Mentre l'ultimo
rapporto Caritas sull'immigrazione in Italia snocciola cifre da pelle d'oca, i maggiori quotidiani si affannano nel presentare la notizia con la più alta enfasi positivistica possibile.
3.700.000 regolari, olè! Aumentati in un solo del anno del 21,6%: che bello!
Se si escludono quei buontemponi de La Padania e qualche altra testata minore, il resto della stampa italiana è tutto un rallegrarsi per il boom di immigrati nel paese, quasi che a fermarsi un attimo per riflettere sulle dimensioni che il fenomeno ha assunto ci fosse il rischio di passar per razzisti.
Qui nessuno è razzista, ma neppure fesso.
Proviamo a considerare almeno i numeri principali.
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21,6% di incremento presenze in un anno: nemmeno nell'America di inizio '900 si è arrivati ad una percentuale del genere. E stiamo parlando di una nazione che aveva (ed ha tutt'ora) delle potenzialità economiche e sociali che noi a ancora oggi nemmeno ci sogniamo. Nonostante ciò stiamo accogliendo, in proporzione, un flusso in ingresso assai maggiore. Tra il 1892 e il 1924 sono entrati negli USA - nazione ricca e dalle potenzialità economiche enormi- circa 18 milioni di persone, con una media annuale di poco superiore alle 560.000 unità. In Italia, fanalino di coda tra i paesi fondatori dell'unione europea, costantemente alla canna del gas con un debito pubblico da terzo mondo, ne sono arrivati 700.000 solo nell'ultimo anno. Allegria.
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200.000 stranieri occupati in più nell'ultimo anno: benissimo, ma se ne sono entrati 700.000, glia ltri 500.000 cosa fanno? magari un giretto alle parti della stazione centrale può aiutarmi a capirlo.
Nella civilissima America di inizio '900 le politiche per l'immigrazione escludevano la possibilità di ingresso nel paese ad analfabeti, infermi, dementi, prostitute, anarchici e comunisti. Noi, un secolo dopo, neanche ci preoccupiamo di evrificare che chi ci bussa alla porta abbia almeno uno straccio di prospettiva di lavoro, con buona pace della legge Bossi-Fini e delle sue numerose scappatoie.
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In Italia gli immigrati sono il 6,2% della popolazione complessiva, contro il 5,6% della media europea: e non è il caso di chiedersi il perchè? Siamo l'anello debole della catena europea, il fanalino di coda nelle realtà economiche del vecchio continente, quelli con il ritmo di crescita più basso, eppure vengono tutti qui. E perchè poi? Forse perchè in altri paesi europei c'è un approccio più deciso nei confronti dell'immigrazione selvaggia? Nella ricca Germania ci sono stati 50.000 ingressi di extracomunitari in tutto il 2003... dopo solo s 4 anni noi ne riceviamo nello stesso arco di tempo un numero 14 volte superiore. Possibile che l'unica classifica europea in cui l'Italia è prima è quella del ritmo di crescita dell'immigrazione?
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Tra 20 anni gli immigrati in Italia saranno 10 milioni: consolante saperlo, soprattutto per un padre i cui figli, in quel periodo, non avranno ancora trent'anni...
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Nessuno scrolli le spalle o definisca razzista un padre che si preoccupa di una
figlia in un quartiere che non riconosce più. La sicurezza è un diritto
fondamentale che non ha colore politico, che non è né di destra né di sinistra.
Chi governa ha il dovere di fare di tutto per garantirla. (Uolter Veltroni)"