Metti che domani nel campo di mais di fronte a casa mia atterra un'astronave aliena e ne discende un omino verde che mi citofona qualcosa tipo: "ohè, terrestre, al di là dei bastioni di Orione si fa un gran parlare di politici corrotti: e che sarà mai 'sta cosa?".
Io lo prendo per un tentacolo, lo metto davanti al pc e su Google scrivo 'mastella'.
Mastella. Può un paese che ha la pretesa di definirsi civile avere tra i suoi ministri uno come Mastella? E' l'archetipo del politico arraffone, ingordo, inciucione, vizioso e corrotto; l'unica balena bianca ex dc che non si è estinta tra le nebbie di mani pulite, anzi ne è uscita rafforzata in una sorta di sintesi evolutiva che ne ha fatto la più pericolosa tra tutte le creature del circo politico attuale. L'uomo che con un pugno di voti tiene al guinzaglio intere maggioranze. Non sarà certo un caso se Mastella è diventato il bersaglio ideale dei recenti rigurgiti di antipolitica da parte dei cittadini.
Prendiamo l'ultima in ordine di tempo: si scopre che "il Campanile", quotidiano dell'Udeur, si 'pappa' la bellezza di 1.153.000 euro all'anno di denaro pubblico, gentile donazione della legge sul finanziamento agli organi di stampa. Il tutto a fronte di una tiratura attestata sulla mirabolante cifra di 3000 copie scarse, e di queste solo un terzo viene effettivamente venduto (forse). I fumetti di Alan Ford hanno una tiratura decine di volte superiore, non succhiano soldi pubblici e di certo, sul piano dei contenuti, sono molto più seri ed interessanti.
Come numero di lettori, l'organo di stampa dell'Udeur non eguaglia quello dei tesserati al partito stesso. Eppure ogni anno incassa denaro che proviene dalle saccocce dei cittadini che pagano le tasse, quindi anche dalle mie. Avrò ben il diritto di sapere come vengono spesi tutti questi soldini, no? Tenersi forte, prego, arriva un estratto dall'ultimo bilancio:
- 40 mila euro se li intasca lo stesso "er panza" Clemente per collaborazioni giornalistiche. Mastella è un giornalista? Ma quante cose che non sapevo. 80 mln delle vecchie lire per scrivere cose che poi legge solo lui. Un genio.
- 14 mila euro per l’acquisto di torroncini di Benevento spediti dai coniugi Mastella agli amici. Ma quanti cazzo di torroncini si comprano con 14.000 euro? Sta a vedere che "er panza" c'ha l'inciucio pure con la lobby dei dentisti...
- 12 mila euro versati allo studio di Pellegrino Mastella, figlio di Clemente. Studio de che? Pure il figlio è giornalista?
- 98 mila euro per viaggi e trasferte di Sandra
Mastella (moglie), Pellegrino Mastella (figlio), Alessia Mastella
(nuora) ed Elio Mastella (figlio). Ma come?! "er panza" si piglia l'aereo di stato anche per andare al GP di Monza, e poi mette fuori la fattura? E io pago...
- 1.150 euro per beni acquistati al centro commerciale Cis di Nola da Sandra Mastella. Oibò, povera donna Sandra, neanche più libera di fare un po' di spesa in pace...
- 4.000 euro per la benzina del Porsche Cayenne di Pellegrino Mastella. Uno che si chiama Pellegrino per forza di cose deve viaggiare molto. In Nomen Omen. Alla faccia degli aumenti sul prezzo del petrolio.
- 36.000 euro per un contratto con la società Acros, di cui è socio al 50 per cento Pellegrino Mastella. La Acros è una società di brokeraggio assicurativo, e "Il Campanile" ha necessità come tutti di tutelarsi dagli imprevisti. Metti che Pellegrino parcheggia il Cayenne al sole con tutti i torroncini dentro: chi lo ripaga il danno? Son rischi che van calcolati...
Alla fine il dubbio mi resta: quanti cazzo di torroncini si possono comprare con 14.000 euro?
Mentre l'ultimo rapporto Caritas sull'immigrazione in Italia snocciola cifre da pelle d'oca, i maggiori quotidiani si affannano nel presentare la notizia con la più alta enfasi positivistica possibile.
