Di seguito tutti i deliri, in ordine cronologico...
Certe cose non me le spiego. La medicina moderna ha fatto passi da gigante in ognuno dei suoi campi di applicazione: ha concepito robot chirurghi in grado di essere manovrati da medici distanti migliaia di chilometri; ha sviluppato metodi diagnostici all'avanguardia, capaci di "guardarti" dentro senza neanche toccarti; ha elaborato farmaci prodigiosi basati su molecole sempre più complesse...
E allora, cazzo, com'è possibile che per curare una carietta si usano ancora mezzi e metodi da tortura medievale?
In tempi di demagogico -e giustificato- accanimento ai privilegi della 'Casta' politica nostrana, si sprecano le catene sant'antoniane che denunciano benefici, vantaggi, immunità e provvidenze varie con cui i nostri rappresentanti politici mitigano le privazioni loro imposte dalla dura vita parlamentare.
L'ultima, indignatissima mail m'è giunta dal compagno di merende Conte Oliver e denuncia le pensioni d'oro con cui molti ex-parlamentari della passata legislatura si consoleranno dopo la trombatura subita nelle consultazioni dell'aprile scorso.
Ne stralcio di seguito i più significativi:
Alfonso Pecoraro Scanio | (Verdi) | 8.839 euro |
Franco Giordano | (rifondazione) | 6.203 euro |
Enrico Boselli | (Socialisti) | 7.959 euro |
Oliviero Diliberto | (Comunisti) | 7.959 euro |
Ciriaco De Mita | (Rosa Bianca) | 9.363 euro |
Alfredo Biondi | (Forza Italia) | 9.604 euro |
Vincenzo Visco | (PD) | 9.363 euro |
Stefano Morselli | (Destra) | 8.164 euro |
Maurizio Ronconi | (UDC) | 6.203 euro |
Fausto Bertinotti | (Rifondazione) | 7.959 euro |
Clemente Mastella | (Udeur) | 9.604 euro |
Franco Giordano | (rifondazione) | 6.203 euro |
All'elenco vanno poi aggiunti altri 51 specialisti della pensione adamantina, appartenenti a varie formazioni politiche "sbarrate" dalle ultime elezioni. Il conto finale ammonta (ammonterebbe) a circa 405.818 euro lordi. Mensili, of course, e garantiti vita natural durante.
Vanno (andrebbero) poi aggiunte le liquidazioni di fine mandato di vario titolo e grado: si racconta, ad esempio, di 337.068 euro euro piovuti nelle tasche di Angelo Sanza, ex parlamentare in forza UDC; o di 307.328 euro destinati ad alleviare le delusioni elettorali di Clemente "er panza" Mastella.
Tirate le somme, i bilanci 2008 delle Camere alla voce 'vitalizi' snocciolano cifre da far tremare i polsi e girare i coglioni: 139,2 mln di euro per Montecitorio e 75,7 mln di euro per palazzo Madama.
Rabbrividiamo.
Non so fino a che punto queste cifre corrispondano alla realtà e quanto invece ci abbia giocato la demagogia dell'antipolitica, ma una cosa è certa: la bulimia autoremuneratoria è ormai l'unica qualità veramente bipartisan della nostra classe politica.
A questo punto credo di non aver più alcun pretesto per impedirmi di leggere "Gomorra" di Saviano.
Ho cercato in qualche modo di resistere alle incensature giornalistiche, ai sermoni dei critici, al clamore del pubblico. Arrivano direttamente da Cannes gli ultimi, decisivi attacchi alle mie residue resistenze. Due premi sciorinati tra i bagliori della croisette: non son cose che puoi fa finta di ignorare troppo a lungo.
Per questo devo leggere Gomorra, per questo dovrò farlo anteponendolo a letture già programmate e a me senz'altro più congeniali come genere e contenuti. Non mi resta altra scelta: devo leggere Gomorra prima che capiti, in un modo o nell'altro, di ritrovarmi davanti ad uno schermo a vedere il film che ne ne è stato tratto.
In fondo c'è una logica quasi banale dietro questa autoimposizione: Gomorra, si dice, è un film unico. Intelligente, maturo, scioccante senza cadere nella stucchevole documentaristica sociale. Non accusa e non consola. E' un film, si dice, di cui si sentiva il bisogno. Un bisogno che ormai è diventato anche mio.
Ebbene, io voglio questo libro. Lo voglio subito, lo voglio adesso, lo voglio senza se e senza ma. Lo voglio perchè l'ha scritto HotelMessico (non fatevi sviare da quel nome in copertina: non so chi sia, forse un impostore...) Lo voglio perchè è giallo. Lo voglio perchè si intitola "airbag" Lo voglio perchè dall'immagine di copertina capisci subito che dentro c'è HotelMessico. Se non conosci HotelMessico sei una scimmia briatorizzata e un giorno ti faranno male i denti (non sarà un buon segno).
