Di seguito tutti i deliri, in ordine cronologico...
Probabilmente ha ragione Luca Borgomeo, presidente dell'associazione dei telespettatori cattolici: Morgan ha ottenuto più popolarità dalle sue comparsate televisive dopo le ammissioni sul consumo di droga che non dalle sue canzoni. Ieri sera per una manciata di secondi ho provato a vedere Morgan ospite di Annozero. Proiettato su megaschermo, la solita raccapricciante zazzera grigiastra, balbettava non so cosa nel tentativo di infilarsi tra un'interruzione e l'altra di Santoro. Mano al telecomando e via, verso nuove avventure. Stamattina ho letto di una telefonata in diretta di Celentano per prendere le sue difese. Oggi è il turno di Giovanardi che ha attaccato Annozero a testa bassa, accusando Santoro&C. di aver celebrato un 'inno alla droga'. Da quanto ho letto, nel corso della trasmissione Morgan avrebbe nuovamente esaltato le doti terapeutiche della cocaina a scopo antidepressivo, citando Freud e i suoi esperimenti sulle proprietà della sostanza. Insomma, ancora una volta ha tirato in ballo il padre della psicanalisi per giustificare il suo vizietto. Qualcuno dovrebbe però fargli notare che sì, Freud in effetti condusse degli studi sugli effetti della cocaina, la usò lui stesso e la prescrisse a suoi pazienti affetti da sindromi depressive, ma uno di questi ci lasciò le penne e allora concluse che non era cosa. Sarebbe il caso che Morgan si decidesse una buona volta a lasciare in pace la buonanima di quel vecchio burlone strizzacervelli, e se proprio gli serve un testimonial cocainomane che se lo vada a cercare in Parlamento...
Chi sarà mai la discinta signorina sopra ritratta? A) una ex igienista dentale con esperienze da showgirl in alcuni programmi Mediaset; B) una iscritta alle liste elettorali del consiglio regionale lombardo per la quale Berlusconi in persona ha fortemente caldeggiato la candidatura; C) una gnocca sciaquina 25enne amante degli uomini anziani, ricchi e potenti; Non vi affannate: le risposte A e B sono sicuramente corrette (arrivano conferme anche dall'estero). Riguardo la C, ognuno faccia le considerazioni che ritiene più opportune...
Secondo il linguaggio tecnico e distaccato della giustizia sportiva, le ragioni stanno "...nell'avere, nel corso della gara, contestato ripetutamente l'operato arbitrale con atteggiamenti plateali, in particolare mimando, al 35° del primo tempo ed al 10° del secondo tempo, 'le manette', con i polsi incrociati e le braccia rivolte verso il pubblico e verso le telecamere presenti ai bordi del campo; per avere inoltre, nell'intervallo, nel sottopassaggio che adduce agli spogliatoi, rivolto all'Arbitro ed agli Assistenti espressioni ingiuriose; per avere, infine, nel corso della gara, contestato ripetutamente la presenza dei collaboratori della Procura federale, collocatisi nei pressi delle panchine di entrambe le squadre; infrazioni rilevate dai collaboratori della Procura federale; con recidiva specifica reiterata"
Tradotto: per 3 giornate di campionato Mourinho vedrà la partita dalle tribune. E con lui mezza squadra, considerato che 2 giornate se le sono beccati pure Cambiasso e Muntari, mentre salteranno la prossima anche Samuel e Cordoba.
Nell'Italia degli appalti alla Bertolaso e dei mafiosi al governo, fa specie che l'unica giustizia funzionante sia quella sportiva, e fa ancora più specie constatare che il massimo della sua efficienza lo esprime quando si tratta di colpire un giocatore dell'Inter, il suo allenatore o la sua società.
Sia chiaro: Mou e soci hanno sbagliato, e chi sbaglia paga; è difficile però trovare precedenti di un simile accanimento da parte del tribunale sportivo verso una singola società (ancora meno poi nei confronti di certe squadracce il cui proprietario è un tizio di Arcore da sempre in lotta con tutti i gudici d'Italia, tranne quelli sportivi).
Inoltre, se Mou ha fatto qualcosa di così grave da meritarsi 3 giornate, perchè l'arbitro lo ha lasciato in panca tutti i 90 minuti della partita? Per ben due volte il Nostro Eroe ha sventolato i polsi incrociati, eppure quell'idiota di Tagliavento non ha ritenuto la cosa abbastanza grave da meritare il rosso: perchè invece i cosidetti 'ispettori federali' se la sono presa tanto?
