Gli esami non finiscono mai, nemmeno quando sarebbe il caso.
Sta diventando un po' la moda dell'ultimo minuto quella di massacrare i test delle prove di maturità (e i funzionari ministeriali che le hanno elaborate). Senza dubbio la faccenda della gaffe sulla traccia di Montale è stata notevole, perchè pretendere che si individui "il ruolo salvifico e consolatorio della figura femminile" in una poesia dove di figure femminili non ce n'è manco mezza, è senz'altro una scivolata grossolana. Su questo punto però a mio avviso il Ministero ha saputo prendersi le giuste responsabilità, avendo rimosso dall'incarico a tempo di record il funzionario responsabile della superficialità. Oggi salta fuori che pure l'elaborato di inglese, destinato agli istituti ad indirizzo turistico, è stato scaricato bello e buono da un sito internet di viaggi; e fin qui non ci sarebbe niente di male non fosse che, a quanto pare, il testo è un concentrato pazzesco di errori e refusi, almeno secondo una sedicente professoressa madrelingua che pare annoveri tra i suoi ex studenti anche i figli del berluska. Davanti a certi episodi di superficialità e incompetenza viene automatico pensare che il ministero sia lo specchio della scuola che ci ritroviamo (o forse il contrario, ma la sostanza non cambia). Bullismi, vandalismi di massa, docenti assenteisti e professoresse zoccole sono le manifestazioni quotidiane di quel degrado che ormai da decenni è sistemico, a partire dagli stessi vertici ministeriali. Del resto nell'Italia dei furbi è più stimata la capacità di mettere in campo mezzucci e trucchetti per superare una prova d'esame che non le reali competenze e capacità, frutto di applicazione e impegno costante. Mi viene in mente quel film con Sordi e la Cardinale, dove ad un certo punto c'è una classe di bambini australiani che fa lezione con un professore collegato via radio da chilometri di distanza: uno degli studenti sbaglia una risposta e si autoassegna un votaccio, sotto lo sguardo stupito di Sordi che non si capàcita di cotanta correttezza morale da parte di uno studentello. E' una questione di cultura, e a noi ne manca molta.
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