Di seguito tutti i deliri, in ordine cronologico...
Sto provando un simpatico plugin per Firefox che dovrebbe permettermi
di postare cazzate sul blog direttamente dalla finestra del browser.
Questo è pertanto un post di test e chiunque riuscirà a leggerlo
-semmai risulterà leggibile- sarà testimone di una strepitosa conquista
scientifica.
Avrei bisogno di riposo. Molto riposo. Necessito di relax a tutto campo. Sento il bisogno di good vibrations, qualcosa che possa scuotere la monotonia del quotidiano con arpeggi nuovi e fiammeggianti. Ieri vagheggiavo cambi radicali in ambito professionale. Sognavo di fare l'operaio edile, forse lo stradino, o qualsiasi altro di quei lavori rocciosi che ti gonfiano i muscoli e ridicolizzano il concetto di dieta. Che belli quei lavori che svuotano la mente, poichè usarla non serve comunque! Ci guadagnerei in salute, smaltendo nella manualità pesante tonnellate di colesterolo endogeno. Riuscirei a dormire almeno 9 ore a notte, senza interruzioni. Sarei schietto e grossolano, rozzo e sincero. Avrei un bar pieno di amici dove fermarmi la sera per una birra, prima di rientrare a casa. Avrei una moglie contenta di lavare i miei jeans, e figli che studiano per poter avere, un giorno, un lavoro migliore del mio.
Soprattutto non avrei più voglia di scrivere cazzate.
Se voglio trovare un motivo per prendermela con il ministro dell'economia Padoa Schioppa, mi basta chiudere gli occhi per concentrarmi un attimo e me ne vengono in mente almeno una decina in prima sparata. Ma attaccarlo per la battuta sui trentenni bamboccioni non mi sembra leale.
Credo sia facile capire a quale particolare categoria di giovani abbia voluto riferirsi con il suo bonario epiteto.
Eppure Veltroni, che della comunità giovanile continua abusivamente a considerarsi un membro, sembra non averlo capito e si è prontamente lanciato in difesa dei poveri giovani che "affrontano un viaggio nell’incertezza" e pertanto meritano maggior rispetto.
Niente da eccepire caro Walter, se i giovani ai quali ti riferisci riguardano la fin troppo nutrita schiera dei lavoratori precari, impegati a progetto, co.co.co., e chi più ne ha più ne metta, ossia quelle categorie sociali che generano in chi vi appartiene quell'incertezza nel futuro che è una grande emergenza di questo paese.
Ritengo invece che Padoa Schioppa, con il suo discusso quanto azzeccato aggettivo, abbia voluto riferirsi ad una ben definita tipologia di giovani, la cui poca inclinazione ad affrancarsi dagli agi della dimora paterna è dettata da motivi tutt'altro che economici.
Ne conosco qualcuno di questi "bamboccioni" e non è certo gente che avrebbe problemi a mettere insieme vitto e alloggio lontano da mamma e papà.
Semplicemente a loro non conviene. E' una questione di comodo.
Sono figli benestanti di genitori-chiocce che non vorrebbero mai vederli crescere, nonostante godano la libertà e l'autonomia che si conviene a persone più che maggiorenni.
Hanno tasche piene di soldi che nessun mutuo né affitto può insidiare, e hanno più tempo libero per goderseli.
Hanno chi lava e chi stira, chi cucina e chi paga le bollette. Vivono come pascià, soprattutto se confrontati con i loro coetanei precari magari subissati dalle rate del mututo o dagli affitti scellerati.
E tu, caro ministro Padoa Schioppa, vorresti convincerne qualcuno ad abbandonare il suo comodo nido semplicemente sventolandogli sotto il naso 1000 miseri euro all'anno di incentivo? Ma incentivo de che?
Non ci affitti un parcheggio per la Vespa, con 1000 euro all'anno, altro che incentivo. Te lo spiego io come gira il fumo, così in futuro eviti le battute alle quali poi Veltroni si sente in dovere di replicare:
i trentenni di oggi si dividono in tre macrocategorie:
- quelli che non riescono ad uscire di casa;
- quelli che non vogliono uscire di casa
- quelli che di casa ci sono già usciti.
