Di seguito tutti i deliri, in ordine cronologico...
Ma è tutto qui 'sto 2008? Un anno di attesa, 1000 aspettative, sogni, desideri e rimpianti, e alla fine stai a vedere che mi rifilano un annaccio come tutti gli altri. Questa prima settimana del 2008 è scivolata via con la stessa distratta velocità che ha ucciso l'ultima del 2007.
Tutto è ripartito nello stesso identico scenario, salvo poche e superficiali eccezioni tipo l'ecopass morattiano. Dal primo di questo mese se vuoi entrare a Milano con un'auto scassona devi pagare. Perchè le auto scrause inquinano, e chi inquina paga. In linea di principio il discorso non fa una grinza, ma chi deve pagare, e quanto? Secondo le autorità cittadine, è possibile reperire ogni informazione sulle modalità di applicazione delle nuove norme di viabilità in un'apposita sezione del sito internet del Comune. Lunedì scorso, primo giorno di entrata in vigore dell'ecopass, il sito in questione è rimasto bloccato per l'intera giornata a causa dei troppi accessi, e ancora oggi pare non sia messo granchè bene. Mi sembra poi di aver inteso che un pass giornaliero ha un costo forfettario; in pratica una utilitaria ben mantenuta e utilizzata pagherebbe lo stesso importo di un catorcio fumoso alimentato a bitume, se risultano entrambi immatricolati nello stesso periodo. Non lo trovo corretto. Per fortuna la questione non mi tocca, anche se lavoro in centro,
poichè mi muovo coi mezzi (sfilo in auto sotto il cartello del
limite ecopass proprio all'ingresso del parcheggio della
metropolitana), però mi rendo conto che per chi ha la necessità di
muoversi in città con le 4 ruote questi nuovi limiti diventano un
calvario.
Chiuso capitolo, passiamo ad un'altra novità di questo inizio d'anno: la neve. Quanta neve. Mai vista scendere così tanta neve tutta in un botto come settimana scorsa in Valle d'Aosta. Fiocchi grossi come palle da biliardo, fitti fitti da non vedere a tre metri, giorno e notte. M'è toccato spalare per mezza mattina solo per liberare la macchina dal sarcofago bianco. In tre giorni è scesa abbastanza neve da garantire sciate fino ad aprile. Vorrei poterne conservare qualche metro cubo per seppellirci i somari che l'estate prossima, con l'arrivo dei primi caldi, cominceranno a profetizzare desertificazione e siccità.
Altra novità, se di novità si può parlare: i saldi. Ci casco ogni anno e oggi ho dato il mio contributo alla frenesia collettiva degli acquisti scontati. Completo grigio in lana, taglia 52 (l'ultimo rimasto) - euro 129,00 sconto 50% = euro 64,50 totale. Affarone, eccheccazzo.
Se il buongiorno si vede dal mattino allora il 2008 si prospetta, almeno sul piano professionale, come un anno di merda. Nei primi due giorni di lavoro ho accumulato abbastanza scazzi e stress da tirarci una riserva fino a Pasqua. Ti dicono: eh, è dura riprendere dopo le ferie! Si, ma io ho fatto a casa 4 giorni sputati, mica son tornato dal giro del mondo in 80 giorni.
Oggi pomeriggio, mentre ero nel bagno dell'ufficio, da un interstizio della ventola Vortice è spuntato un ragno. Un ragnetto di quelli piccoli, tranquilli e pacifici, niente di ripugnante né repellente. Soltanto uno di quei cosini innocui che ogni tanto si schiacciano con indifferenza in giro per casa. Siamo rimasti lì, senza fare niente, guardandoci negli occhi (i suoi in netto sovrannumero, i miei più grandi ed evoluti). All'inizio mi è parso ineducato che se ne stesse lì a guardare mentre pisciavo, senza usarmi la cortesia di voltare altrove la testolina irsuta. Con un gesto di stizza ho strappato il pezzetto di carta igienica con il quale lo avrei schiacciato, avvolgendolo poi come in un sudario prima di gettarlo nella tazza. Un sarcofago di cellulosa bianca che lo avrebbe accompagnato nel suo ultimo viaggio lungo scarichi e fognature di questa Milano stressata dall'ecopass. Poi, all'improvviso, è scattata una sorta di empatia, una comunanza situazionale che si è fatta in fretta complicità. Ho immaginato, al di là della ventolina Vortice, un minuscolo ufficio pieno di ragnetti indaffarati che corrono a destra e a manca alle prese con rogne gestionali e clienti incazzosi. Minuscoli telefoni che squillano incessanti frequenze udibili solo agli aracnidi. Direttori che sbraitano agitando le zampe nelle loro postazioni di ragnatela. Una versione miniaturizzata e nascosta di quanto stava al di là della porta alle mie spalle, con le stesse dinamiche concitate, la medesima assurda frenesia che diventa il substrato del quotidiano, un giorno dietro l'altro. Un anno dietro l'altro. Un altro anno.