3.700.000 regolari, olè! Aumentati in un solo del anno del 21,6%: che bello!
Se si escludono quei buontemponi de La Padania e qualche altra testata minore, il resto della stampa italiana è tutto un rallegrarsi per il boom di immigrati nel paese, quasi che a fermarsi un attimo per riflettere sulle dimensioni che il fenomeno ha assunto ci fosse il rischio di passar per razzisti.
Qui nessuno è razzista, ma neppure fesso. Proviamo a considerare almeno i numeri principali.
- 21,6% di incremento presenze in un anno: nemmeno nell'America di inizio '900 si è arrivati ad una percentuale del genere. E stiamo parlando di una nazione che aveva (ed ha tutt'ora) delle potenzialità economiche e sociali che noi a ancora oggi nemmeno ci sogniamo. Nonostante ciò stiamo accogliendo, in proporzione, un flusso in ingresso assai maggiore. Tra il 1892 e il 1924 sono entrati negli USA - nazione ricca e dalle potenzialità economiche enormi- circa 18 milioni di persone, con una media annuale di poco superiore alle 560.000 unità. In Italia, fanalino di coda tra i paesi fondatori dell'unione europea, costantemente alla canna del gas con un debito pubblico da terzo mondo, ne sono arrivati 700.000 solo nell'ultimo anno. Allegria.
- 200.000 stranieri occupati in più nell'ultimo anno: benissimo, ma se ne sono entrati 700.000, glia ltri 500.000 cosa fanno? magari un giretto alle parti della stazione centrale può aiutarmi a capirlo. Nella civilissima America di inizio '900 le politiche per l'immigrazione escludevano la possibilità di ingresso nel paese ad analfabeti, infermi, dementi, prostitute, anarchici e comunisti. Noi, un secolo dopo, neanche ci preoccupiamo di evrificare che chi ci bussa alla porta abbia almeno uno straccio di prospettiva di lavoro, con buona pace della legge Bossi-Fini e delle sue numerose scappatoie.
- In Italia gli immigrati sono il 6,2% della popolazione complessiva, contro il 5,6% della media europea: e non è il caso di chiedersi il perchè? Siamo l'anello debole della catena europea, il fanalino di coda nelle realtà economiche del vecchio continente, quelli con il ritmo di crescita più basso, eppure vengono tutti qui. E perchè poi? Forse perchè in altri paesi europei c'è un approccio più deciso nei confronti dell'immigrazione selvaggia? Nella ricca Germania ci sono stati 50.000 ingressi di extracomunitari in tutto il 2003... dopo solo s 4 anni noi ne riceviamo nello stesso arco di tempo un numero 14 volte superiore. Possibile che l'unica classifica europea in cui l'Italia è prima è quella del ritmo di crescita dell'immigrazione?
- Tra 20 anni gli immigrati in Italia saranno 10 milioni: consolante saperlo, soprattutto per un padre i cui figli, in quel periodo, non avranno ancora trent'anni...
"Nessuno scrolli le spalle o definisca razzista un padre che si preoccupa di una
figlia in un quartiere che non riconosce più. La sicurezza è un diritto
fondamentale che non ha colore politico, che non è né di destra né di sinistra.
Chi governa ha il dovere di fare di tutto per garantirla.(Uolter Veltroni)"
Piogge anomale e nasi tappati. Briciole di foglie ingiallite e castagne seccate troppo presto, scarpe da lucidare e poi rinchiudere in scatole di cartone. Occhi che bruciano la mattina. Capelli da tagliare, unghie da tagliare, storie da tagliare. Vento che sa di montagna, falene che non vogliono morire, musica nuova da sentire. E poi pizze fredde il sabato mattina, cervicale che ti sussurra nel collo, schede sd zeppe di foto, suole che scivolano sul marmo del corso, odore di frittelle, legna da bruciare, luci arancioni, canzoni senza passioni, nylon che scintilla elettrostatico, nuvole rosa macchiate di smog, aperitivi col cappotto, guanti da perdere, sciarpe da perdere, tempo da perdere e tempo già perso.
