Settimana scorsa negli USA è partita la campagna di vendita di Iphone, il nuovo gadget di casa Apple, e mi ero ripromesso di seguirne sui media i primi passi nel mercato globale. E quale mercato potrebbe essere più globalizzato di quello americano? Tanto più che adesso i pazzi che si mettono in coda davanti ai negozi con giorni di anticipo rispetto al lancio ce li hanno pure loro, non sono più una prerogativa esclusiva dei giapponesi. Ho letto che un tizio -forse newyorkese, non ricordo- è rimasto accampato davanti ad un negozio per un'intera settimana. Ne hanno fatto un eroe, tutti i giornali ne hanno parlato ed è pure finito sui maggiori network tv. Tutto grasso che cola, semmai ne avesse ancora bisogno, per il brand Apple che ha fatto ancora una volta centro pieno.
Ma la cosa più intrigante in tutta la faccenda è che sono riusciti a creare un interesse enorme nei confronti di qualcosa che non c'è. In fin dei conti dov'è 'sto iPhone? Qualcuno l'ha visto? Ne ha smanacciato tutti i tastini? Se l'è passato sugli incisii per capire se è fatto di metallo o di plastica o di merda? No, però stan tutti lì ad aspettarlo in coda sotto la pioggia.
La gente vede un mela rosicchiata e automaticamente acquista. Lo chiamano Ghost Marketing e racchiude nella sua anglofona coincisione il concetto che, nella nostra economia, la comunicazione conta più del prodotto. Che esiste, ed è ottimo, ci mancherebbe; del resto se vendi fuffa puoi pure metterci tutta la comunicazione che vuoi, ma alla fine non vai lontano perchè non puoi infilare le mani in tasca alle persone mentre le prendi per il culo.
Però nel caso dell'iPhone ha venduto più l'idea, il concetto che non il prodotto stesso.
Ho deciso pertanto, a quasi una settimana dal lancio ufficiale, di approfondire le mie conoscenze circa le caratteristiche di Iphone. Immagino che ravanando bene i forum più specifici sia già possibile ritrovare anche le prime critiche.
La cosa più strana di tutto questo mio interessamento per i prodotti Apple è che non ne possiedo neanche uno. La mia unica esperienza con la mela morsicata si riduce ad un Ipod 30Gb di proprietà di un collega il quale gli aveva irrimediabilmente fiammato il firmware nel tentativo di aggiornarlo. Dopo innumerevoli quanto inutili tentativi di riportarlo in vita me lo regalò, sicuro che non ci fossero speranze di rianimarlo. Io a dir la verità non ci ho neanche provato. Ho contattato giusto per curiosità un centro di assistenza per quel tipo di prodotto, ma riparare quel dannato Ipod mi sarebbe costato come comprare altri due lettori nuovi di qualsiasi altro produttore. Non ne valeva la pena, tanto più che il mio Creative da 20Gb, acquistato su Ebay ad un prezzo neanche lontanamente paragonabile al suo pari capacità di Apple, soddisfa pienamente ogni mia esigenza di musica mobile. Altra categoria di prodotto, obietterà qualcuno. Sarà, ma se li usi per ascoltarci indie-rock in metropolitana, uno vale l'altro.
Fatto sta che l'iPhone mi incuriosisce anzichenò. un aggeggio che fa telefono, lettore mp3, palmare, fotocamera e chissa quant'altro ancora, stuzzica i miei gangli tecnofili.
Certo che costa un botto. Apple ha un pò rotto i coglioni proprio per questo: capisco la qualità del prodotto, la ricerca costante e l'attenzione al particolare, però non si può produrre esclusivamente prodotti di nicchia. E noi poveracci allora che facciamo, sempre la figura da figli del parroco?
La versione merricana del prodotto costa un cosmomiliardo di dollari; in Europa il cambio ci favorirà un pochetto, ma ci sarà comunque da cacciare oltre mezzo cosmomiliardo di euro per portarsi a casa il gadgettone.
Ho intenzione di capirci qualcosa anche riguardo al target del prodotto. Il telefono lo usano tutti, grandi e piccini. Il lettore mp3 è più un oggetto da sbarbatello o comunque limitato ad una certa fascia di età. Il palmare resta più uno strumento da manager, perchè bene o male noi comuni mortali le nostre mail e navigazioni internet le gestiamo dal pc di casa, dell'ufficio, a scuola, etc.