Sui primi i tuoi 1000 euro non possono incidere, poichè ne occorrebbero almeno 10 volte tanto per poter prendere seriamente in considerazione la cosa.
I secondi non sanno che farsene. I mille euro preferiscono sputtanarseli in settimana bianca con gli amici, per poi tornare dalla mamma che sa come lavare la tuta da sci.
L'ultima categoria, alla quale anch'io appartengo, riguarda coloro che il grande salto nella melma del caro mutui/affitti l'ha già fatto, e non si offenderebbero di certo nel ritrovarsi una rata del mutuo (o un mese di affitto) a carico del tuo dicastero.
Pensaci, che sei uno sveglio e certe cose le capisci al volo.
Lascia il buonismo a Veltroni e caccia i soldi a chi già 'tiene da pagà'.
Domenica, sulle dolci colline del Verbano, ho concretizzato il rito autunnale della castagnata. Un cerimoniale antico, di sapore campagnolo, fatto di spine nelle dita e insetti tra i capelli, sacchettate di Castanea Sativa e caviglie doloranti. Porto fieramente i segni dell'incontro con la natura, sotto forma di dito medio gonfio come un wurstel a seguito trauma distorsivo per l'impatto con un tronco caduco e maligno. La castagna esige sempre un tributo di sangue.
Contrariamente al resto del gruppo, inquadrato con diligenza -bambini inclusi- nell'attività di raccolta, il mio obiettivo dichiarato erano i funghi, per i quali si conferma ancora un volta la pessima annata.
E' forse questa, almeno per quanto mi riguarda, una delle conseguenze più tragiche dei cambiamenti climatici: l'attività micotica è ridotta a zero. Altro che scioglimento dei ghiacciai e rischio desertificazione... ragazzi, il vero rischio, se non ci diamo una mossa a ridurre le emissioni di gas serra, è dover dire addio alle tagliatelle alla boscaiola.
Un mondo senza porcini non ha futuro.
Quella scorsa è stata una settimana terribile, afflitta da menate che non sto neanche a raccontare. Il weekend l'ho speso in assoluto riposo nel tentativo di sciogliere almeno in parte lo stress e le stanchezza accumulata. Non so dire con quali risultati, certo non brillanti visto il mal di testa e l'irritabilità che mi trascino da questa mattina. Ieri mi sono concesso mezz'oretta di libertà dalle menate famigliari per andare a votare alle primarie del PD. Più per esplicita richiesta di un candidato della mia circoscrizione che per reale appartenenza ideologica, ma tant'è. Un giorno potrebbe anche tornare utile. fatto sta che sono arrivato a sera con ancora addosso quel certo senso di scazzo totale verso tutto e tutti.
In genere questo particolare stato d'animo mi spinge a cercar conforto nell'ascolto di buona musica. Il problema, nell'immediato, è che di buona musica non ne dispongo. E' un periodo in cui sul mio lettore mp3 si liberano costantemente ampi settori di memoria. Non passa giorno senza che sparisca almeno un album. L'abbuffata di indie music di cui il fido Creative ha goduto in questi mesi sta andando progressivamente esaurendosi. Sono arrivato a cancellare interi album dopo averne ascoltato solo un paio di brani. Forse è l'età che mi ha reso più esigente -o meno tollerante- verso certa fuffa sonora, fatto sta che mi son ritrovato a sbarazzarmi di presunti mostri sacri della scena indie (come gli Arcade Fire o gli Arctic Monkeys) dopo un paio di ascolti soltanto dei loro più recenti albums. Conitnuano ovviamente a campeggiare gli intoccabili della mia personalissima playlist: Modest Mouse, Boxcar Racer, Cursive, Ataris, e compagnia simile.
Mi sono scoperto ad apprezzare parecchio l'ultimissimo Springsteen con la sua Radio Nowhere: basta questo a dirla lunga sul deserto musicale che sto attraversando. Spero che l'anima buona del vecchio Joe Strummer, da lassù, riesca a perdonare queste mie insane derive.
Cronaca di oggi: all'interno del tribunale di Reggio Emilia, nel corso di un'udienza per una causa di separazione, un 40enne di origine albanese (parte in causa) caccia di tasca una pistola e comincia a sparare all'impazzata. Piazza una palla in testa alla moglie dalla quale si stava separando, poi fulmina il cognato che cercava di disarmarlo, infine comincia a sparacchiare a casaccio tutt'intorno ferendo poliziotti e avvocati. Tenta infine di fuggire ma un altro poliziotto lo secca sulla soglia dell'aula. Una scena da far west, dicono i testimoni.