Di SuperCirio addì 24/10/2007 @ 23:46:15, in bambini, linkato 972 volte)
L'altro giorno ho avuto la sventata idea di passare in macchina davanti ad una scuola elementare della mia zona proprio durante l'orario di ingresso dei bimbi. Un macello di traffico, macchine parcheggiate ovunque sui marciapiedi con le frecce lampeggianti che sembravano i fuochi artificiali alla fiera di S. Rocco; un povero vigile urbano che si dannava per liberare le strisce pedonali dal flusso continuo di auto.
E' vero che ne son passati di annetti, ma quand'ero pulcino io a scuola ci si andava a piedi. Al massimo, nelle giornate invernali più fredde e nebbiose, c'era il pulmann del comune che dalla scuola portava in piazza, e da lì tutti a piedi, olè. E questo valeva bene o male per tutti. Chi veniva accompagnato in auto o abitava troppo fuori mano, oppure rientrava da una convalescenza ed era ancora troppo delicatino per scarpinare in pieno inverno fino a scuola.
Cos'ha cambiato queste abitudini? Tutto:
il traffico, che è minimo quadruplicato. Già ai miei tempi un paio di sbarbatelli finirono arrotati da un'auto in corsa mentre rientravano da scuola. Figuriamoci quante ne potrebbero accadere oggi di disgrazie, con tutta quell'Avemaria di auto e pirati della strada che ci sono in giro.
la gentaglia: 25 anni fa un romeno era un abitante della capitale in dialetto pugliese. Oggi basta che ti giri a cercar le chiavi e una banda di zingari ti soffia il pupo da sotto il naso.E chi si fida più con tutto quel che si sente in giro?
il bullismo, un fenomeno che negli ultimi tempi è diventato un'emergenza sociale. Una volta c'era un rituale semplice e ben codificato: si "scazzava" in classe con il bulletto di turno, ci si dava appuntamento fuori per una sana baruffa, poi si faceva pace e tutto finiva lì. Oggi pare che le aule italiane siano terra di nessuno infestata da sadici armati di videofonino con cui immortalare le proprie efferatezze.
In una situazione del genere c'è da stupirsi se a scuola ci si va sotto scorta genitoriale?
Paradossale che il primo Gran Premio di F1 che ho seguito (quasi) per intero quest'anno sia anche l'ultimo del campionato nonché (pare) il più emozionante in assoluto, non fosse altro per questioni di classifica.
L'ho seguito in compagnia di un appassionato, certamente più qualificato di me nel dare giudizi di merito su vincitori e sconfitti. Secondo lui nessuno dei tre contendenti al titolo aveva i numeri per meritarlo. Raikkonen e Alonso perchè hanno alle spalle una stagione scialba e povera di vittorie; Hamilton perchè, al di là dei podi conquistati, ha mostrato più volte i limiti dell'inesperienza, soprattutto in occasione dell'ultima e decisiva gara. In più ha goduto di eccessiva considerazione da parte della federazione che quest'anno troppe volte ha chiuso entrambi gli occhi davanti a certe scorrettezze sue e della sua scuderia.
Adesso si sono inventati anche 'sta storia della benzina fredda, e tutto torna in discussione. Le Williams hanno ciurlato nel manico, la tempertura della benzina nei loro serbatoi era troppo bassa, quindi i suoi due piloti rischiano la squalifica. Guarda caso, i due in questione hanno tagliato il traguardo prima di hamilton, pertanto la loro squalifica permetterebbe all'inglesino nero un balzo avanti nell'ordine di arrivo e, ovvia conseguenza, nella classifica generale che a questo punto lo vedrebbe campione iridato.
Vediamo di ricostruire:
Hamilton domina la classifica per quasi tutto il campionato e questo (forse) grazie anche a pregresse "manovrine" di spionaggio illegale della sua scuderia nei confronti delle rosse. Senza contare le troppe volte in cui si è reso protagonista di scorrettezze incredibilmente mai sanzionate dalla FIA.
All'ultima gara gli sarebbe sufficiente arrivare tra i primi 6 per laurearsi campione, invece si copre di ridicolo fin dal via con errori da dilettante che gli costano la 7° posizione al traguardo. Non basta. Raikkonen, giunto primo, è campione del mondo. A Maranello le campane suonano a festa.