L'insieme di tutte queste funzionalità, pomposamente definito "convergenza", presuppone un target ben specifico.
Che sarà costituito perlopiù dall'esercito, sempre numeroso, degli sboroni. Quelli che lo devono avere a tutti i costi, perchè è un prodotto di nicchia, ce l'ha tutta la gente giusta e fa fighissimo avercelo sempre in bella mostra. Spesso mi son chiesto se l'Ipod avrebbe avuto lo stesso successo senza la pubblicità intrinseca che gli hanno fatto molti personaggi dello sport e dello spettacolo (Madonna o Adriano, per dirne un paio) esibendo in ogni occasione i loro esemplari. Non c'è calciatore in Italia che non sia stato immortalato mentre scende dal bus della società con gli auricolari bianchi piantati nei padiglioni e l'Ipod in mano.
Ritengo quindi che l'iPhone sarà, almeno per lo scenario europeo, il classico gadget di nicchia di cui poche persone sfrutteranno pienamente tutte le potenzialità.
L'amico Claudio, talentuoso disegnatore, musicista eclettico, anima geniale in costante fermento artistico, mi segnala la pubblicazione su YouTube del suo ultimo sforzo creativo di cui è un onore, per codesto blog, poter ospitare il link. Et voilà:
Fatico anch'io a trovarci un senso, ma la scorsa notte ho sognato che combattevo contro orde di zombie.
La cosa più strana è che la figura dello zombie, del morto che non è morto e va in giro a rompere i coglioni a coloro che invece vorrebbero godersi in pace il loro stato di viventi, non l'ho mai considerata più di tanto.
Mi ha sempre lasciato indifferente sia la sua caratterizzazione cinematografica (i pochi film sul genere che ho visto mi hanno annoiato -è il caso di dirlo- a morte) sia quella letteraria (mai letto nulla sul genere). Perfino nel campo dei videogiochi, dove i non-morti hanno sempre furoreggiato nella parte dei cattivi da sterminare senza pietà, ho pochissima esperienza diretta.
Forse è proprio a causa di questa scarsa cognizione di causa che fatico a considerare la battaglia di stanotte come un vero e proprio incubo.
Mancava quell'aura terrificante che a rigor di logica dovrebbe accompagnare un incontro ravvicinato -seppur nella sfera onirica- con tali terrificanti creature. Questo principalmente per tre motivi.
Il primo è che gli zombi del mio sogno non erano terrificanti proprio per niente. Niente bulbi oculari penzolanti dalle orbite, nessun osso fuoriuscito da carni putride, niente abiti laceri. Solo comuni persone dall'aspetto normalissimo, come portei incontrarne a decine passeggiando per la strada in questo momento. Se dal punto di vista iconografico le creature aderivano poco all'immaginario popolare, come atteggiamento erano invece abbastanza conformi al genere: sguardo inespressivo, camminata lenta e trascinata, ostinazione bovina nella ricerca dell'obiettivo (che ovviamente ero io).
Il secondo motivo era la totale mancanza di qualsiasi riferimento splatter. Gli scontri corpo a corpo con le creature si svolgevano senza alcun particolare cruento. Niente sangue, ferite, nessuna espressione di dolore da parte degli assalitori abbattuti.
E questo nonostante la notevole dotazione di armi da difesa a mia disposizione, tra le quali l'immancabile sega a motore, pistole e fucili di vario tipo e calibro, e una grossa chitarra elettrica bianca in grado di sopraffare qualsiasi zombie assalitore con un solo colpo del manico*.
Ma non v'era brutalità nei contrasti. Per esempio, bastava puntare la lama della motosega contro una creatura e questa, dopo qualche istante di immobilità inespressiva, era oniricamente fuori gioco**.
Il terzo motivo che contribuiva a rendere poco terrificante la situazione era l'impostazione videoludica di tutta l'esperienza.
Mi spiego. Possedevo, ad esempio una barra dell'energia. Non saprei dire nè dove nè come fosse quest'indicatore di vitalità, ma ne avvertivo la presenza e la "sentivo" calare ad ogni attacco del nemico, esattamente come nei più comuni videogames "sparatutto". C'è stato un momento in cui ho sbagliato a lanciare una bomba a mano contro un gruppo di zombie incalzanti e questa mi è esplosa troppo vicino riducendo di parecchio la barra dell'energia: mi sono dato del pirla*** per mezz'ora.
