Con il consueto ritardo che caratterizza l'aderenza all'attualità di questo blog, vorrei unirmi al lamento universale che da una settimana accompagna i resti del povero Michael Jackson da un'autopsia all'altra, certo che solo dopo aver postato queste mie poche righe l'anima del compianto potrà finalmente trovare pace. Ovviamente, in virtù della mia impronta cultural-musicale distante anni luce dalle galassie mainstream del pop di Jackson, non mi cimento in alcuna analisi della sua sterminata produzione musicale, se non per ribadire che in larga misura mi ha sempre fatto cagare. Anche sull'uomo preferirei evitare ogni chiosa, essendo i miei princìpi assai poco allineati rispetto a quelli di chi sceglie di vivere in una camera iperbarica, sventola i figli dalle finestre degli hotel e (probabilmente) molesta i minori. Mi rendo conto però che per milioni di persone nel mondo quel tarantolato tutti urletti e passettini ha rappresentato moltissimo, in termini musicali e non, pertanto comprendo e partecipo al dolore della loro perdita. Per quanto riguarda invece la mia personalissima visione dell'universo pop/rock, il vuoto lasciato da MJ è già degnamente colmato:
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