Magari sono io che ne faccio una questione di lana caprina, ma questa faccenda di accampare il circo del G8 a L'Aquila non mi è piaciuta già dall'inizio per ragioni di, come dire, opportunità di immagine e contenimento dei costi. Gli investimenti inizialmente previsti per La Maddalena verranno comunque stanziati, come ha più volte annunciato il berluska davanti alle proteste dei sardi, dimenticando -come suo solito- che la montagna di denari necessaria per il cambio di sede del summit la cacciano i contribuenti.
Ma l'aspetto a mio avviso più patetico, sconveniente ed umiliante di tutta la faccenda sono le sfilate di personalità e capi di governo davanti alle macerie delle cittadine distrutte, come se i potenti della terra avessero bisogno di toccare con mano le ferite della terra d'abruzzo e della sua gente per comprendere il significato della tragedia.
Con tutto il rispetto che ho per le popolazioni colpite dal sisma, credo che questa forma di spettacolarizzazione del loro dramma sia oltremodo umiliante. Di tutto hanno bisogno da quelle parti tranne che di essere esibiti come attrazioni pietose a rappresentanti istituzionali che, in fin dei conti, sono lì per discutere problematiche globali di ben altra portata.
Invece no: tutti in comitiva, potenti e
loro consorti, per un bel tour nel cuore della catastrofe, organizzazione a cura della premiata ditta berluska. Venghino siore e siori, venghino a vedere le macerie annerite, a sentire l'odore della polvere e i lamenti di chi ha perso tutto. E alla fine della visita, se qualcuno volesse lasciare un soldino nella cassetta delle offerte, c'è una bella
lista della spesa con l'elenco delle cose da fare e relativo importo. Date una mano, voi rappresentanti del mondo ricco, a queste povere terre così dolorosamente colpite!
No, non credo fosse questo che si aspettavano gli abruzzesi da questo G8. E sinceramente neanche io.