Adesso ci si chiede com'è possibile che sia stata introdotta un'arma all'interno del palazzo di giustizia, in barba a tutti i controlli e le procedure di sicurezza. L'onnipresente Mastella minaccia ispezioni.
I miei dubbi invece puntano alla radice del problema, e mi chiedo: com'è possibile che le nostre politiche immigratorie continuino a consentire l'ingresso e la regolarizzazione di masse di potenziali delinquenti? Quanti ne devono ancora volare di proiettili perchè in Italia ci si decida ad affrontare con serietà il problema dei flussi migratori, in particolare verso certe nazionalità troppo inclini alla violenza? O vogliamo continuare a raccontarci la barzelletta di matrice cattocomunista secondo la quale gli immigrati sono un ricchezza per il paese?
Wake up, please.
Pare che il ministro Rutelli abbia già deciso: il portale www.italia.it deve morire. Costa troppo e rende poco, meglio allora chiudere baracca. Sul vecchio blog avevo già avuto modo di muovere qualche critica al sito che, almeno nelle intenzioni del ministero per le attività culturali, avrebbe dovuto rappresentare il motore di promozione turistica del nostro paese nel mondo. Il bello è che lo stesso Rutelli, ancora fresco di nomina al dicastero per i beni culturali, ci aveva provato a risollevare in qualche modo le sorti del progetto, peraltro con risultati a dir poco esilaranti: ricordo, ad esempio, con quale esplosione di ilarità venne accolto dal popolo della blogosfera il nuovo logo, con quell''Italia' scritto con tre font diversi e con la 't' penosamente somigliante ad un fallo a riposo. La sensazione che quel progetto di rivalutazione fosse partito con il piede sbagliato era già forte allora, e le ultime decisioni del ministro lasciano presagire che sull'intera vicenda potrebbe calare presto il sipario. Del resto non è difficile muovere critiche a un portale web che in 13 anni di vita virtuale si è pappato la bellezza di 45 (quarantacinque!) milioni di euro tra progettazione, sviluppo e consulenze varie. Ovviamente tutti soldi pubblici, quindi anche miei. E con quali ritorni in termini pratico/economici? Zero. Nella classifica dei siti italiani più visitati, italia.it galleggia intorno ad un poco lusinghiero 2539° posto. Ci sono siti porno autoprodotti da webmaster improvvisati con un numero di accessi 10 volte superiore. Il blog di Beppe Grillo riceve in un giorno le visite che italia.it riceve in un mese. Considerato il numero esiguo di utenti, si poteva inviare ad ognuno una cartolina della costiera amalfitana: si risparmiava un sacco di denaro ed i ritorni nel settore turismo sarebbero stati sicuramente maggiori. Magari si allegava pure un mezzo Kg di spaghi Barilla e una bottiglia di rosso buono, così ci facevamo pure la figura dei sciuri.
(storie di stronzi e di motori)
Paradossale che il primo Gran Premio di F1 che ho seguito (quasi) per intero quest'anno sia anche l'ultimo del campionato nonché (pare) il più emozionante in assoluto, non fosse altro per questioni di classifica.
L'ho seguito in compagnia di un appassionato, certamente più qualificato di me nel dare giudizi di merito su vincitori e sconfitti. Secondo lui nessuno dei tre contendenti al titolo aveva i numeri per meritarlo. Raikkonen e Alonso perchè hanno alle spalle una stagione scialba e povera di vittorie; Hamilton perchè, al di là dei podi conquistati, ha mostrato più volte i limiti dell'inesperienza, soprattutto in occasione dell'ultima e decisiva gara. In più ha goduto di eccessiva considerazione da parte della federazione che quest'anno troppe volte ha chiuso entrambi gli occhi davanti a certe scorrettezze sue e della sua scuderia.
