Fai i compiti, se sopravvivi.
L'altro giorno ho avuto la sventata idea di passare in macchina davanti ad una scuola elementare della mia zona proprio durante l'orario di ingresso dei bimbi. Un macello di traffico, macchine parcheggiate ovunque sui marciapiedi con le frecce lampeggianti che sembravano i fuochi artificiali alla fiera di S. Rocco; un povero vigile urbano che si dannava per liberare le strisce pedonali dal flusso continuo di auto. E' vero che ne son passati di annetti, ma quand'ero pulcino io a scuola ci si andava a piedi. Al massimo, nelle giornate invernali più fredde e nebbiose, c'era il pulmann del comune che dalla scuola portava in piazza, e da lì tutti a piedi, olè. E questo valeva bene o male per tutti. Chi veniva accompagnato in auto o abitava troppo fuori mano, oppure rientrava da una convalescenza ed era ancora troppo delicatino per scarpinare in pieno inverno fino a scuola. Cos'ha cambiato queste abitudini? Tutto: - il traffico, che è minimo quadruplicato. Già ai miei tempi un paio di sbarbatelli finirono arrotati da un'auto in corsa mentre rientravano da scuola. Figuriamoci quante ne potrebbero accadere oggi di disgrazie, con tutta quell'Avemaria di auto e pirati della strada che ci sono in giro.
- la gentaglia: 25 anni fa un romeno era un abitante della capitale in dialetto pugliese. Oggi basta che ti giri a cercar le chiavi e una banda di zingari ti soffia il pupo da sotto il naso.E chi si fida più con tutto quel che si sente in giro?
- il bullismo, un fenomeno che negli ultimi tempi è diventato un'emergenza sociale. Una volta c'era un rituale semplice e ben codificato: si "scazzava" in classe con il bulletto di turno, ci si dava appuntamento fuori per una sana baruffa, poi si faceva pace e tutto finiva lì. Oggi pare che le aule italiane siano terra di nessuno infestata da sadici armati di videofonino con cui immortalare le proprie efferatezze.
In una situazione del genere c'è da stupirsi se a scuola ci si va sotto scorta genitoriale?
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