Dubito che il mio gatto legga questo blog (non lo fanno i miei simili, figuriamoci un gatto) ma, visto fallire ogni tentativo di inculcargli qualsiasi principio di normale convivenza tra un animale e il suo padrone, non mi resta che questo estremo tentativo.
Micio mio, non pretendo che tu divenga improvvisamente simpatico e giocherellone: non lo sei mai stato neanche da cucciolo, inutile sperarci adesso che sei un gattaccio maturo. Nemmeno mi indispone più quel miagolìo lamentoso e incessante che produci quando hai fame, cioè sempre. Quello che veramente vorrei farti capire è che i tuoi omaggi sacrificali sullo zerbino della cucina non sono graditi, non lo sono mai stati e non lo saranno mai. Topolini di campagna, lucertole, uccellini, insetti di ogni foggia e dimensione... cazzo, hai fatto del mio zerbino un altare pagano sul quale offrire le tue vittime a chissà quale divinità felina. Io non voglio le tue sadiche offerte, anche se sono io quello che paga il tuo Kitekat (e quanto ne pago!) non ho bisogno dei tuoi sacrifici rituali. Perchè hai voluto massacrare quel piccione, ieri? E perchè lo vieni a fare proprio sullo zerbino della cucina? Non puoi limitarti a scannare le tue prede sul luogo di cattura come in genere fanno tutti i tuoi simili? Hai una vaga idea di cosa voglia dire mettersi a raccattare piume di piccione in giro per il giardino con 3 gradi sottozero? E poi i tuoi omaggi puzzano, fanno senso, impestano e prima o poi ci infetteranno tutti con qualche morbo sconosciuto. Ti ricordi quella volta che hai lasciato pezzetti di pelliccia sanguinolenta seminati davanti all'ingresso? Non sono mai riuscito a capire a quale animale possano essere appartenuti, ma la puzza! La puzza che emanava da quei poveri, miseri resti mi ribalta ancora le busecche al solo ricordo. E quella volta del povero coniglietto senza testa? Beh, se da quel momento hai notato un cambio di atteggiamento nei tuoi confronti da parte delle piccole di casa, adesso puoi capirne il perchè. Non hai idea delle panzane che ho dovuto inventare per placare la loro disperazione davanti a quella scena straziante. Devo ammettere che in quel frangente sei stato molto astuto a tenerti fuori portata per un po': fossi riuscito a beccarti quel giorno, adesso ci sarebbe il fantasma di un gatto senza testa in giro a cacciare nelle campagne del triste Borgo Natìo.
Io non ti capisco: divori scatolette di Kitekat a ritmo continuo, sei grasso quanto una tigre bulimica, non hai un cazzo da fare tutto il giorno... che bisogno hai di andare in giro a far strage di bestiacce? Capisco la difficoltà a sopprimere l'istinto primordiale della caccia, però almeno evita di appestarmi la casa con i tuoi trofei! Se vuoi dimostrare sottomissione verso i tuoi padroni hai mille altri modi per farlo, ma per favore evita i "regalini" perchè ormai rischi di ottenere l'effetto contrario.
Tra qualche giorno è Natale, tempo di regali: giuro che ti faccio trovare sotto l'albero un bella confezione di Kitekat al pollo&tacchino, il tuo preferito, se in cambio tu prometti di non regalarmi NIENTE almeno fino a Pasqua, sei d'accordo? Ti conviene esserlo...
Di SuperCirio addì 27/12/2007 @ 22:01:15, in bambini, linkato 1190 volte)
La quiete delle feste in famiglia crea la giusta atmosfera per ripescare con dolce malinconia i vecchi ricordi dimenticati nei cassetti, come questo video di quand'ero bambino e amavo esibirmi alle percussioni per la gioia di parenti e amici. Certo, il fatto che il pargolo abbia lineamenti latino americani e parli inglese potrebbe far credere che non sia veramente io.... vabbè, diciamo che se i miei avessero avuto più spazio in garage per tenerci una batteria, questo sarei anche potuto essere io.
p.s. ma cosa gli daranno mai da mangiare a 'sto ragazzino?