Adesso si sono inventati anche 'sta storia della benzina fredda, e tutto torna in discussione. Le Williams hanno ciurlato nel manico, la tempertura della benzina nei loro serbatoi era troppo bassa, quindi i suoi due piloti rischiano la squalifica. Guarda caso, i due in questione hanno tagliato il traguardo prima di hamilton, pertanto la loro squalifica permetterebbe all'inglesino nero un balzo avanti nell'ordine di arrivo e, ovvia conseguenza, nella classifica generale che a questo punto lo vedrebbe campione iridato.
Vediamo di ricostruire:
Hamilton domina la classifica per quasi tutto il campionato e questo (forse) grazie anche a pregresse "manovrine" di spionaggio illegale della sua scuderia nei confronti delle rosse. Senza contare le troppe volte in cui si è reso protagonista di scorrettezze incredibilmente mai sanzionate dalla FIA.
All'ultima gara gli sarebbe sufficiente arrivare tra i primi 6 per laurearsi campione, invece si copre di ridicolo fin dal via con errori da dilettante che gli costano la 7° posizione al traguardo. Non basta. Raikkonen, giunto primo, è campione del mondo. A Maranello le campane suonano a festa.
Mentre l'inglesino frigna per l'incredibile occasione sciupata, il suo padrone di scuderia, l'ineffabile Ron Dennis, va a piagnucolare dall'amico Max Mosley, patron di tutto il circo F1, denunciando la Williams per uso di benzina troppo fredda. L'obiettivo dichiarato è quello di ottenere la squalifica dei piloti Williams e permettere così a hamilton di ottenere il titolo a tavolino (!). Semplicemente patetico.
Chiunque al posto di Mosley avrebbe coperto mr McLaren di pece e piume prima di cacciarlo a scarpate tra l'ilarità generale. Invece il patron Max conferma la sua fama di viscido intrallazzone accettando il ricorso di Dennis e congelando la classifica "sub judice".
Le campane di Maranello si bloccano a mezz'aria insieme a migliaia di cuori rossi: Raikkonen ha vinto, ma non è ancora campione.
Una situazione a dir poco surreale che fa a polpette quel poco di credibilità e serietà di cui questo sport ancora godeva.
Una volta gli inglesi inventavano gli sport; oggi riescono solo rovinarli.
L'altro giorno ho avuto la sventata idea di passare in macchina davanti ad una scuola elementare della mia zona proprio durante l'orario di ingresso dei bimbi. Un macello di traffico, macchine parcheggiate ovunque sui marciapiedi con le frecce lampeggianti che sembravano i fuochi artificiali alla fiera di S. Rocco; un povero vigile urbano che si dannava per liberare le strisce pedonali dal flusso continuo di auto. E' vero che ne son passati di annetti, ma quand'ero pulcino io a scuola ci si andava a piedi. Al massimo, nelle giornate invernali più fredde e nebbiose, c'era il pulmann del comune che dalla scuola portava in piazza, e da lì tutti a piedi, olè. E questo valeva bene o male per tutti. Chi veniva accompagnato in auto o abitava troppo fuori mano, oppure rientrava da una convalescenza ed era ancora troppo delicatino per scarpinare in pieno inverno fino a scuola. Cos'ha cambiato queste abitudini? Tutto: - il traffico, che è minimo quadruplicato. Già ai miei tempi un paio di sbarbatelli finirono arrotati da un'auto in corsa mentre rientravano da scuola. Figuriamoci quante ne potrebbero accadere oggi di disgrazie, con tutta quell'Avemaria di auto e pirati della strada che ci sono in giro.
- la gentaglia: 25 anni fa un romeno era un abitante della capitale in dialetto pugliese. Oggi basta che ti giri a cercar le chiavi e una banda di zingari ti soffia il pupo da sotto il naso.E chi si fida più con tutto quel che si sente in giro?
- il bullismo, un fenomeno che negli ultimi tempi è diventato un'emergenza sociale. Una volta c'era un rituale semplice e ben codificato: si "scazzava" in classe con il bulletto di turno, ci si dava appuntamento fuori per una sana baruffa, poi si faceva pace e tutto finiva lì. Oggi pare che le aule italiane siano terra di nessuno infestata da sadici armati di videofonino con cui immortalare le proprie efferatezze.
In una situazione del genere c'è da stupirsi se a scuola ci si va sotto scorta genitoriale?