Mentre l'inglesino frigna per l'incredibile occasione sciupata, il suo padrone di scuderia, l'ineffabile Ron Dennis, va a piagnucolare dall'amico Max Mosley, patron di tutto il circo F1, denunciando la Williams per uso di benzina troppo fredda. L'obiettivo dichiarato è quello di ottenere la squalifica dei piloti Williams e permettere così a hamilton di ottenere il titolo a tavolino (!). Semplicemente patetico.
Chiunque al posto di Mosley avrebbe coperto mr McLaren di pece e piume prima di cacciarlo a scarpate tra l'ilarità generale. Invece il patron Max conferma la sua fama di viscido intrallazzone accettando il ricorso di Dennis e congelando la classifica "sub judice".
Le campane di Maranello si bloccano a mezz'aria insieme a migliaia di cuori rossi: Raikkonen ha vinto, ma non è ancora campione.
Una situazione a dir poco surreale che fa a polpette quel poco di credibilità e serietà di cui questo sport ancora godeva.
Una volta gli inglesi inventavano gli sport; oggi riescono solo rovinarli.
Pare che il ministro Rutelli abbia già deciso: il portale www.italia.it deve morire. Costa troppo e rende poco, meglio allora chiudere baracca.
Sul vecchio blog avevo già avuto modo di muovere qualche critica al sito che, almeno nelle intenzioni del ministero per le attività culturali, avrebbe dovuto rappresentare il motore di promozione turistica del nostro paese nel mondo.
Il bello è che lo stesso Rutelli, ancora fresco di nomina al dicastero per i beni culturali, ci aveva provato a risollevare in qualche modo le sorti del progetto, peraltro con risultati a dir poco esilaranti: ricordo, ad esempio, con quale esplosione di ilarità venne accolto dal popolo della blogosfera il nuovo logo, con quell''Italia' scritto con tre font diversi e con la 't' penosamente somigliante ad un fallo a riposo. La sensazione che quel progetto di rivalutazione fosse partito con il piede sbagliato era già forte allora, e le ultime decisioni del ministro lasciano presagire che sull'intera vicenda potrebbe calare presto il sipario.
Del resto non è difficile muovere critiche a un portale web che in 13 anni di vita virtuale si è pappato la bellezza di 45 (quarantacinque!) milioni di euro tra progettazione, sviluppo e consulenze varie. Ovviamente tutti soldi pubblici, quindi anche miei. E con quali ritorni in termini pratico/economici? Zero. Nella classifica dei siti italiani più visitati, italia.it galleggia intorno ad un poco lusinghiero 2539° posto. Ci sono siti porno autoprodotti da webmaster improvvisati con un numero di accessi 10 volte superiore. Il blog di Beppe Grillo riceve in un giorno le visite che italia.it riceve in un mese.
Considerato il numero esiguo di utenti, si poteva inviare ad ognuno una cartolina della costiera amalfitana: si risparmiava un sacco di denaro ed i ritorni nel settore turismo sarebbero stati sicuramente maggiori. Magari si allegava pure un mezzo Kg di spaghi Barilla e una bottiglia di rosso buono, così ci facevamo pure la figura dei sciuri.
Cronaca di oggi: all'interno del tribunale di Reggio Emilia, nel corso di un'udienza per una causa di separazione, un 40enne di origine albanese (parte in causa) caccia di tasca una pistola e comincia a sparare all'impazzata. Piazza una palla in testa alla moglie dalla quale si stava separando, poi fulmina il cognato che cercava di disarmarlo, infine comincia a sparacchiare a casaccio tutt'intorno ferendo poliziotti e avvocati. Tenta infine di fuggire ma un altro poliziotto lo secca sulla soglia dell'aula. Una scena da far west, dicono i testimoni.
Adesso ci si chiede com'è possibile che sia stata introdotta un'arma all'interno del palazzo di giustizia, in barba a tutti i controlli e le procedure di sicurezza. L'onnipresente Mastella minaccia ispezioni.
