Di pazzi ne è pieno il mondo, non è una novità. Che in Italia se ne trovino in concentrazioni multiple rispetto a qualsiasi altra nazione evoluta, anche questo è risaputo. Ma che all'ora di pranzo di una domenica di campionato un poliziotto della stradale impazzisca di colpo e si metta a sparacchiare da una sponda all'altra dell'A1... beh, questa faccio un po' fatica a digerirla. Eppure... Eppure c'è il cadavere di un 26enne con un proiettile piantato nel cranio. Eppure c'è un poliziotto accusato di averlo piantato, quel proiettile. Eppure c'è un Ministero degli Interni che per un intero pomeriggio ha continuato a sostenere la tesi del colpo in aria, come se al momento dello sparo la vittima stesse volteggiando come un passero. Eppure ci sono migliaia di fessi che hanno strumentalizzato il tragico fatto per montare una protesta contro le forze dell'ordine, scatenandosi in devastazioni e vandalismi da sommossa (in)civile. Eppure c'è uno sport che ha perso quella poca dignità che il ciclone di Calciopoli gli aveva risparmiato. Eppure c'è una Federazione Italiana Gioco Calcio ostaggio di tanti, troppi interessi economici, che questa dignità non è riuscita tutelarla. Eppure il sacrificio dell'ispettore Raciti non ci ha insegnato proprio nulla. Ora basta.
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