Inoltre i nemici erano stranamente categorizzati, come nei videogiochi: c'erano gli zombi semplici, eliminabili con un solo colpo di motosega o di doppietta; a questi si aggiungevano degli esemplari molto più subdoli, veloci e faticosi da abbattere, ed erano tutte donne****. Poi c'erano certi tipi con l'impermeabile verde che avevano la non secondaria facoltà, una volta abbattuti, di ricaricare la mia barra dell'energia.
Ne ho massacrato interi plotoni, per tutta la notte.
Si può chiamare incubo un'avventura così? Io mi son divertito. E' uno dei sogni che mi son piaciuti di più, dopo quello in cui toccavo le tette alla Simona Ventura e quello dove l'Inter vinceva la Champion's.
*Son queste piccole incongruenze che rendono avvincenti i sogni. Semprechè non si tratti delle prime avvisaglie di squilibrio psichico **un pò come quando da bambini si giocava a cowboy contro indiani: quando la maggioranza ti considerava colpito a morte dovevi abbandonare il gioco. ***oniricamente parlando. Ma mi capita di farlo spesso anche nella realtà (di darmi del pirla, non di lanciare bombe) ****che sogni o sei desto, la donna è sempre donna
Non so voi, ma a me le gaffe imbecilli di Berlusconi un pò mancavano.
La scena mondiale, senza gli exploit del nostro guitto pelato, sembrava un circo senza i suoi clown.
Ora si che lo riconosco.
E' da metà maggio che non passano tre giorni consecutivi senza uno scroscio di pioggia, almeno dalle mie parti. Per quanto mi riguarda, dal punto di vista climatico l'estate 2007 verrà ricordata come una stagione di merda. E chi la pensa diversamente è uno sfigato, come son sfigati tutti i depressi malinconici che preferiscono il freddo e il maltempo al sano piacere della canicola estiva. Quanti ne ho sopportati, in queste ultime settimane, di depressi cronici che sospirano di sollievo davanti all'ennesimo temporale in arrivo. "Meglio così, che almeno rinfresca" ti dicono. Ma rinfresca cosa, sfigato?! Siamo a luglio, ho il diritto di pretendere che faccia caldo, cazzo! Se non ti sta bene, porta il tuo culone sudato ad affogare in qualche fiordo norvegese, ma non rompere i coglioni a chi batte i denti per mesi sognando l'arrivo, finalmente, del mese più dolce e vivace dell'anno. E che quest'anno, ancora una volta, sta facendo cagare.
Oh, déi del clima, datemi un segno della vostra benevolenza: quali sacrifici devo compiere per avere la gioia di un'altra estate come quella del 2003?
Il tagliando dell'auto è come il dentista: costa un botto, e non puoi rimandarlo in eterno.
Vista l'ormai imminente partenza per le ferie, ho deciso di dedicare alla mia Gloriosa Voiture il meritato tagliando annuale.
Inutile dire quale impresa sia stata trovare un'autofficina disponibile all'intervento in tempi brevi. Fatto sta che alle 8.30 di ieri mattina parcheggiavo la mia gloriosa sul pavimento unto dell'unica autofficina disponibile a tagliandarla prima di settembre.
I patti col mastro tagliandatore erano chiari: olio, filtri e controlli vari. Al massimo un'opzione sulle spazzole tergicristallo, che ogni volta che partivano sembrava mi stessero segando il parabrezza.
Tutto ok, all'ora prevista per la consegna il Mastro Tagliandatore accoglie nelle capaci manone le chiavi della Gloriosa, e arrivederci a stasera.
Tempo due ore, invece, ed ecco la prima mazzata. Il Mastro Tagliandatore mi comunica via cellulare la ferale notizia: le pastiglie dei freni sono andate. Occorre intervenire, e subito. Diversamente saran tragedie e sventure, la Gloriosa resterà senza freni, si ribalterà alla prima curva, a volte prenderà fuoco e gli alieni mi rapiranno mentre son fermo al semaforo.
Va bene, dico io, facciamo 'ste pastiglie; ma quanto viene il tutto?
Il Mastro Tagliandatore resta abilmente sul vago. Occorre valutare la mano d'opera, dice, considerare i costi materiale, poi c'è lo smaltimento degli scarti, più un sacco di altre variabili. Insomma non c'è verso di avere un'indicazione chiara, il prezzo previsto oscilla tra i 100 e i 250 euro, con una volatilità da far invidia ai tango bond argentini. D'altro canto con la sicurezza in auto non si gioca, s'aggiungan quindi anche i freni. Alea Iacta Est.