Io e il piccolo aracnide invece ce ne stavamo lì, in quell'isola di quieta e momentanea solitudine, sforzandoci di trovare una ragione per affrontare con spirito diverso un 2008 di lavoro. Ho pensato che forse anche lui tiene incollate sulla sua minuscola scrivania le foto dei figli - ottomila per lui, molti meno per me - e le guarda, nello sconforto di certi lunedì mattina, pensando che in fin dei conti lo fa solo per loro, è per quei faccini sorridenti se sopporta un'esistenza che se ne scivola via sempre uguale, giorno dopo giorno, dietro la ventolina Vortice.
"Buon anno" gli ho detto tirando lo sciacquone. Lui mi ha risposto alzando una zampina. Mi chiedo come sia riuscita una creatura senza mani ad alzare il dito medio.
Non mi riesce di superare il livello 10 di questo simpatico quiz geografico. Del resto vorrei proprio conoscere chi sa dove si trova esattamente Port Vila, capitale della Repubblica di Vanuatu. update del 11/01: superato brillantemente il livello 10. Certo, ho avuto una buona dose di culo nell'azzeccare l'esatta ubicazione di Libreville, nel Gabon... Però son soddisfazioni, eccheccazzo.
Parlando di battute divertenti, oggi ne ho sentite un paio carine:
Un veloce scambio di battute su un tema di grande attualità: - Cuncè, scinne abbasso a buttà la munnezza! - Ah gennarì, aspetta ancora nu poco che la munnezza se ne sale a' ìssa...(*)
la seguente invece si basa su una semplice ma simpatica bivalenza semantica. Il tema è il mistero dei cosiddetti 'cerchi nel grano', inspiegabili ed affascinanti figure geometriche, spesso di dimensioni colossali, realizzate piegando le spighe nei campi di grano e considerate da molti come messaggi da parte di visitatori alieni. Un giorno Pxyryx e Moxtorz, due giovani ricercatori alieni provenienti dal pianeta Yertsar III, atterrarono con la loro navicella spaziale in un campo di grano del Connecticut e ne discesero per prelevare alcuni campioni. Al momento di ripartire però Pxyryx si accorse di aver perso le chiavi della navicella. - Ma porc...! Moxtorz, non trovo le chiavi! - Cosa significa che non trovi le chiavi? - Devo averle perse qui fuori... - Sei un coglione, Pxyryx. - Adesso cosa facciamo? - Adesso esci e vai a cercarle. Esci e cerchi nel grano!(**)
Che spasso, nevvero? Ogni tanto ci vuole, eccheccazzo.
(*)Se non hai capito che la gag è ambientata a Napoli sei proprio stordito; mi chiedo che senso abbia ostinarsi a perdere tempo raccontando
barzellette a gente che non sa o non vuole capirle. (**)Il potenziale comico di questa storiella si incrementa nel tempo in modo dinamico. Nel senso che la prima volta che la leggi ti sembra una cagata, mentre ad ogni rilettura successiva ti appare man mano più divertente. So di persone che dopo averla letta alcune centinaia di volte sono letteralmente schiattate per il gran ridere.
Va bene la guerra al relativismo, ok alla messa in latino, passino pure le stangate a Veltroni sul degrado di Roma... ma dare le spalle ai fedeli per tutta la messa non sarà un po' da maleducati?