Sono ancora qui, vivo e poco vegeto. Non è mica un risultato da niente, coi tempi che corrono. Questo inverno infame sta cercando di piegarmi attaccandomi sulla salute. Lo dicevo a mia moglie l'altro giorno: questo freddaccio ci ucciderà tutti. Lei ha alzato il riscaldamento e ha regolato la temperatura dell'acqua sanitaria elevandola di parecchi gradi. Tra le tante cose che mia moglie ancora non ha capito, c'è anche la differenza tra temperatura dell'acqua sanitaria e quella di riscaldamento, così adesso ogni volta che mi lavo le mani me le spello lessandole sotto un getto di acqua incandescente. Dicono gli esperti che nei primi giorni del nuovo anno potrebbe nevicare anche a bassa quota. So già che non succederà, come non succede ormai da anni, e allora gli esperti si affanneranno a darne la colpa all'effetto serra e al surriscaldamento globale. Dopo settimane di temperature sottozero, le cassandre climatiche torneranno a pronosticare catastrofi non appena la colonnina dei termometri si azzarderà un paio di lineette sopra la media. Fa niente se per settimane si è schiattato a -4 costanti: quello è la normalità. Il mondo va a rotoli solo se fa caldo. Oggi è stato l'ultimo giorno di lavoro dell'anno. Dovrebbe esserci una specie di cerimonia in queste occasioni, come una ricorrenza da festeggiare, un rituale pagano da espletare. In realtà è stata una giornataccia come tutte la altre nel corso dell'anno, se non addirittura peggio. Gli ultimi giorni dell'anno dovrebbero essere di assoluto relax. Si chiude un anno, ragazzi, una serie interminabile di giornate faticose, rotture di coglioni, rogne da gestire, colleghi incazzosi, scioperi degli autoferrotranvieri. In questi giorni ci si dovrebbe raccogliere in meditazione davanti a ciò che resta di un anno di lavoro. Si dovrebbe riflettere su quanto fatto, quanto resta da fare, quando si sarebbe potuto fare mentre non c'è più il tempo di farlo. Invece gli ultimi giorni si concentrano le rotture di coglioni, come se la gente avesse fretta di liberarsi delle rogne rifilandole a chi capita per togliersele dalle mani prima che il nuovo anno li sorprenda con ancora in mano il cerino acceso. Ci sono le chiusure di fine anno, ti dicono. Perchè, dopo la befana non riaprite? Sembra che si possa evitare di trascinarsi nel nuovo anno i propri problemi semplicemente rifilandoli sul gobbo a qualcun altro entro il 31/12. Ci hanno provato in tanti con il sottoscritto in questi giorni. A tutti coloro che mi hanno scaricato un problema, pensando di liberarsene entro fine anno, garantisco che restituirò tutto con gli interessi prima ancora che la befana sia sparita con la sua scopa. E tanti auguri a tutti.
Ma è tutto qui 'sto 2008? Un anno di attesa, 1000 aspettative, sogni, desideri e rimpianti, e alla fine stai a vedere che mi rifilano un annaccio come tutti gli altri. Questa prima settimana del 2008 è scivolata via con la stessa distratta velocità che ha ucciso l'ultima del 2007.
Tutto è ripartito nello stesso identico scenario, salvo poche e superficiali eccezioni tipo l'ecopass morattiano. Dal primo di questo mese se vuoi entrare a Milano con un'auto scassona devi pagare. Perchè le auto scrause inquinano, e chi inquina paga. In linea di principio il discorso non fa una grinza, ma chi deve pagare, e quanto? Secondo le autorità cittadine, è possibile reperire ogni informazione sulle modalità di applicazione delle nuove norme di viabilità in un'apposita sezione del sito internet del Comune. Lunedì scorso, primo giorno di entrata in vigore dell'ecopass, il sito in questione è rimasto bloccato per l'intera giornata a causa dei troppi accessi, e ancora oggi pare non sia messo granchè bene. Mi sembra poi di aver inteso che un pass giornaliero ha un costo forfettario; in pratica una utilitaria ben mantenuta e utilizzata pagherebbe lo stesso importo di un catorcio fumoso alimentato a bitume, se risultano entrambi immatricolati nello stesso periodo. Non lo trovo corretto. Per fortuna la questione non mi tocca, anche se lavoro in centro,
poichè mi muovo coi mezzi (sfilo in auto sotto il cartello del
limite ecopass proprio all'ingresso del parcheggio della
metropolitana), però mi rendo conto che per chi ha la necessità di
muoversi in città con le 4 ruote questi nuovi limiti diventano un
calvario.
Chiuso capitolo, passiamo ad un'altra novità di questo inizio d'anno: la neve. Quanta neve. Mai vista scendere così tanta neve tutta in un botto come settimana scorsa in Valle d'Aosta. Fiocchi grossi come palle da biliardo, fitti fitti da non vedere a tre metri, giorno e notte. M'è toccato spalare per mezza mattina solo per liberare la macchina dal sarcofago bianco. In tre giorni è scesa abbastanza neve da garantire sciate fino ad aprile. Vorrei poterne conservare qualche metro cubo per seppellirci i somari che l'estate prossima, con l'arrivo dei primi caldi, cominceranno a profetizzare desertificazione e siccità.
Altra novità, se di novità si può parlare: i saldi. Ci casco ogni anno e oggi ho dato il mio contributo alla frenesia collettiva degli acquisti scontati. Completo grigio in lana, taglia 52 (l'ultimo rimasto) - euro 129,00 sconto 50% = euro 64,50 totale. Affarone, eccheccazzo.
Se il buongiorno si vede dal mattino allora il 2008 si prospetta, almeno sul piano professionale, come un anno di merda. Nei primi due giorni di lavoro ho accumulato abbastanza scazzi e stress da tirarci una riserva fino a Pasqua. Ti dicono: eh, è dura riprendere dopo le ferie! Si, ma io ho fatto a casa 4 giorni sputati, mica son tornato dal giro del mondo in 80 giorni.