Nel tardo pomeriggio torno nell'antro odoroso di benzina per riprendermi la Gloriosa, rigenerata dalle sapienti cure del Tagliandatore.
Costui se ne sta a riposare seduto dietro un cumulo di pneumatici e mi accoglie con un sorriso: "tutto a posto" tuba, levando un pollice bisunto. "Passi pure da Messer Incassatore, che intanto io le preparo la macchina".
Messer Incassatore, un lungagnone con t-shirt brandizzata col logo del concessionario, sta rintanato dentro un cubicolo di vetro posto in un angolo dell'officina.
Mi scorge in avvicinamento e con un sorriso fa cenno d'entrare. "Ohilà, buon viandante, qual buon vento ti mena per codeste lande?" mi dice appena entro nel cubicolo refrigerato.
"Vento di Zefiro, caro Incassatore" rispondo io "anzi di Zafira, nel caso specifico. La mia Zafira, cui avete rigenerato oli e liquidi su per tubi e condotte. Ora mi dica un pò, messere, di che morte vado morendo, poichè il mastro di là accennava stamani a cifre spaventevoli".
"Spaventevoli, dite? Ma suvvia!" replica bonariamente il rapace scartabellando tra un cumulo di fogli "vediamo un pò che dice la fatturina. Oh, ecco qua!". Sfila dal mucchio un inquietante modulo continuo a tre fogli e inforca gli occhiali. "Dunque vediamo un pò... Opel Zafira, ecco qua: oliofiltriverificalivellietc-etc-etc" comincia a sciorinare spuntando col dito ogni voce dell'infinito elenco. "Venga venga, buon viandante, si avvicini che le spiego per bene ogni mistero della sua fatturina". Appoggia sul bancone l'incartamento. Con mossa ratta sollevo lesto il lembo dell'ultima pagina alla ricerca dell'infame cifra comprensiva di IVA. "Solo un attimo, buon viandante" chiosa l'Incassatore ponendo le mani a schermare i fogli "volevo prima illustrarle tutte le voci, affinché ogni dubbio sia fugato e la chiarezza abbia a trionfare..."
"Ma lei sa bene, illustre Incassatore, che per chi sta dalla mia parte del bancone ciò che preme conoscere sono i numerelli scritti in fondo, chè tutto il resto vien poi da sè!" replico io.
"Ma certamente, gentile viandante, le dico quindi subito che tutto compreso siamo a quattrocentoquarantotto euro...". Il mondo mi vacilla intorno. "448 euro!! Eccosè, mi date forse una nuova voiture? Eppure mi pareva che la Gloriosa, seppur coi suoi annetti alle spalle, funzionasse assai bene. Per quale motivo volete vendermene una nuova? Poiché suppongo che per quella cifra sia previsto che io esca di qua al volante di una vettura di lusso nuova fiammante, non trovo altra giustificazione per un cifra così imperbolica."
L'Incassatore, ormai deciso a giocare a carte scoperte, tappezza il bancone coi fogli della fattura. "Gliel'ho detto, caro il mio viandante affranto, che era meglio acquisire una visione d'insieme, prima di focalizzarsi sul singolo particolare dell'importo..."
"Sarà anche un singolo particolare, ma guarda caso è proprio quello che andrà a riverberarsi sulle mie disastrate finanze! E' forse il caso di introdurre nella sua tanto cara visione d'insieme un'ulteriore singolo particolare, conosciuto a più con il nome di 'sconto'".
"Ma caro mio, qui è già tutto scontato! Guardi, guardi qui" mi mostra una colonna di numeri "questo è lo sconto applicato sui materiali, vede? E' un'iniziativa della nostra società per inentivare la fedeltà dei propri clienti".
"E avrete certo di che sudarvela la fedeltà dei clienti, con certi prezzi!" ribatto io. "Ma mi dica un pò, esoso Incassatore, che vado notando qui una voce assai strana: smaltimento scarti non recuperabili=14 euro. Cos'è mai codesto balzello?"
