Ho già avuto occasione in tempi non sospetti di
scagliarmi contro Facebook e il concetto di Social Network in generale.
Adesso che il fenomeno è in crescita esponenziale, e come tale anche i suoi detrattori, mi trovo ad essere in totale disaccordo
su quanto ha scritto oggi il Corriere in proposito.
Considerare Facebook un giochino da sfigati sottintende una ignoranza di fondo sull'argomento, senza contare che si sta parlando di una "moda" che ha ormai contagiato oltre 1.300.000 soltanto in Italia. Tutti sfigati afflitti dalla solitudine? Poco credibile.
Il fatto poi che l'articolo si basi sulle dichiarazioni di un'oscura psicologa esperta in attacchi di panico (e che c'entrano gli attacchi di panico con il social network?) che ha classificato i facebookiani suddividendoli in sei categorie patologiche, la dice lunga sull'autorevolezza delle opinioni espresse.
Insomma, che Facebook sia un magnete per gli sfigati non lo metto in dubbio, ma che TUTTI o anche solo una grossa parte dei suoi utenti siano tali è una tesi difficile da sostenere.
Non rinnego quanto ho scritto neanche un mese fa, però ammetto che Facebook ha delle sfaccettature divertenti. Non ci divento pazzo, lo trovo soltanto un metodo rapido e gradevole per mantenere certi contatti che, per questioni geografiche o altro, difficilmente si potrebbero mantenere in forme più "reali".
E se proprio mi devo riconoscere in una delle categorie indicate dal Corriere, allora scelgo quella dei Nostalgici:
"Una nostalgia per i vecchi tempi che, di fatto, è un rimpianto per i rapporti veri e perduti, per un'infanzia e un'adolescenza ormai lontana e mitizzata."Embè? Se anche fosse, che male c'è?