Oggi pomeriggio, mentre ero nel bagno dell'ufficio, da un interstizio della ventola Vortice è spuntato un ragno. Un ragnetto di quelli piccoli, tranquilli e pacifici, niente di ripugnante né repellente. Soltanto uno di quei cosini innocui che ogni tanto si schiacciano con indifferenza in giro per casa. Siamo rimasti lì, senza fare niente, guardandoci negli occhi (i suoi in netto sovrannumero, i miei più grandi ed evoluti). All'inizio mi è parso ineducato che se ne stesse lì a guardare mentre pisciavo, senza usarmi la cortesia di voltare altrove la testolina irsuta. Con un gesto di stizza ho strappato il pezzetto di carta igienica con il quale lo avrei schiacciato, avvolgendolo poi come in un sudario prima di gettarlo nella tazza. Un sarcofago di cellulosa bianca che lo avrebbe accompagnato nel suo ultimo viaggio lungo scarichi e fognature di questa Milano stressata dall'ecopass. Poi, all'improvviso, è scattata una sorta di empatia, una comunanza situazionale che si è fatta in fretta complicità. Ho immaginato, al di là della ventolina Vortice, un minuscolo ufficio pieno di ragnetti indaffarati che corrono a destra e a manca alle prese con rogne gestionali e clienti incazzosi. Minuscoli telefoni che squillano incessanti frequenze udibili solo agli aracnidi. Direttori che sbraitano agitando le zampe nelle loro postazioni di ragnatela. Una versione miniaturizzata e nascosta di quanto stava al di là della porta alle mie spalle, con le stesse dinamiche concitate, la medesima assurda frenesia che diventa il substrato del quotidiano, un giorno dietro l'altro. Un anno dietro l'altro. Un altro anno.
Io e il piccolo aracnide invece ce ne stavamo lì, in quell'isola di quieta e momentanea solitudine, sforzandoci di trovare una ragione per affrontare con spirito diverso un 2008 di lavoro. Ho pensato che forse anche lui tiene incollate sulla sua minuscola scrivania le foto dei figli - ottomila per lui, molti meno per me - e le guarda, nello sconforto di certi lunedì mattina, pensando che in fin dei conti lo fa solo per loro, è per quei faccini sorridenti se sopporta un'esistenza che se ne scivola via sempre uguale, giorno dopo giorno, dietro la ventolina Vortice.
"Buon anno" gli ho detto tirando lo sciacquone. Lui mi ha risposto alzando una zampina. Mi chiedo come sia riuscita una creatura senza mani ad alzare il dito medio.
update del 11/01: superato brillantemente il livello 10. Certo, ho avuto una buona dose di culo nell'azzeccare l'esatta ubicazione di Libreville, nel Gabon... Però son soddisfazioni, eccheccazzo.
Parlando di battute divertenti, oggi ne ho sentite un paio carine:
Un veloce scambio di battute su un tema di grande attualità: - Cuncè, scinne abbasso a buttà la munnezza! - Ah gennarì, aspetta ancora nu poco che la munnezza se ne sale a' ìssa...(*)
la seguente invece si basa su una semplice ma simpatica bivalenza semantica. Il tema è il mistero dei cosiddetti 'cerchi nel grano', inspiegabili ed affascinanti figure geometriche, spesso di dimensioni colossali, realizzate piegando le spighe nei campi di grano e considerate da molti come messaggi da parte di visitatori alieni. Un giorno Pxyryx e Moxtorz, due giovani ricercatori alieni provenienti dal pianeta Yertsar III, atterrarono con la loro navicella spaziale in un campo di grano del Connecticut e ne discesero per prelevare alcuni campioni. Al momento di ripartire però Pxyryx si accorse di aver perso le chiavi della navicella. - Ma porc...! Moxtorz, non trovo le chiavi! - Cosa significa che non trovi le chiavi? - Devo averle perse qui fuori... - Sei un coglione, Pxyryx. - Adesso cosa facciamo? - Adesso esci e vai a cercarle. Esci e cerchi nel grano!(**)
Che spasso, nevvero? Ogni tanto ci vuole, eccheccazzo.
(*)Se non hai capito che la gag è ambientata a Napoli sei proprio stordito; mi chiedo che senso abbia ostinarsi a perdere tempo raccontando
barzellette a gente che non sa o non vuole capirle. (**)Il potenziale comico di questa storiella si incrementa nel tempo in modo dinamico. Nel senso che la prima volta che la leggi ti sembra una cagata, mentre ad ogni rilettura successiva ti appare man mano più divertente. So di persone che dopo averla letta alcune centinaia di volte sono letteralmente schiattate per il gran ridere.
Va bene la guerra al relativismo, ok alla messa in latino, passino pure le stangate a Veltroni sul degrado di Roma... ma dare le spalle ai fedeli per tutta la messa non sarà un po' da maleducati?
"Er Panza" Mastella che si dimette dal governo dopo un'avviso di garanzia per presunti reati di concussione. Sua moglie Sandra, compagna di vita e malaffare, agli arresti domiciliari con imputazioni simili.