"Er Panza" Mastella che si dimette dal governo dopo un'avviso di garanzia per presunti reati di concussione. Sua moglie Sandra, compagna di vita e malaffare, agli arresti domiciliari con imputazioni simili. Vederli entrambi chiagnere e stracciarsi le vesti lanciando invettive contro giudici e magistrati è uno spettacolo che rallegra la mia giornata. Almeno adesso donna Sandra avrà un po' di tempo per ciucciarsi tutti i suoi torroncini.
Non se ne abbia a male Santità, può capitare a tutti prima o poi di risultare poco graditi a qualcuno/qualcosa, di ritrovarsi indesiderati in una determinata situazione o contesto. Ma non è facendo l'offeso e negandosi che se ne esce facendo la figura di quello buono che ha sempre ragione, solo perchè ad esser testa di cazzo son sempre gli altri. Oddio (ops! perdoni, Santità), in tutta questa faccenda di teste di cazzo ne son sfilate tantissime e un buon numero di queste, abbiamo scoperto, si nasconde nella redazione di alcuni quotidiani, però il suo atteggiamento mi ricorda un po' i capricci del ragazzino che ha portato la palla, quindi o lo fan giocare in attacco oppure non gioca più nessuno. Premetto che chi le scrive è un progressista mediamente illuminato, convinto che sia doveroso per uno stato democratico garantire a tutti il diritto di avere e poter esprimere le proprie opinioni. Sono uno dei tanti che vivono tra molti dubbi e poche certezze, che si tratti di scienza, di fede o solo di cambiare tinta alle pareti del salotto. Per questo ritengo che in tutta questa vicenda, che tanto scalpore e agitazione sta portando nel mondo politico e non solo, i colpevoli stiano bene o male da entrambi i lati della barricata. A partire da Lei, Santità. Lei aveva ben chiaro in che ambiente si sarebbe ficcato varcando le soglie della Sapienza. Era a conoscenza del fatto che nel corpo docente si annida una nutritra frangia di ex sessantottini militanti, intellettuali dall'illuminismo un po' integralista, che non avrebbero perso l'occasione per ribadire con ogni mezzo e forma il loro diritto alla laicità. Una dichiarazione d'amore verso il laicismo, questa dei professori della Sapienza, che lascia un po' il tempo che trova se è vero che nel giugno 2006 la stessa Università ha stipulato un accordo per la creazione di un comitato accademico italo-egiziano di «studi comparati per il progresso delle scienze umane nel Mediterraneo», accordo siglato alla presenza dello sceicco Sayed Tantawi, uno che ha scritto fatwe per giustificare i kamikaze palestinesi e inneggia senza mezzi termini alla guerra santa. Eppure in quell'occasione nessuno si sognò di scrivere al magnifico rettore per contestare la faccenda e rivendicare il sacrosanto principio della separazione tra scienza e fede. Tantawi si, invece Lei no: Santo Padre, la coerenza non è di questo mondo. Senza contare infine che a una certa parte degli studenti iscritti non sarà sembrato vero di avere un'occasione per far casino e contestare, magari senza aver neanche ben chiaro chi e cosa stavano contestando. Ma Lei sa come sono i giovani d'oggi, insoddisfatti e senza ideali, sempre pronti a schierarsi su qualsiasi fronte basta che ci sia un po' di casino e qualche canna da rollare. Santità, accetti l'umile consiglio di una pecorella smarrita: la prossima volta, invece di puntare ad istituzioni blasonate e pericolose come la Sapienza, provi con una piccola scuola di periferia, di quelle che si barcamenano tra bilanci risicati e carenze strutturali. Una di quelle piccole realtà educative dimenticate da Dio (il suo e quello di tutti gli altri) dove sui banchi si parlano tre lingue e ai bambini vien chiesto di portarsi la carta igienica da casa. Per la Chiesa di Roma, da millenni schierata dalla parte dei più deboli, questo si che sarebbe un bel gesto di coerenza e carità cristiana.