Piogge anomale e nasi tappati. Briciole di foglie ingiallite e castagne seccate troppo presto, scarpe da lucidare e poi rinchiudere in scatole di cartone. Occhi che bruciano la mattina. Capelli da tagliare, unghie da tagliare, storie da tagliare. Vento che sa di montagna, falene che non vogliono morire, musica nuova da sentire. E poi pizze fredde il sabato mattina, cervicale che ti sussurra nel collo, schede sd zeppe di foto, suole che scivolano sul marmo del corso, odore di frittelle, legna da bruciare, luci arancioni, canzoni senza passioni, nylon che scintilla elettrostatico, nuvole rosa macchiate di smog, aperitivi col cappotto, guanti da perdere, sciarpe da perdere, tempo da perdere e tempo già perso.
Che stagione del cazzo.
Mentre l'ultimo rapporto Caritas sull'immigrazione in Italia snocciola cifre da pelle d'oca, i maggiori quotidiani si affannano nel presentare la notizia con la più alta enfasi positivistica possibile. 3.700.000 regolari, olè! Aumentati in un solo del anno del 21,6%: che bello! Se si escludono quei buontemponi de La Padania e qualche altra testata minore, il resto della stampa italiana è tutto un rallegrarsi per il boom di immigrati nel paese, quasi che a fermarsi un attimo per riflettere sulle dimensioni che il fenomeno ha assunto ci fosse il rischio di passar per razzisti. Qui nessuno è razzista, ma neppure fesso. Proviamo a considerare almeno i numeri principali. - 21,6% di incremento presenze in un anno: nemmeno nell'America di inizio '900 si è arrivati ad una percentuale del genere. E stiamo parlando di una nazione che aveva (ed ha tutt'ora) delle potenzialità economiche e sociali che noi a ancora oggi nemmeno ci sogniamo. Nonostante ciò stiamo accogliendo, in proporzione, un flusso in ingresso assai maggiore. Tra il 1892 e il 1924 sono entrati negli USA - nazione ricca e dalle potenzialità economiche enormi- circa 18 milioni di persone, con una media annuale di poco superiore alle 560.000 unità. In Italia, fanalino di coda tra i paesi fondatori dell'unione europea, costantemente alla canna del gas con un debito pubblico da terzo mondo, ne sono arrivati 700.000 solo nell'ultimo anno. Allegria. - 200.000 stranieri occupati in più nell'ultimo anno: benissimo, ma se ne sono entrati 700.000, glia ltri 500.000 cosa fanno? magari un giretto alle parti della stazione centrale può aiutarmi a capirlo. Nella civilissima America di inizio '900 le politiche per l'immigrazione escludevano la possibilità di ingresso nel paese ad analfabeti, infermi, dementi, prostitute, anarchici e comunisti. Noi, un secolo dopo, neanche ci preoccupiamo di evrificare che chi ci bussa alla porta abbia almeno uno straccio di prospettiva di lavoro, con buona pace della legge Bossi-Fini e delle sue numerose scappatoie. - In Italia gli immigrati sono il 6,2% della popolazione complessiva, contro il 5,6% della media europea: e non è il caso di chiedersi il perchè? Siamo l'anello debole della catena europea, il fanalino di coda nelle realtà economiche del vecchio continente, quelli con il ritmo di crescita più basso, eppure vengono tutti qui. E perchè poi? Forse perchè in altri paesi europei c'è un approccio più deciso nei confronti dell'immigrazione selvaggia? Nella ricca Germania ci sono stati 50.000 ingressi di extracomunitari in tutto il 2003... dopo solo s 4 anni noi ne riceviamo nello stesso arco di tempo un numero 14 volte superiore. Possibile che l'unica classifica europea in cui l'Italia è prima è quella del ritmo di crescita dell'immigrazione? - Tra 20 anni gli immigrati in Italia saranno 10 milioni: consolante saperlo, soprattutto per un padre i cui figli, in quel periodo, non avranno ancora trent'anni... " Nessuno scrolli le spalle o definisca razzista un padre che si preoccupa di una
figlia in un quartiere che non riconosce più. La sicurezza è un diritto
fondamentale che non ha colore politico, che non è né di destra né di sinistra.
Chi governa ha il dovere di fare di tutto per garantirla. (Uolter Veltroni)"
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