Vederli entrambi chiagnere e stracciarsi le vesti lanciando invettive contro giudici e magistrati è uno spettacolo che rallegra la mia giornata. Almeno adesso donna Sandra avrà un po' di tempo per ciucciarsi tutti i suoi torroncini.
Non se ne abbia a male Santità, può capitare a tutti prima o poi di risultare poco graditi a qualcuno/qualcosa, di ritrovarsi indesiderati in una determinata situazione o contesto. Ma non è facendo l'offeso e negandosi che se ne esce facendo la figura di quello buono che ha sempre ragione, solo perchè ad esser testa di cazzo son sempre gli altri. Oddio (ops! perdoni, Santità), in tutta questa faccenda di teste di cazzo ne son sfilate tantissime e un buon numero di queste, abbiamo scoperto, si nasconde nella redazione di alcuni quotidiani, però il suo atteggiamento mi ricorda un po' i capricci del ragazzino che ha portato la palla, quindi o lo fan giocare in attacco oppure non gioca più nessuno. Premetto che chi le scrive è un progressista mediamente illuminato, convinto che sia doveroso per uno stato democratico garantire a tutti il diritto di avere e poter esprimere le proprie opinioni. Sono uno dei tanti che vivono tra molti dubbi e poche certezze, che si tratti di scienza, di fede o solo di cambiare tinta alle pareti del salotto. Per questo ritengo che in tutta questa vicenda, che tanto scalpore e agitazione sta portando nel mondo politico e non solo, i colpevoli stiano bene o male da entrambi i lati della barricata. A partire da Lei, Santità.
Lei aveva ben chiaro in che ambiente si sarebbe ficcato varcando le soglie della Sapienza. Era a conoscenza del fatto che nel corpo docente si annida una nutritra frangia di ex sessantottini militanti, intellettuali dall'illuminismo un po' integralista, che non avrebbero perso l'occasione per ribadire con ogni mezzo e forma il loro diritto alla laicità. Una dichiarazione d'amore verso il laicismo, questa dei professori della Sapienza, che lascia un po' il tempo che trova se è vero che nel giugno 2006 la stessa Università ha stipulato un accordo per la creazione di un comitato accademico italo-egiziano di «studi comparati per il progresso delle scienze umane nel Mediterraneo», accordo siglato alla presenza dello sceicco Sayed Tantawi, uno che ha scritto fatwe per giustificare i kamikaze palestinesi e inneggia senza mezzi termini alla guerra santa. Eppure in quell'occasione nessuno si sognò di scrivere al magnifico rettore per contestare la faccenda e rivendicare il sacrosanto principio della separazione tra scienza e fede. Tantawi si, invece Lei no: Santo Padre, la coerenza non è di questo mondo. Senza contare infine che a una certa parte degli studenti iscritti non sarà sembrato vero di avere un'occasione per far casino e contestare, magari senza aver neanche ben chiaro chi e cosa stavano contestando. Ma Lei sa come sono i giovani d'oggi, insoddisfatti e senza ideali, sempre pronti a schierarsi su qualsiasi fronte basta che ci sia un po' di casino e qualche canna da rollare.
Santità, accetti l'umile consiglio di una pecorella smarrita: la prossima volta, invece di puntare ad istituzioni blasonate e pericolose come la Sapienza, provi con una piccola scuola di periferia, di quelle che si barcamenano tra bilanci risicati e carenze strutturali. Una di quelle piccole realtà educative dimenticate da Dio (il suo e quello di tutti gli altri) dove sui banchi si parlano tre lingue e ai bambini vien chiesto di portarsi la carta igienica da casa. Per la Chiesa di Roma, da millenni schierata dalla parte dei più deboli, questo si che sarebbe un bel gesto di coerenza e carità cristiana.
Forse in molti non l'hanno ancora realizzato, oppure presi come sono dalle beghe di inizio gennaio ancora non hanno avuto tempo e modo di avvedersene, ma quello in corso è un anno cosiddetto bisestile. Ciò significa che il prossimo mese di febbraio avrà un giorno in più il quale, vi rivelo per amor di precisione, cadrà di venerdì. Gli animi più pragmatici vedranno in questo fenomeno soltanto la seccatura di un giorno di lavoro in più durante l'anno, mentre io vi ravvedo solo una curiosa coincidenza: non ho mai conosciuto una persona nata il 29 di febbraio. Nemmeno ricordo che vi sia, nel novero dei personaggi storici più famosi, qualcuno nato in quel fatidico giorno bisesto (questo in realtà non significa molto, perchè se qualcuno mi dicesse che Garibaldi, giusto per citare un nome, è nato il 29 febbraio, non avrei alcuna possibilità di controbattere per confutare l'affermazione. E lo stesso dicasi per Napoleone o Mussolini o Carlo Magno o la miriade di personaggi storici dei quali ignoro la data di nascita, finanche l'anno. Fortuna che c'è Google). Il fatto che nessuno di mia conoscenza festeggi il genetliaco il 29 di febbraio mi porta a pensare che tale data in realtà non esista. a pensarci bene, è' uno scherzo: un giorno che salta fuori ogni quattro anni! Ma che barzelletta è? Tutto per quella storia delle 6 ore che la Terra, al termine dei suoi 365 faticosi giorni di rotazione intorno alla sua stella, pretende in più per completare l'opera? Basterebbe che una commissione di saggi ed esperti decretasse compiuta la rotazione dopo 365 giorni esatti, cassando con dogmatica assolutezza il fastidioso scampolo temporale. Un po' come per l'ora legale: signori, alle ore 24.00 del 31 gennaio la rotazione terrestre è da intendersi completata, e che sia finita lì. Certo, dopo alcuni decenni il ciclo stagionale ne risulterebbe un pò sfalsato, ma una precisa sforbiciata al calendario riporterebbe tutto in perfetto allineamento.
