\\ Home Page : Articolo : Stampa
The Great 2.0 Swindle
Di SuperCirio addì 14/09/2007 @ 23:39:39, in high tech, linkato 1052 volte)
SuperCirio ver. 2.0 è da tempo una realtà. Website, Blog, Twitter, Live Messenger, Skype, Flickr, Facebook... A parte Second Life, la cui interfaccia non "gira" su Window Vista (o almeno: fino a poco tempo fa la Linden, società creatrice di SL, non aveva rilasciato la versione compatibile col nuovo so Microsoft) per il resto sono presente su quasi tutte le maggiori social networking platforms del web. Mi resta però un grande interrogativo: a che cazzo mi serve tutto ciò?
Il website è in versione beta da anni; il blog è sullo stesso dominio riconducibile all'autore, quindi mi vincola nei contenuti; Messenger lo uso coi colleghi vicini di scrivania, Skype non lo apro da mesi; di Flickr -questo si- ne faccio un uso intensivo, ed è infatti l'unico per il quale possiedo un account pro (a pagamento); Facebook lo trovo per molti aspetti infantile e noioso.
Per non parlare poi dei vari MySpace, Blogitalia, Friendster, etc dei quali neanche ricordo più le credenziali di accesso.
Apprezzavo molto Pandora, una community in ambito musicale che per motivi incomprensibili è stata inibita all'utenza italiana. Fortuna invece che Last.fm, nonostante la recente acquisizione da parte della Virgin, continua ad essere un pianeta ospitale per i musicofili di qualsiasi gusto.
Qualcuno obietterà che il ruolo delle piattaforme di social networking è quello di fornire i mezzi e le strutture adatte allo sviluppo ed all'aggregazione di comunità virtuali, ma sta poi all'utente creare, coltivare e far crescere la rete di contatti all'interno della comunità stessa. E su questo potremmo aprire un dibattito infinito circa la mia predisposizione alla socialità che non è il caso di affrontare ora e in questa sede. Senza contare che tra i miei contatti "reali" il livello di presenza web è ancora agli albori del 1.0 (l'instant messaging rimane un mistero occulto per quasi tutte le mie conoscenze).
E' ildestino di certi pionieri che, essendosi portati troppo avanti, alla fine si ritrovano soli.