Di seguito tutti i deliri, in ordine cronologico...
Non sono libero di uscire per qualche giorno dai patrii confini che subito si scatenano calamità climatiche, la nazionale di calcio si copre di ridicolo, muoiono cantanti-cangianti* e un babbalucco viene eletto sindaco del mio triste comune. Mi sono perso qualcos'altro in questi pochi giorni di meritata assenza? Quanti festini a base di zoccole destinate ad un futuro in politica ha organizzato il PAPI in mia assenza? Il PAPI... quel buffo satiro senescente è oggetto di scherno fin tra gli eredi di Tutankamen nel sud dell'Egitto - (venditore di souvenir egiziano): Berlusconi non buono, lui amico di Mubarak, e Mubarak non buono - (io): vuoi fare cambio? - (venditore di souvenir egiziano): no, amico, no... A proposito, prometto che da ora in poi mi occuperò il meno possibile del nanetto antidemocratico, se no finisce che a certe cene di gala organizzate in mezzo a una strada del borgo natio mi danno del comunista. A me. Gente che mi conosce da 30 anni e mi ritiene comunista. A me. Mah... * cangiante in senso cromatico. Cioè, è chiaro che si sta parlando di lui, no?
Per quanto sia una condizione abbastanza usuale, comunico che per i prossimi 8/9 gg codesto inutile blog non sarà soggetto ad aggiornamenti. Ebbene si: prendo la crisi a calci in faccia* e me ne vado una settimana al mare. Hasta luego!
* è facile quando paga tutto la suocera...
A prima vista lo strano oggetto qui sopra rappresentato può far pensare all'insegna di un club privè di qualche villaggio Francorosso di Malindi, o a una marca di pizze surgelate made in USA. Eppure questo aborto grafico, pacchiana mescolanza dei più comuni filtri di Photoshop, nelle intenzioni dei suoi ideatori rappresenterà il nuovo logo dell'Italia nelle campagne di promozione turistica del nostro paese all'estero. Ogni prodotto ha la sua etichetta, e per quella specie di fantasilandia fatta di veline e 'papi' che è diventato il prodotto-Italia non si poteva trovare etichetta più azzeccata. Ce ne sarebbe già abbastanza per riderne fino a Natale, ma aggiungiamoci pure che dietro il luminescente miscuglio di effetti grafici c'è un intero team di esperti di comunicazione capitanati nientepopo'dimeno che da LEI, la Michela Vittoria nazionale, recentemente ripescata dall'oblio post-elettorale delle ultime politiche e assurta all'immeritato ruolo di ministro del turismo. E proprio la neo ministra rossa (in senso tricologico), ospite in una diretta del Tg4 dell'amico Fede per presentare l'obbrobrio agli italiani (che lo hanno pagato), ha sottolineato il ruolo decisivo avuto dal pres. del cons. nella realizzazione dello scempio. Il presidente grafico pubblicitario... tutto sommato c'era da spettarselo. Certo, è difficile rimpiangere l'orrore del cetriolone nazionale di rutelliana memoria, però anche brandizzare il Paese con un logo che sembra quello di un sexy shop non mi pare una grande idea. Però, aspetta... chissà, potrebbe anche funzionare...
Esiste nulla di più triste di un Partito Democratico che per consolarsi dall'ultimo smacco elettorale sbandiera ai quattro venti la vittoria in terra friulana di una candidata (ed emerita sconosciuta) pettinata come il sottoscritto quando da bambino la nonna gli tagliava i capelli con la scodella?
Stasera devo uscire con della gente a mangiare una pizza. Domani sera uscirò con altra gente a mangiare la pizza. Domenica, per digerire, andrò a votare. Credo che pochi conoscano a fondo le reali motivazioni per cui domenica ogni onesto cittadino sarà chiamato a compiere le proprie funzioni di elettore, quando magari preferirebbe andare in pizzeria con della gente. Io faccio parte di questo gruppo, anche se ho il sospetto che domenica la pizza sarà l'ultimo dei miei desideri. D'altronde è difficile avvertire in pieno il clima da pre-consultazione quando si vive in un paese in perenne campagna elettorale. Quest'anno poi in quanto a teatrino la nostra politica ha dato il meglio: diciottenni mignottine che chiamano papi gli amici del papi, aerei di stato usati e abusati, diciottenni mignottine sugli aerei di stato e aerei di stato che si infilano in diciottenni mignottine mentre il loro papi si spolmona nel garantirne l'illibatezza. Io mi ritengo un cittadino mediamente informato: leggo i giornali, guardo i tg, navigo internet e mangio pizze, a volte anche tutto in contemporanea. Nonostante ciò ho nei confronti di questa tornata elettorale lo stesso livello di preparazione di un pizzaiolo egiziano (che non vota, quindi il suo interesse verso tali pratiche di democrazia è per forza di cose assai contenuto, e poi ultimamente la pizza al kebab spopola anche se fa cagare, quindi lui ha ben altre faccende a cui pensare che non siano le elezioni europee). Sappiamo (so) che domenica si vota per rieleggere il parlamento europeo. In quanto italiani, siamo abituati ad associare il termine parlamento ad un rifugio per paramafiosi arraffoni sfaticati e succhiasangue, uno strano centro di potere i cui costi annuali a carico dei cittadini (o almeno quei pochi che ancora pagano le tasse) superano quelli di Buckingman Palace, a fronte di un'attività legislativa ormai ridotta al lumicino dall'esuberanza decretatoria del nostro buffo premier. Tutto sommato non sbagliamo di molto neanche per quanto riguarda i nostri rappresentanti in sede europea: rispetto ai loro colleghi del resto dell'Unione, gli europarlamentari italiani risultano quelli più pagati in assoluto, mentre registrano la più bassa percentuale di presenza in aula. Very Italian Style. Non c'è quindi da stupirsi se da noi la campagna elettorale eterna ha vissuto attimi di recrudescenza negli ultimi periodi: lo scranno con la bandierina azzurra fa gola. Ancora meno dovrebbe sorprendere il disinteresse degli elettori nei confronti di queste consultazioni. Alla fine si tratta solo di selezionare un gruppo di sfaticati che per un'intera eurolegislatura si limiterà a bazzicare ogni tanto con aria svogliata per le vie di Bruxelles e Strasburgo, il tutto in cambio di un corposo tornaconto a carico dei cittadini. Poi magari ci offendiamo pure quando ci prendono per il culo, italiani-pizza-mandolino-mamma. Anzi no, niente pizza. Quella ce la metto io. (comunque sia, per carità andate a votare. Con l'aria che tira, potrebbe essere l'ultima volta che ce ne viene data la possibilità...)
|