Potrebbero però effettivamente esistere delle persone che han visto la luce il ventinovesimo giorno di febbraio, e in questo caso non sarebbe corretto negare loro la possibilità di festeggiare l'evento con tutto il campionario di torte candeline e canzoncine di auguri come si conviene ad ogni bravo compleanno, anche se soltanto ogni 4 anni. In realtà questo mio interesse verso le persone 'biseste' ha una sua ragione: io sono nato il 26 febbraio, ma spesso ho fatto credere di aver rischiato di nascere il 29. "In che giorno sei nato?" "il 26 febbraio, ma ho rischiato di nascere il 29." "Ma va? Ma tu non sei del 19xx?" "si" "ed era bisestile?" "si. Mia madre ha insistito con i medici per farmi nascere prima. Non per superstizione o altro, solo che non voleva aspettare 4 anni per organizzare la mia prima festicciola di compleanno." "fiii, che storia..."
A nessuno è mai balenato il sospetto che il 19xx NON fosse un anno bisestile...
C'è una malignità intrinseca nelle segreterie telefoniche digitali. Mi spiego: sulla mia scrivania troneggia un mastodontico telefono digitale, un monolite grigio sporco (nel senso che è grigio e sporco) coperto di tasti e lucine, assai ricco di funzioni in parte ignote e in parte inutili. Tra le opzioni offerte c'è la casella vocale centralizzata, cioè una vocina femminile metallica e un po' indisponente che in caso di mia assenza invita il chiamante a lasciare un messaggio dopo il beep. La presenza di nuovi messaggi viene indicata da un led rosso di dimensioni esagerate piazzato sopra il tastierino. Fin qui, nessuna differenza rispetto a qualsiasi altro sistema di segreteria telefonica. Il problema nasce quando si ha la necessità di ascoltare un messaggio pervenuto. Essendo una segreteria centralizzata, occorre chiamare il numero interno del sistema, seguito dal numero del proprio interno e dallo stramaledetto codice personale, cioè una password composta di 4 cifre a scelta dell'utente. Anche qui niente di trascendentale: nell'orgia di password e codici di accesso in cui siamo ormai abituati a destreggiarci, un numerello in più o in meno non farebbe la differenza, non fosse che: - con una frequenza che ho calcolato essere intorno ai 3 minuti, il sistema impone il cambio del codice; - il nuovo codice non può essere identico a nessuno dei 15.000 precedentemente impostati; - quando cazzo ne ha voglia, il sistema decide che il tuo codice è sbagliato quindi scordati di ascoltare i messaggi, cocchino mio.
Fatto sta che non idea di cosa sia successo, ma da qualche giorno il mio codice risulta errato e il led se ne sta lì, rosso e fiammeggiante come gli occhi di Cerbero, a rammentarmi che c'è qualcosa di mio, o comunque a me destinato, bloccato nell'anima di silicio di un apparato elettronico, finché non avrò inserito come dio comanda quel fottuto codice.
Forse è il messaggio più importante della mia vita: un ricco parente americano, di cui ignoro l'esistenza, che vuole nominarmi suo unico erede; Gisele Bundchen che in un accesso di furia erotomane cerca potenzali partner componendo numeri a caso; il mio direttore generale che si è reso conto delle mie straordinarie potenzialità e vorrebbe offrirmi un ruolo dirigenziale... Temo però, a voler essere realista, che non possa trattarsi d'altro che di rogne. Qualcuno che non vedeva l'ora di affibbiarmi qualche rottura di coglioni, ben felice di non avermi trovato e di poter scaricare le sue seccature nella mia casella vocale... Malefico led, brucerai indisturbato fino alla fine dei tempi.
Le Borse mondiali crollano come castelli di carte, Er Panza Mastella vendica le sue vicissitudini giudiziarie facendo cadere il governo, Napoli si districa tra rifiuti e bombe inesplose...
Crolla la maggioranza di governo, pugnalata alle spalle dai suoi stessi alleati. Crollano le prenotazioni dei turisti stranieri, spaventati dai rifiuti di Napoli. Crollano le borse mondiali, schiacciate dallo scandalo dei mutui subprime. Crollano le richieste di mutuo, falciate dai tassi usurai. Crollano i consumi, oppressi dalla sfiducia dei consumatori.