Il fatto che la Spagna, per voce di qualche suo oscuro ministro a non si bene quale funzione, si permetta il lusso di dare lezioni di civiltà all'Italia in tema di contrasto all'immigrazione clandestina, con particolare riferimento alle recenti iniziative sui campi rom, mi pare un'ingerenza inopportuna e totalmente fuori luogo. Ancora di più se si considera che le accuse di xenofobia e razzismo piovute da Madrid partono da un governo, quello di Zapatero, che negli ultimi 4 anni ha prodotto l'espulsione dal proprio territorio di quasi 400.000 clandestini, grazie anche a dinamiche di gestione del fenomeno tutt'altro che chiare (si racconta che in alcune zone del sud la polizia di frontiera spagnola abbia fatto ricorso alle armi nel contrasto agli ingressi illegali).
Ed è proprio nell'ipocrisia di questo attacco gratuito e sconveniente che va cercata la chiave di lettura di tutta la vicenda, considerando inoltre che ogni tentativo da parte italiana di smorzare i toni sulla questione ha ricevuto come contrappunto solo ulteriori e seccanti attacchi.
Fossi un clandestino in Italia, ci penserei due volte prima di accettare per buona la pietà pelosa che il governo spagnolo va sbandierando in ambito europeo con la pretesa di tutelare i miei diritti.
Perchè dei clandestini che vivono in Italia -siano essi rom, maghrebini, cinesi o marziani- al governo Zapatero interessa solo una cosa: che rimangano in Italia.
Gli spagnoli temono che un inasprimento delle norme italiane in tema di immigrazione spinga nuovamente i barconi di disperati a puntare la prua verso le loro coste.
Non c'è alcuno spirito di tolleranza negli intenti di Zapatero, non c'è nessuna pietà né compassione nei confronti del 'diverso'. C'è solo il timore di ritrovarselo in casa, e nel contempo la ferma intenzione di deviarlo qualche porta più in là.Che vada a dar fastidio a qualcun altro. E se quel qualcuno si lamenta o addirittura osa tentare un meccanismo di difesa, ecco i ministri pronti a stracciarsi le vesti nel nome della tolleranza e dell'accoglienza.
Quel razzismo di cui l'esecutivo spagnolo ci accusa striscia mille volte più vigoroso tra i suoi stessi membri, reso ancora più odioso dall'indecenza della loro ipocrisia!
Rimane un mistero da svelare con quale autorità e influenza gli spagnoli siano riusciti a porre la questione all'ordine del giorno nel dibattito odierno al parlamento europeo. La sensazione è che tutto sommato al resto dei paesi europei torni assai comoda l'idea di un'Italia destinata al ruolo di serbatoio di accoglienza in grado di assorbire buona parte dei flussi migratori in rotta verso il continente.
Tanto gli italiani si sanno sempre arrangiare, no? Pizza-mandolino-mamma! Gli italiani sono amici di tutti, lascia che se lo smazzino da soli il problema dei clandestini...
C'è solo da augurarsi che il nostro governo sappia reggere con autorità e fermezza il vergognoso accerchiamento di cui siamo oggetto, proseguendo senza ripensamenti lungo il percorso intrapreso.
Perchè è senz'altro vero che su questa terra siamo tutti ospiti e nessuno e straniero... ma perchè tocca sempre e solo a noi offrire da bere?
GRAZIE A TUTTI, NESSUNO ESCLUSO
Bruce Chatwin sosteneva che il nomadismo è una condizione innata dell'uomo, un retaggio primordiale legato alle origini della specie, quando spostarsi in continuazione era l'unica possibilità per sfuggire alle ostilità della natura, alla fame, agli inasprimenti climatici, alle bestie feroci.
Tracce di quel nomadismo istintuale, legatosi nel tempo con il desiderio di conoscenza connaturato alla nostra razza, è resistito a millenni di stanzialità e ancora si manifesta in alcuni tratti del nostro comportamento.
Chatwin però non ebbe mai occasione di osservare un fenomeno istintuale ancora più radicato nella natura umana, più arcaico e profondo perchè dettato dalla paura. E la paura, si sa, è la più antica di tutte le emozioni.
Allora chissà cosa direbbe di quella nomade che a Napoli ha scatenato il più ancestrale dei nostri incubi, ha reso concreta una paura che fa leva sugli impulsi animali di ciò che resta del nostro antico cervello da rettile: il predatore che si introduce nella tana per mangiare i nostri cuccioli.