Forse in molti non l'hanno ancora realizzato, oppure presi come sono dalle beghe di inizio gennaio ancora non hanno avuto tempo e modo di avvedersene, ma quello in corso è un anno cosiddetto bisestile. Ciò significa che il prossimo mese di febbraio avrà un giorno in più il quale, vi rivelo per amor di precisione, cadrà di venerdì. Gli animi più pragmatici vedranno in questo fenomeno soltanto la seccatura di un giorno di lavoro in più durante l'anno, mentre io vi ravvedo solo una curiosa coincidenza: non ho mai conosciuto una persona nata il 29 di febbraio. Nemmeno ricordo che vi sia, nel novero dei personaggi storici più famosi, qualcuno nato in quel fatidico giorno bisesto (questo in realtà non significa molto, perchè se qualcuno mi dicesse che Garibaldi, giusto per citare un nome, è nato il 29 febbraio, non avrei alcuna possibilità di controbattere per confutare l'affermazione. E lo stesso dicasi per Napoleone o Mussolini o Carlo Magno o la miriade di personaggi storici dei quali ignoro la data di nascita, finanche l'anno. Fortuna che c'è Google). Il fatto che nessuno di mia conoscenza festeggi il genetliaco il 29 di febbraio mi porta a pensare che tale data in realtà non esista. a pensarci bene, è' uno scherzo: un giorno che salta fuori ogni quattro anni! Ma che barzelletta è? Tutto per quella storia delle 6 ore che la Terra, al termine dei suoi 365 faticosi giorni di rotazione intorno alla sua stella, pretende in più per completare l'opera? Basterebbe che una commissione di saggi ed esperti decretasse compiuta la rotazione dopo 365 giorni esatti, cassando con dogmatica assolutezza il fastidioso scampolo temporale. Un po' come per l'ora legale: signori, alle ore 24.00 del 31 gennaio la rotazione terrestre è da intendersi completata, e che sia finita lì. Certo, dopo alcuni decenni il ciclo stagionale ne risulterebbe un pò sfalsato, ma una precisa sforbiciata al calendario riporterebbe tutto in perfetto allineamento.
Potrebbero però effettivamente esistere delle persone che han visto la luce il ventinovesimo giorno di febbraio, e in questo caso non sarebbe corretto negare loro la possibilità di festeggiare l'evento con tutto il campionario di torte candeline e canzoncine di auguri come si conviene ad ogni bravo compleanno, anche se soltanto ogni 4 anni. In realtà questo mio interesse verso le persone 'biseste' ha una sua ragione: io sono nato il 26 febbraio, ma spesso ho fatto credere di aver rischiato di nascere il 29. "In che giorno sei nato?" "il 26 febbraio, ma ho rischiato di nascere il 29." "Ma va? Ma tu non sei del 19xx?" "si" "ed era bisestile?" "si. Mia madre ha insistito con i medici per farmi nascere prima. Non per superstizione o altro, solo che non voleva aspettare 4 anni per organizzare la mia prima festicciola di compleanno." "fiii, che storia..."
A nessuno è mai balenato il sospetto che il 19xx NON fosse un anno bisestile...
C'è una malignità intrinseca nelle segreterie telefoniche digitali. Mi spiego: sulla mia scrivania troneggia un mastodontico telefono digitale, un monolite grigio sporco (nel senso che è grigio e sporco) coperto di tasti e lucine, assai ricco di funzioni in parte ignote e in parte inutili. Tra le opzioni offerte c'è la casella vocale centralizzata, cioè una vocina femminile metallica e un po' indisponente che in caso di mia assenza invita il chiamante a lasciare un messaggio dopo il beep. La presenza di nuovi messaggi viene indicata da un led rosso di dimensioni esagerate piazzato sopra il tastierino. Fin qui, nessuna differenza rispetto a qualsiasi altro sistema di segreteria telefonica. Il problema nasce quando si ha la necessità di ascoltare un messaggio pervenuto. Essendo una segreteria centralizzata, occorre chiamare il numero interno del sistema, seguito dal numero del proprio interno e dallo stramaledetto codice personale, cioè una password composta di 4 cifre a scelta dell'utente. Anche qui niente di trascendentale: nell'orgia di password e codici di accesso in cui siamo ormai abituati a destreggiarci, un numerello in più o in meno non farebbe la differenza, non fosse che: - con una frequenza che ho calcolato essere intorno ai 3 minuti, il sistema impone il cambio del codice; - il nuovo codice non può essere identico a nessuno dei 15.000 precedentemente impostati; - quando cazzo ne ha voglia, il sistema decide che il tuo codice è sbagliato quindi scordati di ascoltare i messaggi, cocchino mio.