E crollo anch'io, sommerso da tutti questi cedimenti.
Forse sono già crollato, e tutti frugano tra le mie macerie nel tentativo di fottersi i pezzi migliori.
Di SuperCirio addì 28/01/2008 @ 22:47:53, in music, linkato 940 volte)
Devo ricredermi: Safari, l'ultimo album di Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti, non fa poi così cagare come mi era sembrato in occasione del primo ascolto. Tutt'altro. E' un album strano, più maturo rispetto alle produzioni anche recenti. Una dozzina di brani che pretendono attenzione e non si lasciano ascoltare con troppa superficialità. Al primo impatto qualche scelta lirica può lasciare perplessi, ma anche questo va interpretato come un segno di maturità. I tempi delle rimette biascicate sono finiti da un pezzo, le soglie degli anta sono state varcate e il Jova non ci sta a morire come lo scemo di "gimme five". Cosa strana, la critica musicale promuove l'album in maniera abbastanza unanime. Forse non sarà il miglior disco del 2008, ma al momento non vedo molti pretendenti all'orizzonte.
Di SuperCirio addì 30/01/2008 @ 13:15:00, in music, linkato 1013 volte)
Così, senza nessuna apparente nè valida ragione, m'è venuto di postare 'Your Hand In Mine' degli Explosions in the Sky. Sai mai che qualcuno capita qui, la ascolta, gli piace e magari mi ringrazia pure.
Ecco, da un certo punto di vista devo ammettere che Berlusconi è l'incarnazione della stabilità. A partire dagli atteggiamenti, purtroppo, e soprattutto per quanto riguarda i rapporti con la stampa. Per Berlusconi i giornalisti sanno solo fraintendere. E' sempre stato così, era così quando governava, è così ancora adesso che i portoni di palazzo Chigi gli si stanno riaprendo dinnanzi. Dire e smentire, è un bel lavorare.
Berlusconi l'altro ieri:"elezioni subito o porto in piazza milioni di persone." Berlusconi ieri:"Le mie affermazioni erano proprio di segno contrario.[...] Ho detto semplicemente che abbiamo ricevuto molte richieste dalla nostra base per organizzare manifestazioni di piazza."
Quel vecchio demonio girafrittate non cambierà mai. Il giorno che schiatterà gli toccherà risorgere per smentire il coroner.
Poi uno non deve incazzarsi: ieri pomeriggio ho pagato tramite bancomat la bellezza di 106 euro per il canone 2008 di mamma RAI. In serata, durante la diretta di Juve-Inter su RaiDue, mi è toccato subire la telecronaca vergognosamente pro-juventus del bollito Tardelli e compagnia bella.
Ci sono tutti gli estremi per esercitare il diritto di recesso.
Di SuperCirio addì 01/02/2008 @ 20:15:40, in music, linkato 883 volte)
A volte l'incompetenza dei legislatori può rivelarsi un vantaggio per noi cittadini, come successo ad esempio in un caso riportato ieri da una succosa notizia apparsa su alcuni quotidiani online. Pare infatti che la nuova legge sul diritto d'autore, in fase di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale (quindi non più modificabile poiché già approvata), contenga un comma che recita testualmente: "E' consentita la libera pubblicazione attraverso la rete internet, a titolo gratuito, di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro".
Secondo fonti autorevoli e competenti in materia, il termine "degradate", inteso in senso tecnico, si applica perfettamente al formato mp3. L'algoritmo mp3 applica infatti una compressione del segnale digitale, comportando di fatto un 'degrado' del contenuto originale. Per quanto riguarda poi il vincolo dell'uso 'didattico', cavilli e scappatoie abbondano. Teoricamente potrei possedere l'intera discografia di un artista perchè, a 'scopo didattico', vorrei studiarne i testi dei brani, oppure perchè ho intenzione di imparare a suonare la chitarra. E' fondamentale infine non trarre lucro dai propri file musicali, quindi basta non mettersi a smazzare cd masterizzati agli angoli delle strade per stare in una botte di ferro.
La vostra discografia in mp3 di Cristina D'Avena è salva: potete sempre sostenere di possederla 'a scopo didattico' per cercare messaggi satanici nascosti suonando i brani al contrario.
Berlusconi è stato assolto nell'ambito del processo SME perchè 'il reato commesso non è più reato'. Ovviamente la sentenza non si sofferma sul fatto che l'illecito in questione è stato abolito nel 2002 dallo stesso Berlusconi quand'era Presidente del Consiglio nel precedente governo.
Il meccanismo è di una semplicità disarmante: - ieri hai rubato una mela; - oggi vieni eletto a capo di un governo il quale decreta che rubare mele non è reato; - domani verrai assolto dall'accusa di aver rubato una mela.
In un paese civile un personaggio come Berlusconi esisterebbe solo nei fumetti. Nella repubblica delle banane chiamata Italia, invece, si appresta a ricevere il terzo mandato governativo.
Stavolta però mi ci metto anch'io a rubar mele, eccheccazzo.
