Nè grillini nè grilletti!
Mi son detto: inutile scrivere alcunché su Grillo e tutto l'aveMaria che sta mettendo in piedi in questo periodo, poichè sia i media che l'intero mondo politico se ne stanno già occupando massicciamente e con gran perizia.
E invece.
Mi ha stimolato in particolare l'episodio capitato l'altro giorno nel tg2 delle 13.00, quello dello sparata di Mazza. Per i meno informati: il sig. Mazza, solerte giornalista del tg2, ipotizzava che l'ardore populista del comico genovese potesse diventar detonare nei confronti di certi animi esagitati e inclini alla violenza.
"E se qualcuno un bel mattino si sveglia e comincia a sparare?" si chiede con angoscia il pavido mezzobusto. Paura, rispondo io.
Grillo, dal suo blog, ha replicato alla fesseria di Mazza con una fesseria ancora più grassa, augurando al deretano del giornalista di diventare il bersaglio del potenziale sparatore. Quando i toni acquistano un certo timbro, c'è poco da stare allegri sul futuro del confronto.
Il fatto è che il tentativo di calare Grillo e le sue iniziative nei panni di un potenziale incubatore di sedizione terroristica mi sembra una forzatura.
Tanto più che arriva da un giornalista della TV di stato, e come tale al servizio del cittadino e tenuto alla più rigorosa obiettività nell'esposizione dei fatti.
A sua volta Grillo, in antitesi rispetto alla dialettica ed ai bizantinismi della politica, è ancora troppo caricato dai recenti clamori di piazza per reagire di etsta alle facili provocazioni.
Nonostante ciò resto convinto della buona fede di Grillo. Il problema è che un agitatore in buona fede resta un agitatore, con tutto lo strascico di incognite che ciò comporta. E comunque non basta la buona fede, mia o del popolo del vaffaday, a cambiare in modo serio le cose.
Con la demagogia di Grillo si può essere o meno d'accordo (io lo sono solo in parte) e lo stesso vale per i suoi metodi populisti (anche qui mi dissocio nella sostanza). Resta il fatto che il fenomeno Grillo riempie le piazze, e in un modo o nell'altro ci costringe tutti a prenderne atto, in particolare ( e questo è l'aspetto positivo) la classe politica sempre più sotto attacco.
A pensarci bene, il populismo bipartisan di Grillo non è poi tanto diverso da quello militante di un Berlusconi in campagna elettorale. Cambiano i temi (e gli obiettivi) ma non i metodi.
Grillo se la prende con gli sprechi della 'casta' politica, Berlusconi con le tasse che affliggono il ceto medio.
Entrambi i temi fan girare i coglioni alla piazza e catalizzano consensi. Con la differenza che nell'intento di Berlusconi c'è un tornaconto politico (oltre che personale, soprattutto sui temi della giustizia), mentre Grillo non si è ancora capito bene dove voglia andare a parare. Lui lo sa senza dubbio, il fatto è che a me non è chiaro e questo mi preoccupa. Certo, questa mobilitazione di piazza aveva l'obiettivo dichiarato di raccogliere firme per le famose tre proposte di legge da portare in parlamento. Peccato che due di queste proposte legislative siano destinate ad arenarsi nel loro percorso istituzionale.
Sappiamo tutti che un condannato che ha scontato la pena rientra in pieno possesso dei suoi diritti, tra i quali quello di candidarsi in ruoli istituzionali. Interdire a vita dai pubblici uffici chi ha pagato fino in fondo le proprie colpe è materia da consulta costituzionale, e basta questo a rendere impervio il sentiero della proposta di legge.
Sull'idea di mandare a casa i parlamentari dopo due legislature si può essere d'accordo o no (io non lo sono del tutto), ma saranno i parlamentari stessi a dover approvare questa legge, quindi è inutile aspettarsi che viaggi su una strada in discesa.
Possibile che Grillo non abbia considerato questi limiti? E allora perchè mobilitare migliaia di persone per delle iniziative morte sul nascere?
Forse perchè intorno alle tre proposte di legge si è catalizzata ai massimi livelli l'incazzatura popolare ed il rifiuto della politica. Dai moduli per la raccolta firme è stata distillata la migliore antipolitica degli ultimi decenni. Un concentrato prezioso e dai poteri sconosciuti, ma certamente molto, molto pericoloso.
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