Fatto sta che non idea di cosa sia successo, ma da qualche giorno il mio codice risulta errato e il led se ne sta lì, rosso e fiammeggiante come gli occhi di Cerbero, a rammentarmi che c'è qualcosa di mio, o comunque a me destinato, bloccato nell'anima di silicio di un apparato elettronico, finché non avrò inserito come dio comanda quel fottuto codice. Forse è il messaggio più importante della mia vita: un ricco parente americano, di cui ignoro l'esistenza, che vuole nominarmi suo unico erede; Gisele Bundchen che in un accesso di furia erotomane cerca potenzali partner componendo numeri a caso; il mio direttore generale che si è reso conto delle mie straordinarie potenzialità e vorrebbe offrirmi un ruolo dirigenziale... Temo però, a voler essere realista, che non possa trattarsi d'altro che di rogne. Qualcuno che non vedeva l'ora di affibbiarmi qualche rottura di coglioni, ben felice di non avermi trovato e di poter scaricare le sue seccature nella mia casella vocale... Malefico led, brucerai indisturbato fino alla fine dei tempi.
Come ha detto qualcuno, è difficile piangere per la caduta di questo governo. In compenso ci sarà molto da piangere con il prossimo.
Crolla la maggioranza di governo, pugnalata alle spalle dai suoi stessi alleati. Crollano le prenotazioni dei turisti stranieri, spaventati dai rifiuti di Napoli. Crollano le borse mondiali, schiacciate dallo scandalo dei mutui subprime. Crollano le richieste di mutuo, falciate dai tassi usurai. Crollano i consumi, oppressi dalla sfiducia dei consumatori.
E crollo anch'io, sommerso da tutti questi cedimenti.
Forse sono già crollato, e tutti frugano tra le mie macerie nel tentativo di fottersi i pezzi migliori.
Devo ricredermi: Safari, l'ultimo album di Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti, non fa poi così cagare come mi era sembrato in occasione del primo ascolto. Tutt'altro. E' un album strano, più maturo rispetto alle produzioni anche recenti. Una dozzina di brani che pretendono attenzione e non si lasciano ascoltare con troppa superficialità. Al primo impatto qualche scelta lirica può lasciare perplessi, ma anche questo va interpretato come un segno di maturità. I tempi delle rimette biascicate sono finiti da un pezzo, le soglie degli anta sono state varcate e il Jova non ci sta a morire come lo scemo di "gimme five". Cosa strana, la critica musicale promuove l'album in maniera abbastanza unanime. Forse non sarà il miglior disco del 2008, ma al momento non vedo molti pretendenti all'orizzonte.
Quando l'arte incontra la magia, quando l'incanto seduce la ragione, quando mano e occhio danzano sugli istanti...
Così, senza nessuna apparente nè valida ragione, m'è venuto di postare ' Your Hand In Mine' degli Explosions in the Sky. Sai mai che qualcuno capita qui, la ascolta, gli piace e magari mi ringrazia pure.
Ecco, da un certo punto di vista devo ammettere che Berlusconi è l'incarnazione della stabilità. A partire dagli atteggiamenti, purtroppo, e soprattutto per quanto riguarda i rapporti con la stampa. Per Berlusconi i giornalisti sanno solo fraintendere. E' sempre stato così, era così quando governava, è così ancora adesso che i portoni di palazzo Chigi gli si stanno riaprendo dinnanzi. Dire e smentire, è un bel lavorare.
Berlusconi l'altro ieri:"elezioni subito o porto in piazza milioni di persone." Berlusconi ieri:"Le mie affermazioni erano proprio di segno contrario.[...] Ho detto semplicemente che abbiamo ricevuto molte richieste dalla nostra base per organizzare manifestazioni di piazza."
Quel vecchio demonio girafrittate non cambierà mai. Il giorno che schiatterà gli toccherà risorgere per smentire il coroner.
Poi uno non deve incazzarsi: ieri pomeriggio ho pagato tramite bancomat la bellezza di 106 euro per il canone 2008 di mamma RAI. In serata, durante la diretta di Juve-Inter su RaiDue, mi è toccato subire la telecronaca vergognosamente pro-juventus del bollito Tardelli e compagnia bella.
Ci sono tutti gli estremi per esercitare il diritto di recesso.
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