Di SuperCirio addì 04/02/2008 @ 22:18:54, in music, linkato 987 volte)
Nel turbinio sonoro che accompagna questo inizio del mese corto, scelgo senza alcuna evidente ragione di postare qui un vecchio (che poi tanto vecchio non è) pezzo dei Calla tratto dal loro ultimo e controverso album 'Strenght In Number'. Godetene, se vi aggrada, altrimenti siamo amici come prima.
Alla fine, come prevedibile, il presidente Marini ha dovuto alzare bandiera bianca. Il governo istituzionale rimane un progetto fallito: ad aprile tutti alle urne. A farci che, visto che il Porcellum è ancora in circolazione vitale e grufolante come non mai, lo devo ancora capire. Nel frattempo il due-volte-losco ha già acceso i motori della macchina elettorale in vista del plebiscito che entro 70 giorni lo incoronerà Zar Di Tutte le (povere) Italie.
In realtà il Berluska la sua campagna elettorale l'ha già fatta, nel senso che il suo programma per un governo ad personam se l'è già elaborato da un pezzo e possiamo immaginarne i contenuti: abolizione della GdF, limiti ai poteri della magistratura, decreti pro-mediaset, e via di questo passo.
La versione presentabile della kermesse elettorale sarà invece il solito tritatissimo pastone di populismo in salsa anticomunista, lo snack ideale per cervelli addormentati da Grandi Fratelli e notizie che strisciano. Il fatto che senza riforme elettorali la sua coalizione di governo rischi di naufragare a metà legislatura, così come accaduto alla precedente, non è un problema sufficiente a guastargli il sonno. L'ha detto a chiare lettere: prima ci riprendiamo gli scranni, poi eventualmente si metterà mano al Porcellum. Eppure era lui che fino a poco tempo fa mostrava vocazione per le grandi intese in tema di riforme elettorali; riforme che invece ora giudica secondarie rispetto alla possibilità concreta di un ritorno a palazzo Chigi. Potenza e mistero dei sondaggi che lo danno vincitore con ampio margine. E in fin dei conti non potrebbe che essere così.
Invece la cosa che più mi preme è capire entro che termini il Berlusconi futuro primo ministro concepisce quelle riforme che l'intero paese invoca. Ho paura che, almeno per quanto riguarda il cambiamento delle norme elettorali, il Berlusconi prossimo capo del governo avrà posizioni diverse rispetto a quelle che aveva da capo dell'opposizione.
Fino a pochi giorni fa meditavo di astenermi dal voto come forma di protesta verso questa classe politica pacchiana e fallimentare. Poi ci ho ripensato: potrebbe essere l'ultima volta che me ne viene data la possibilità.
Vedi qual'è la differenza sostanziale tra i nostri meccanismi elettorali e quelli americani?
Negli States i candidativanno in televisione a piangereprima del voto, con la certezza di un impatto mediatico che darà buoni ritorni in termini di consensi.
In Italia invece a piangere sono gli elettori dopo aver votato, nella solitudine della loro stanzetta spoglia, e con la certezza di averlo preso in quel posto ancora una volta.
Dentro un raggio di sole che entra dalla finestra,talvolta vediamo la vita nell'aria. E la chiamiamo polvere. (S. Benni)
(Ieri, ore 17.15) il metrò se ne scivola via sulla linea rossa con l'identica stanchezza annoiata del magma pendolare che ne farcisce i vagoni. Mi conquisto un posto in piedi, vicino alla porta, sul lato opposto rispetto a quello di apertura. Quando tutti i sedili sono occupati, le porte sul lato opposto diventano un territorio ambìto, perchè permettono di appoggiarsi ai battenti, in barba ai moniti degli adesivi di servizio sui vetri circa i rischi di tale pratica. Me ne sto lì appoggiato all'anta potenzialmente assassina, con il player mp3 che mi graffia le trombe d'Eustachio a colpi di Coheed&Cambria, quando noto ad un passo da me una ragazza che sorride. Chiunque conosca Milano e il suo popolo di pendolari sa quanto sorprendente e inaspettato possa apparire un sorriso in metropolitana all'ora di punta. La ragazza è carina, venticinque anni più o meno, un maglioncino fucsia sopra jeans scuri. I capelli chiari sono raccolti in una crocchia infilzata da uno spillone di legno con un curiosa spirale all'estremità. Sta leggendo un libercolo, e sorride in continuazione. E' più un riso che un sorriso. Non riesce a leggere oltre poche righe senza abbozzare una risata, subito contenuto. Mi chiedo cosa stia leggendo di così divertente. La vedo portare di continuo la mano alla bocca nel tentativo di soffocare sbuffi e mugolii di ilarità. Un po' si vergogna, ma trattenersi le è difficile. E' allegra in modo contagioso. Sorrido anch'io. Una signora lì vicino mi guarda con una smorfia un po' complice, come volesse dirmi Ma la vedi questa come se la ride, ma pensa te. Beata lei che ha tanta allegria... La ragazza si danna fino alle lacrime nello sforzo di mascherare l'ilarità. Si porta una mano agli occhi, con l'altra continua a reggere il libro. Riesco finalmente a vederne la copertina. Stefano Benni - Bar Sport. Sorrido apertamente: è tutto chiaro. Non potrebbe essere altrimenti. Lei mi guarda, si schermisce un po' imbarazzata. C'è qualcosa di una bellezza mistica in una ragazza che ride leggendo Benni. Vorrei dirle tranquilla, non preoccuparti, quel libro ha fatto lo stesso effetto anche a me. Vorrei chiederle quali altri opere di Benni già conosce, se ha già letto Il Bar Sotto Il Mare, come ha vissuto l'evoluzione letteraria delle sue opere, la deriva poetica degli anni recenti, la bellezza malinconica e struggente degli ultimi racconti. Dieci anni fa mi sarei buttato ai suoi piedi, in lacrime, implorandola di sposarmi, sotto gli occhi basiti di centinaia di anonimi pendolari incapaci di cogliere la magia che dirompe dall'incontro di due anime come le nostre. Avremmo vissuto, nella nostra casetta di Sompazzo ai piedi del Monte Macco, un'esistenza pregna di risate e umorismo. Avremmo fatto colazione tutti i giorni con caffè e luisone, ascoltato i racconti del marinaio e del primo uomo col cappello, giocato a pallastrada, cenato nel ristorante Bon Bon di Gaspard Ouralphe...*
E' scesa alla fermata di San Leonardo. Io quella dopo.