A questo punto io lo dichiaro in tutta onestà: del Chelsea e della Champions non me ne frega niente. Voglio lo scudetto. Considerati tutti i patetici, disgustosi, miserabili tentativi che il (mal)governo del calcio italiano ha messo in atto nel tentativo di sottrarci il 5 meritatissimo titolo consecutivo, per quanto mi riguarda è fondamentale arrivare a cucirsi il tricolore sulla maglia a fine stagione. Poi che sia benvenuto tutto quello che sapremo prenderci dall'Europa, ma schiacciare la mafia calcistica che sta cercando di incancrenire il nostro calcio può dare più soddisfazioni di qualsiasi coppa.
Viviamo tempi duri, stressati da regioni che franano, protettori civili che vanno a fisioterapiste e festival di Sanremo che non vanno del tutto. Niente di meglio per rilassarsi di un bel giochino ansiogeno come quello che il vostro Eroe vi propone oggi. Lo scopo del gioco è gestire il traffico in arrivo di un aeroporto, disegnando le traiettorie che accompagneranno i velivoli verso le piste di atterraggio. Periodicamente si presenterà un aeroplano la cui traiettoria è già tracciata e non modificabile: è uno dei tanti voli di stato che portano nani e ballerine alla corte berlusconiana di villa Certosa, limitatevi ad evitarlo. Più aeroplanini atterrano sani e salvi e maggiore sarà il punteggio, ma al primo scontro in volo il gioco finirà e arriverà Bertolaso, allora si che andrà tutto a puttane...
Tra le numerose ambizioni di questo inutile blog c'è quella di voler costituire un punto di riferimento per tutti i nerd e gli smanettoni pipparoli da keyboard appassionati di web (killer) application. Proprio in quest'ottica vorrei oggi presentare il risultato delle mie approfondite ed esaustive analisi dell'ultima creatura della grande G: Google BUZZ. Fa cagare. È un incrocio minimalista e poco omogeneo tra il microblogging Twitter-style e il social networking di Facebook, uno svogliato e malriuscito wannabe-a-killer-webplatform che a mio avviso non turberà di una virgola il sonno di Zuckerberg e soci. In più fa pure acqua per quanto riguarda la privacy. Vedi te...
un grazie a quel gobbo infame di Chinaski per questa prelibata perla di saggezza...
Blogs are dead. A quanto pare i numeri parlano chiaro: nel giro di un biennio i blogger italiani si sono ridotti a meno della metà. Colpa dei social network, del fenomeno del cosiddetto 'microblogging', esploso soprattutto grazie a Facebook e Twitter. Come già successo per altri strumenti di relazione e comunicazione su internet, il passaggio alla maturità comporta per forza di cose una specie di assetment nella massa di utilizzatori e conseguente emorragia di utenti verso strumenti più innovativi. È un meccanismo tanto naturale quanto rapido, in questi tempi di schizofrenica digitale. Per questo, paradossalmente, proprio con le poche e sconclusionate righe di questo post esprimo tutta la mia malinconia per la chiusura di un blog di cui sono da anni un affezionato e devoto lettore. I tempi cambiano, e noi con loro.
Fin da bambino i miei percorsi di lettura si sono snodati su itinerari spesso astrusi e schizofrenici, ma il meccanismo più curioso alla base delle mie scelte letterarie sta nel fatto che in molti casi mi sono deciso ad approcciare le opere di un autore soltanto dopo la sua morte. Un po' come per certi quadri che diventano famosi e ricercati anni dopo la morte del pittore, con la differenza che nell'era di internet un testo non verrà mai battuto a suon di milioni in qualche asta di Sotheby's . Mi riferisco ovviamente a scrittori contemporanei per i quali di certo non stavo in attesa della dipartita per correre a comprare un loro libro, solo che il risalto mediatico successivo alla scomparsa mi ricorda che si, cazzo, quel poveretto appena schiattato aveva scritto quel famoso romanzo che da tanto tempo volevo leggere, e il resto vien da se. Naturalmente leggo anche autori tutt'ora vivi e vegeti però, vai a capire come mai, la scomparsa di un autore mi mette l'urgenza di leggere almeno una sua opera -possibilmente la più rappresentativa- come se venendo a mancare lo scrittore anche i suoi libri rischiassero di sparire da un momento all'altro. È stato così che per Douglas, Vonnegut, Wallace, la Fallaci o, prima ancora, Pontiggia, Tondelli, etc. Adesso tocca a Salinger. In realtà con Il Giovane Holden ho già avuto qualche contatto superficiale in era scolastica, ma niente che abbia lasciato il segno. Ho deciso che colmerò a breve ogni mia lacuna riguardo il capolavoro di J. D. Salinger, scomparso il 27 gennaio scorso alla invidiabile età di 91 anni, di cui una buona parte trascorsi in totale misantropia. Spero che il suo spirito saprà perdonarmi se il libro non lo comprerò, avendolo appena scaricato a ufo qui.
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