Potrà sembrar bislacco ma io, quando non so a cosa pensare, penso a Veltroni.
Penso alle sue recenti posizioni assai poco filogovernative su determinati temi attuali, penso ai travasi di populismo che gli stan montando dall'interno, e soprattutto penso che nell'esigenza di raccattare voti a destra e a manca non esita a crogiolarsi nella stessa demagogia populista dei tanti politici di spicco di ogni orientamento politico. Il fatto è che queste posizioni devono confrontarsi con quelle di chi, all'interno della sua stessa coalizione di governo, i voti li ha già presi, a partire da Prodi stesso.
Veltroni dichiara che occorre abbassare le tasse. Prodi e Padoa Schioppa rispondono che la priorità è invece la riduzione della spesa pubblica.
Hanno ragione entrambi, con la differenza che, appunto, proporre l'abbassamento delle tasse fa da catalizzatore di consensi, ed è strumento utile a chi deve affrontare l'esame del suffragio popolare. Ridurre la spesa pubblica è invece una necessità altrettano prioritaria, addirittura propedeutica ad una riduzione della pressione fiscale (non si possono diminuire le entrate senza fare altrettanto con le uscite) ma meno efficace nei confronti dell'opionione pubblica, addirittura malvista da certe categorie sociali calcificate nell'assistenzialismo piagnone che è una grande piaga di questo Paese.
Eppure il meccanismo è semplice, e il buon Padoa Schioppa dev'esser ormai morto dalla noia a furia di ripeterlo in tutte le salse: ridurre il gettito fiscale è una conseguenza automatica della riduzione delle spese. E' un conto da massaie: se ho meno spese, mi servon meno soldi. E meno soldi servono, meno occorre chiederne ai contribuenti, o almeno a quei pochi che -come il sottoscritto- le imposte ancora le pagano tutte fino all'ultimo centesimo.
Se poi aggiungiamo alla riduzione della spesa pubblica anche un'efficace contrasto all'evasione fiscale, ecco trovata la quadratura del cerchio.
Ma in Italia, si sa, la strada che conduce al voto dell'elettore medio passa sempre dal suo portafogli, raramente dalla testa. E' ed proprio su questa strada che Veltroni pare essersi già incamminato.
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