Spetterà agli inquirenti stabilire la verità sui fatti e chiarire se le accuse rivolte alla giovane rom corrispondono a verità, ma nel frattempo la paura ha già scatenato i suoi effetti: le molotov contro i campi nomadi di Napoli sono l'evoluzione delle clave con le quali i nostri antenati pelosi difendevano dalle bestie feroci sè stessi e i loro cuccioli.
E' una forma di imbarbarimento, è vero. Qualcuno ha detto che è un ritorno al medioevo, una regressione della razionalità.Ma il raziocinio è destinato a soccombere quando si vive nella paura.
E noi, di questi tempi, di paura ne abbiamo davvero tanta.
Qualche scatola di cartone e un orlo ai pantaloni: tutto qui il contenuto delle "compromettenti telefonate" oggetto di intercettazione tra il grande Matrix Materazzi e un sarto brianzolo dal passato scomodo. Il tutto a tre gg dalla partita dell'anno, quella che decide un'intera stagione e non solo. Per i meno informati la faccenda si può così riassumere: dalle parti della Pinetina c'è un certo negozio di abiti e sartoria il cui proprietario ha un passato giudiziario assai movimentato. Si parla di affari di droga, mafia, rapine e chi più ne ha più ne metta. Fatto sta che alcuni elementi dell'organico nerazzurro -tra i quali Mancini e lo stesso Materazzi- hanno avuto a che fare con il personaggio in questione per faccende che gli stessi inquirenti autori delle intercettazioni definiscono "esenti da qualsiasi risvolto penale". In pratica Mancini&co da 'sto tizio ci andavano a comprarsi la giacca e farsi fare l'orlo ai pantaloni. Oppure per farsi per farsi prestare qualche scatolone pro-trascolo, come nel caso di Materazzi. Risultato: solo fuffa. Niente di utilizzabile ai fini giuridici. A tutto ciò aggiungiamo che le telefonate sotto esame risalgono al 2006, e sono finora rimaste in qualche cassetto proprio perchè penalmente irrilevanti. Eppure c'è stato qualche stronzo che ha pensato bene di mettere a frutto in qualche modo tutto quel materiale che in un'aula di tribunale non avrebbe mai trovato utilizzo. E allora perchè non farlo proprio nel momento in cui squadra e società sono maggiormente sotto pressione e potrebbero subire contraccolpi da una vicenda che in altri momenti verrebbe liquidata con una scrollata di spalle? A completare l'opera ci ha poi pensato l'immancabile sensazionalismo malato di certa stampa -sportiva e non- sempre pronta a gettare fango in faccia anche quando non ci sono nè il fango nè la faccia. Insomma il calcio è malato, la stampa sportiva è messa peggio e i tifosi non stanno tanto bene neanche loro. C'è solo una risposta che l'inter può dare a tutto questo, e dovrà darla domenica sul campo: se c'è ancora una giustizia, saranno 16 puliti! Il resto è fuffa.
Io provo un'ammirata compassione per i sacrifici e il duro lavoro cui si sottopone quotidianamente il nostro neo Presidente del Consiglio. Mentre noi qui ci permettiamo di discettare su argomenti vacui come il campionato di calcio o il festival di Cannes, Egli, con infaticabile dedizione alla causa e rispettoso delle proprie responsabilità politiche, si spende anima e corpo nell'interesse della nazione e del popolo sovrano.
Nelle librerie dello stivale è già in vendita da almeno due-tre settimane il romanzo "L'inattesa piega degli eventi", ultima fatica letteraria del giovane autore Enrico Brizzi. La cosa strana -almeno per me- è il fatto che non l'abbia ancora acquistato, operazione che in genere per i romanzi di Brizzi porto a compimento entro pochi giorni dalla pubblicazione. Questa volta invece una forza oscura mi trattiene nonostante l'inconscia consapevolezza che alla fine l'acquisto sarà ineludibile. Ipotizzo che la causa di tanta ritrosia ad un acquisto che normalmente si sarebbe concluso con lubrificata rapidità sia da ricercare nel tema affrontato da Brizzi nel suo nuovo romanzo: il calcio, inteso proprio come gioco del pallone. E il calcio, da almeno una decina di giorni, mi sta facendo del male con troppo accanimento. Chissà, magari lunedì prossimo potrei fare un salto in libreria. p.s. sarà un caso, ma una 'inattesa piega degli eventi' è esattamente ciò che sta capitando al finale di campionato, ed è una piega che non piace per niente...
Speriamo nei buoni auspici e nelle divine intercessioni...
Mercoledì la (giustissima) pubblicazione online dei redditi, con cifre ridicole di fianco al mio nome e conseguenti travasi di bile. Ieri un derby che è andato come è andato e lo scudetto, una volta dato per sicuro, che ritorna in discussione. Oggi non sono una persona alla quale conviene dare del fastidio...
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