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fauna da viaggio
Di SuperCirio addì 08/05/2007 @ 22:06:36, in la dura vita del pendolare, linkato 1030 volte)
La vita del pendolare, nel suo perpetuo piattume, offre ben pochi diversivi e ancor meno novità; per questo si è costretti a ricercare spunti di interesse o motivi di riflessione anche dove normalmente non c'è nulla di interessante. Io ad esempio mi diletto a studiare e classificare gli altri forzati del pendolarismo che tutti i giorni incrocio nel mio tragitto in metropolitana. Ne descrivo di seguito quattro, pescati tra i più significativi.

Cosciatonica La signora Cosciatonica mi ricorda la moglie di Schwarzenegger nel film "True Lie", quella che impersonava la casalinga over 40 trascurata dal marito che si lascia abbindolare dalle discutibili fascinazioni di un finto agente segreto che in realtà è un miserabile guascone intenzionato a scoparsela. Di quell'attrice ha la stessa aria seriosa da lady perbene, senza grilli per la testa, tutta casa&famiglia, senza grandi attrattive a parte le bellissime e lunghe gambe. Cosciatonica ha infatti due leve ben tornite e ama mostrarle, ma lo fa con il giusto mix di discrezione e civetteria. Gonna mai sotto il ginocchio, ma neanche troppo sopra. Il resto del vestiario poco appariscente. Trucco curato e discreto. Un'aria posata e seriosa che gli occhiali dalla montatura leggera contribuiscono a sottolineare. Cosciatonica è classificata come potenziale porcona sotto ghiaccio.

Liquid Man Liquid Man è il ritratto della sofferenza e incrociarlo sui vagoni ti lascia sempre un senso di disagio. Il fatto è che Liquid Man suda sempre, copiosamente, continuamente. Che sia estate o inverno, che il vagone sia sovraffollato o del tutto sgombro, lui è sempre penosamente indaffarato con i kleenex a detergersi il velo di sudore dalla fronte, dal collo, dalle braccia. Sulla quarantina, in marcato sovrappeso, Liquid Man trascorre i suoi viaggi sulla linea 1 alla continua ricerca dei refoli d'aria provenienti dai finestrini, quasi dovesse morire soffocato dal debito di ossigeno da un momento all'altro. Ad ogni fermata si catapulta verso le porte aperte sventolandosi con il fazzoletto fradicio e respirando a grandi boccate. Quando in inverno i finestrini sono serrati lui si ingegna per aprirne il più possibile, attirandosi ire e rimostranze da parte degli altri viaggiatori. Un giorno dello scorso gennaio tentò di spalancare il finestrino sopra una signora che lo prese a male parole. Temo che Liquid Man prima o poi finirà asfissiato, oppure si scioglierà del tutto.

Pesce Rosso Se un giorno un marziano sbarcato sulla Terra dovesse chiedermi cos'è l'irrequitezza, credo che lo porterei a conoscere Pesce Rosso. Sui 20, 25 anni, magro come un chiodo, felpa e cappellino da baseball sempre calcato in testa, Pesce Rosso è l'inquietudine fatta a persona. I suoi viaggi sono un continuo migrare all'interno del vagone in preda a chissà quali terremoti interiori. Entra e si siede al primo posto che trova libero, poi rimbalza subito su quello di fianco dove rimane qualche millisecondo prima di tornare sul precedente; all'improvviso schizza sull'altro lato del vagone, dove cambia sedile ancora due o tre volte; poi si alza e va sul fondo, si appoggia a un sostegno, poi a un'altro, poi alla porta, infine torna a sedersi, e via di questo passo. Qualche volta cambia anche vagone, tanto che all'inizio pensavo fosse un borseggiatore alla ricerca di vittime, ma l'ho visto spesso in preda alle sue ossessioni migratorie anche a vagoni quasi sgombri. Arrivato alla sua fermata schizza come una molla oltre le porte, rimbalza sulla parete della banchina e svanisce come una saetta su per le scale. Un ipotetico osservatore che potesse scrutare il vagone dall'esterno avrebbe l'impressione di guardare un pesce rosso nell'acquario.

DietroTiTento DavantiTiSpavento
Si dice che in natura ogni fenomeno tenda sempre all'equilibrio, e la signorina DietroTiTento DavantiTiSpavento conferma questo dogma. Circa trent'anni, alta e bionda, DietroTiTento ha un paio di gambe e un fondoschiena che paiono torniti direttamente dalle mani di Dio nelle Celesti Officine. Questi capolavolari della morfologia umana sono sempre coperti estate e inverno da jeans attillatissimi che ne esaltano le divine armonie. Soltanto una volta mi è capitato di vedere DietroTiTento con indosso una gonna: una microscopica mini nera su sandalo a tacco alto... probabilmente il Paradiso è abitato da creature così. Devo però dire che -e qui mi ricollego al discorso iniziale riguardo gli equilibri naturali- DietroTiTento contrappone alla perfezione di gambe e quarti posteriori un viso dai lineamenti scialbi e insignificanti, con qualche particolare addirittura antiestetico (ammetto comunque di averla guardata in viso non più di un paio di volte in tutti questi anni).