"Ma quale balzello, pignolo viandante? Parlerei piuttosto di contributo. Come abbiam detto, la sua Gloriosa monta ora nuove pastiglie pei freni. Ma delle vecchie pastiglie che ne facciamo? Come saprà, si tratta di materiale ritenuto inquinante, e come tale gravato da una serie di imposizioni normative che stabiliscono procedure e trafile per il suo corretto smaltimento a basso impatto ambientale. Inutile dire che tutto ciò ha i suoi costi, e la voce in questione altro non è che il contributo richiesto per lo smaltimento del componente residuo".
"Ma che diamine ho da contribuire io?!" -sbotto- "non potete nasconderle nel secchio dell'umido come fanno tutti? O passarle alle ecomafie che per poco prezzo ne faranno concime pei campi? Perchè vi accanite con queste gabelle ad uccidere un uomo già morto?"
L'Incassatore coglie il tono ironico della mia sparata, ma non si impietosisce: "sa com'è, son scelte aziendali. Paga con assegno o Bancomat?"
"Carta di Credito"
"Ops! Non la prendiamo. Abbiamo solo Bancomat"
"E allora Bancomat"
"Perfetto. Ah, per quanto riguarda il prossimo tagliando, tenga presente che il nostro programma di manutenzione prevede che venga effettuato a distanza di un anno o dopo 30.000 Chilometri. Valuti lei, in base al chilometraggio, qual'è l'opzione più adatta"
"Facciamo nella prossima vita, e non ne parliamo più, ok?"
"ah ah, simpatico viandante! Ecco fattura e scontrino. Arrivederci"
"seee, stikazzi".
Con estrema contrizione comunico alla popolazione tutta di codesto amabile pianetucolo che il mio apparecchio televisore marca Loewe mod. Profile, dopo 9 anni di onorato servizio, si è arreso nella serata di ieri alle ingiurie del tempo e dell'usura.
Si è trattato purtroppo di una morte annunciata: è successo più volte, nei mesi scorsi, che durante il normale funzionamento dalla tv partissero improvvisi ed inquietanti scoppiettii, con successiva sparizione dell'immagine. Si rendeva necessario, a quel punto, spegnere l'apparecchio e lasciarlo raffreddare per un po', dopodichè riprendeva a funzionare regolarmente.
Finchè ieri sera, proprio durante la visione del sesto dvd della prima serie di X-Files, la tv ha cominciato improvvisamente a emettere schiocchi e soppiettamenti a raffica, tanto che ho ritenuto più salutare scollegarne direttamente l'alimentazione onde evitare guai peggiori.
Ora lo scenario è drammatico. Il tv è irrimediabilmente fuori gioco (data l'età sarebbe inutile tentare una riparazione) e le ferie, evento tradizionalmente dispendioso, sono alle porte.
Mia moglie suggerisce di sostituirlo provvisoriamente con l'altro televisore, quello con attaccata la Playstation e dedicato per convenzione familiare alle (mie) attività videoludiche: proposta bocciata (da me).
Io preferirei rinunciare alle ferie ed acquistare, finalmente, un bel LCD da 37 pollici minimo: proposta bocciata (dalla moglie).
Siamo in fase di stallo, l'intesa si prospetta difficile da trovare. Senza contare che ho un episodio di X-Files interrotto a metà, e questo è l'aspetto più seccante di tutta la faccenda.
Ah beh, tornare son tornato. E senza trovare casino, oltretutto. Neanche intorno a Bologna, dove in genere c'è più traffico che nel centro di Tokio.
Sette giorni di mare&sole senza mai vedere una nuvola: che sogno. Mi son riconciliato con gli dei del clima.
Non ci sono. Ancora non ci sono. Nel senso che son qui, ma la testa è altrove. Forse sento l'aria di vacanza. Oppure sono ancora mentalmente in spiaggia. Una settimana, una sola settimana, volata via come un lampo. Ma goduta, eccome se me la son goduta.
Basterebbe l'aumento di peso a dimostrarlo. In effetti, oltre all'abbronzatura, la settimana di mare mi ha lasciato addosso anche un paio di chili in più, figli dell'ottima cucina romagnola.
Per buttarli giù ho deciso di adottare il seguente regime alimentare:
colazione: caffè e acqua minerale
pranzo: niente
cena: niente.
Ma allora com'è che funziona? Tutti in ferie tutti al mare, metà della popolazione italiana dovrebbe teoricamente essersi riversata nelle località di villeggiatura, e invece ieri sera tornando a casa ho trovato lo stesso traffico-porcaio di sempre.
O ci sarà un esodo di massa nel prossimo weekend, altrimenti qualcuno non la sta raccontando giusta.