Ammetto che di quest'uomo neanche conoscevo l'esistenza, almeno finchè lui stesso non ha deciso che era durata abbastanza e l'ha interrotta mediante impiccagione il 12 settembre scorso. Oggi, ad oltre un mese dalla morte, ho deciso che è giunta l'ora di colmare le mie lacune pressoché totali circa la produzione letteraria di questo autore che in patria si è messo in luce fin dagli esordi, mentre in Italia - come spesso succede- sta godendo un'improvvisa quanto pelosa rivalutazione post-mortem. Ho quindi cercato in un paio di librerie qui intorno quello che viene riconosciuto come il maggior capolavoro di D.F.W.: 'Infinite Jest', ediz. Fandango. Non c'è stato verso di trovarne una copia, a conferma del fatto che un sacco di persone hanno hanno scoperto di colpo le opere di Wallace soltanto dopo che i media ne hanno riportato la notizia del suicidio, e io sono una di queste persone. Allora tanto vale che pubblichi anch'io quel testo che tutti adesso usano per dire "eh, leggi qua che roba, io l'ho sempre detto che aveva un gran talento quel tipo" anche se ancora non hanno mai avuto in mano un suo libro. “La persona che ha una così detta depressione psicotica e cerca di uccidersi, non lo fa aperte le virgolette "per sfiducia" o per qualche altra convinzione astratta che il dare e avere nella vita non sono in pari. E sicuramente non lo fa perché improvvisamente la morte comincia a sembrarle attraente. La persona in cui l'invisibile agonia della Cosa raggiunge un livello insopportabile si ucciderà proprio come una persona intrappolata si butterà da un palazzo in fiamme. Non vi sbagliate sulle persone che si buttano dalle finestre in fiamme. Il loro terrore di cadere da una grande altezza è lo stesso che proveremmo voi o io se ci trovassimo davanti alla finestra per dare un'occhiata al paesaggio; cioè la paura di cadere rimane una costante. Qui la variabile è l'altro terrore, le fiamme del fuoco: quando le fiamme sono vicine, morire per una caduta diventa il meno terribile dei due terrori. Non è il desiderio di buttarsi; è il terrore delle fiamme. Eppure nessuno di quelli in strada che guardano in su e urlano "No!" e "Aspetta!" riesce a capire il salto. Dovresti essere stato intrappolato anche tu e aver sentito le fiamme per capire davvero un terrore molto peggiore di quello della caduta.”
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