*Quest'ultima parte ha senso solo per chi possiede una seppur minima conoscenza dell'opera di S.B. Tutti gli altri non capisco neanche come siano arrivati a leggere fino a questo punto.
Di SuperCirio addì 11/02/2008 @ 22:07:08, in music, linkato 1061 volte)
Pochi se ne saranno accorti, ma il trailer della trasmissione Real CSI che gira in questi giorni sui canali Mediaset ha come soundtrack la bellissima Letters To God dei BOXCAR RACER, side-project di Tom DeLonge e Travis Baker dei Blink 182.
Il loro album self-titled, purtroppo l'unico della band, è entrato nel mio mp3 player circa 4 anni fa, e ancora non ne è uscito.
Consiglio di ascoltare il brano per intero, affinchè si possa apprezzare nel finale la maestosa perizia di Travis Baker alla batteria.
Il videoclip in compenso fa abbastanza cagare, anche se dubito che sia quello ufficiale.
Sempre a proposito della tanto vituperata legge elettorale e della necessità di cambiarla/modificarla/modellarla, temi sui quali sia a destra che a sinistra si consuma il dibattito politico di questi giorni, c'è un aspetto della questione, tanto curioso quanto controverso, che proprio non riesco a spiegarmi.
L'obiettivo condiviso è la necessità di far si che dalle urne esca una formazione governativa stabile, in grado di affrontare efficacemente le maggiori problematiche sociali ed economiche del paese e legittimata a governare senza l'incubo dei ricatti da parte di formazioni politiche minoritarie ed estremiste.
Le coalizioni iperframmentate da centinaia di partitini non garantiscono stabilità, questo è ovvio e i fatti lo dimostrano. Le esperienze fallimentari di Ulivo e CdL sono sotto gli occhi di tutti.
La parola d'ordine, oggigiorno, è 'mai più': mai più partitini estremisti che inquinano coalizioni di natura moderata, mai più porcherie mastelliane, mai più ricatti dei movimenti che vanno contro la loro stessa coalizione.
Mai Più: lo dice a chiare lettere il popolo della sinistra, lo pensa senza indugi il popolo della destra.
E allora si torna a invocare a gran voce lo sbarramento, la soglia minima, quel limite percentuale di consensi al di sotto del quale nessuna formazione politica può pretendere seggi o imporre scelte.
Detta così sembra la cosa più facile del mondo, ma è proprio sulla necessità dello sbarramento che mi sorge il dubbio cui accennavo sopra: serve? O meglio: come siamo arrivati al punto di aver bisogno di un simile meccanismo?
In un paese che ha la pretesa di considerarsi civile un sistema a sbarramento non avrebbe neanche la necessità di esistere, perchè il limite alle formazioni politiche sarebbe imposto dagli elettori stessi. I cittadini di una nazione matura, consapevoli del valore democratico che il loro voto esprime, si limitano a NON VOTARE i partitini da zerovirgola, senza bisogno di una legge elettorale che glielo impedisca.
In italia invece non funziona così. Perchè qui il primo pirla può svegliarsi la mattina e fondare il Partito delle Casalinghe Annoiate, o il Movimento Tutela Pesci di Lago, e avere la certezza che qualcuno ancora più pirla di lui lo voterà, garantendogli laute sovvenzioni di denaro pubblico e la possibilità di rompere i coglioni in parlamento.
Ma veramente ci vuole uno sbarramento per impedire la conquista di posizioni di potere a un partitino come l'Udeur, ex democristiano d'accatto, a vocazione regionale, con un presidente pluri-inquisito e l'intera dirigenza sul registro indagati?
Non dovrebbe bastare il buon senso civico? Probabilmente si, se solo ce ne restasse almeno un pochino.