Una torta intera ci meritiamo, altro che biscottino.
Con tutta la buona volontà del mondo, non riesco a spiegarmi questo affannarsi dell'italico mondo pallonaro intorno all'ipotesi del cosidetto "biscottino olandese", cioè la possibilità che le nazionali di Olanda e Romania possano aggiustare a loro vantaggio il risultato dell'incontro che disputeranno domani. E perchè non dovrebbero farlo?
Lo scenario è abbastanza semplice: l'Olanda, già matematicamente qualificata, ha tutto l'interesse a risparmiare uomini ed energie per gli incontri delle fasi successive, mentre la Romania in caso di vittoria passerebbe anch'essa il turno eliminando Francia e Italia.
Dinnanzi ad una simile prospettiva (tutt'altro che remota) le massime autorità del nostro calcio si stracciano le vesti invocando lealtà e senso sportivo da parte degli olandesi, mentre meglio ci starebbe una seria presa di coscienza circa le cause della debacle italiana a questa manifestazione, e sui mali del calcio nostrano in genere.
Mi pare di verderli, alla federcalcio olandese e tra i membri dello staff degli orange, mentre si danno di gomito ridacchiando all'idea che l'Italia, patria di calciopoli e degli scandali doping, pretenda di dar loro lezioni di lealtà sportiva. In effetti è da ridere.
Proviamo soltanto a immaginare per una attimo la situazione a parti invertite: come si comporterebbero gli azzurri? Probabilmente Donadoni dormirebbe tutta la partita mentre in campo le nostre riserve delle riserve giocherebbero con le scarpe slacciate e gli occhi bendati.
Del resto noi italiani siamo così: lealtà e sportività sono concetti che apprezziamo solo se li praticano gli altri, dal momento che noi non ne siamo capaci.
E se per caso l'Olanda dovesse effettivamente perdere l'incontro -magari solo per demerito e non per presunte 'combine'- non oso immaginare i fiumi di inchiostro che quei quattro pennivendoli del nostro giornalismo sportivo rovesceranno indignati gridando allo 'scandalo'.
L'Olanda si è guadagnata sul campo la facoltà di affrontare questa partita come fosse una sessione di allenamento, ed ha tutto il diritto di giocarla (e perderla) senza affanni nè timori di apparire scorretta, soprattutto se le accuse arrivano da una squadra che ha già sonoramente battuto sul campo e che finora è riuscita solo a coprirsi di ridicolo, sia dentro che fuori il rettangolo di gioco.
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