, scambiandosi sigarette e lattine di Fanta calda come piscio, e storie di bivacchi e capireparto sfigati, e risate e battutine e aneddoti strani di vita all'aria aperta.
Sciammannati adolescenti, avevamo sigarette e libertà e ormoni in circolo e ragazze con cui pirleggiare, e il nostro mondo era lì.
La squadriglia dei Koala, reparto Milanottavo, ERA il mondo.

"fasemo 'e foto fasemo 'e foto!" cinguettò ad un tratto una delle pulzelle cavando una Nikon compatta dalla tasca dello zaino per scattare qualche istantanea del nostro bivacco impovvisato.
Pubarelle armeggiò poi con l'autoscatto per un paio di foto di gruppo, noi quattro marpioncelli con sigaretta in bocca stravaccati ai piedi di un masso con le tipe appollaiate sopra.

"Va bon fioi" disse alla fine la capessa trevigiana, "noi 'ndemo che gavemo de n'contrà ialtri gioo al campo". Sollevò lo zaino sbuffando e fece un cenno alle socie "ndemo cicie, ndemo!".
In un lampo erano pronte a ripartire: "venii anca voaltri?" chiesero.
CapoBianco gettò uno sguardo ai suoi prodi: io gironzolavo a piedi nudi cercando tra zaini e sacchetti il mio pacchetto di Lucky; DragoNero, a torso nudo, ribaltava l'intero contenuto del suo zaino nel tentativo di rintracciare la boccetta di Autan, seminando bestemmie e indumenti tutt'intorno; Pubarelle era sparito nel bosco per esigenze intestinali.
CapoBianco tornò a sedersi, sconsolato. "Andate avanti, vi raggiungiamo".

Ci volle un'altra mezz'ora e una corposa sequenza di sacroni da parte di CapoBianco prima di riuscire a ricomporci per riprendere il cammino.
"prendi il guidone" mi disse CapoBianco allungando il primo passo verso la striscia di asfalto.
Io allungai un braccio verso il bastone peloso e subito notai la scatoletta nera appoggiata di fianco sul masso; "naaaaa, guarda qui!" dissi a Dragonero sollevando la Nikon delle vicentine.
"'cattroia" fece lui "ma son rimaste foto?". Pubarelle scrutò la finestrella dietro lo sportello del rullino: "almeno 4 o 5".

Dragonero fu un lampo: mentre CapoBianco ci dava le spalle prese le macchinetta, si girò verso il bosco, si sbottonò i jeans calandoli fino al ginocchio e punto l'obiettivo della Nikon sulla patta. Io e pubarelle dopo un attimo di sorpresa iniziammo a scompisciarci di risate vedendolo così, chiappe al vento, mentre il lampo del flash gli immortalava l'anatomia anteriore. Pubarelle, piegato in due dalle risa, prese la macchinetta e si dedicò una retrospettiva ravvicinata dei propri quarti posteriori.
"lasciamene una!" dissi con le lacrime agli occhi per il gran ridere. Presi la macchina, mi calai le braghe e mi scattai anch'io un'istantanea ai gioielli.
CapoBianco nel frattempo realizzò ciò che stava accadendo e apparve quasi rassegnato all'ennesima compromissione della sua posizione di caposquadriglia dovuta alle nostre cazzate. Si limitò ad osservare quanto pirla fossero i componenti della sua squadriglia, e chiarì che declinava a priori qualsiasi conseguenza legata allo scherzetto appena concepito.

Partimmo di gran carriera convinti di raggiungere le fanciulle e guadagnarci così la fama dei gentiluomini riconsegnando loro l'apparecchio smarrito. Purtroppo giunsero al punto di ritrovo prima di noi e si persero nella massa maleodorante di scout e guide reduci dall'escursione. Non ci fu verso di rintracciarle.
Andammo quindi io e Dragonero alla postazione degli organizzatori per consegnare l'apparecchio. Trovai un organizzatore seduto ad un tavolo da campeggio.
"L'abbiamo trovata su un masso a lato della strada" dissi consegnandoli la macchina, tutto compìto nel mio ruolo di bravo scout che sta compiendo la buona azione quotidiana. "Abbiamo chiesto in giro, ma non abbiamo trovato di chi possa essere".
"Ci penso io" disse l'organizzatore prendendo la Nikon. "Grazie mille ragazzi" aggiunse alzando la mano nel saluto scout. Rispondemmo al saluto girando i tacchi. Eccheccazzo, noi si che eravamo bravi scout.

Ancora oggi non so cosa pagherei per vedere la faccia di chi ritirò quegli scatti dal fotografo.