I miei dubbi invece puntano alla radice del problema, e mi chiedo: com'è possibile che le nostre politiche immigratorie continuino a consentire l'ingresso e la regolarizzazione di masse di potenziali delinquenti? Quanti ne devono ancora volare di proiettili perchè in Italia ci si decida ad affrontare con serietà il problema dei flussi migratori, in particolare verso certe nazionalità troppo inclini alla violenza? O vogliamo continuare a raccontarci la barzelletta di matrice cattocomunista secondo la quale gli immigrati sono un ricchezza per il paese?
Quella scorsa è stata una settimana terribile, afflitta da menate che non sto neanche a raccontare. Il weekend l'ho speso in assoluto riposo nel tentativo di sciogliere almeno in parte lo stress e le stanchezza accumulata. Non so dire con quali risultati, certo non brillanti visto il mal di testa e l'irritabilità che mi trascino da questa mattina. Ieri mi sono concesso mezz'oretta di libertà dalle menate famigliari per andare a votare alle primarie del PD. Più per esplicita richiesta di un candidato della mia circoscrizione che per reale appartenenza ideologica, ma tant'è. Un giorno potrebbe anche tornare utile. fatto sta che sono arrivato a sera con ancora addosso quel certo senso di scazzo totale verso tutto e tutti.
In genere questo particolare stato d'animo mi spinge a cercar conforto nell'ascolto di buona musica. Il problema, nell'immediato, è che di buona musica non ne dispongo. E' un periodo in cui sul mio lettore mp3 si liberano costantemente ampi settori di memoria. Non passa giorno senza che sparisca almeno un album. L'abbuffata di indie music di cui il fido Creative ha goduto in questi mesi sta andando progressivamente esaurendosi. Sono arrivato a cancellare interi album dopo averne ascoltato solo un paio di brani. Forse è l'età che mi ha reso più esigente -o meno tollerante- verso certa fuffa sonora, fatto sta che mi son ritrovato a sbarazzarmi di presunti mostri sacri della scena indie (come gli Arcade Fire o gli Arctic Monkeys) dopo un paio di ascolti soltanto dei loro più recenti albums. Conitnuano ovviamente a campeggiare gli intoccabili della mia personalissima playlist: Modest Mouse, Boxcar Racer, Cursive, Ataris, e compagnia simile.
Mi sono scoperto ad apprezzare parecchio l'ultimissimo Springsteen con la sua Radio Nowhere: basta questo a dirla lunga sul deserto musicale che sto attraversando. Spero che l'anima buona del vecchio Joe Strummer, da lassù, riesca a perdonare queste mie insane derive.
Domenica, sulle dolci colline del Verbano, ho concretizzato il rito autunnale della castagnata. Un cerimoniale antico, di sapore campagnolo, fatto di spine nelle dita e insetti tra i capelli, sacchettate di Castanea Sativa e caviglie doloranti. Porto fieramente i segni dell'incontro con la natura, sotto forma di dito medio gonfio come un wurstel a seguito trauma distorsivo per l'impatto con un tronco caduco e maligno. La castagna esige sempre un tributo di sangue.
Contrariamente al resto del gruppo, inquadrato con diligenza -bambini inclusi- nell'attività di raccolta, il mio obiettivo dichiarato erano i funghi, per i quali si conferma ancora un volta la pessima annata.
E' forse questa, almeno per quanto mi riguarda, una delle conseguenze più tragiche dei cambiamenti climatici: l'attività micotica è ridotta a zero. Altro che scioglimento dei ghiacciai e rischio desertificazione... ragazzi, il vero rischio, se non ci diamo una mossa a ridurre le emissioni di gas serra, è dover dire addio alle tagliatelle alla boscaiola.
Se voglio trovare un motivo per prendermela con il ministro dell'economia Padoa Schioppa, mi basta chiudere gli occhi per concentrarmi un attimo e me ne vengono in mente almeno una decina in prima sparata. Ma attaccarlo per la battuta sui trentenni bamboccioni non mi sembra leale.
Credo sia facile capire a quale particolare categoria di giovani abbia voluto riferirsi con il suo bonario epiteto.
Eppure Veltroni, che della comunità giovanile continua abusivamente a considerarsi un membro, sembra non averlo capito e si è prontamente lanciato in difesa dei poveri giovani che "affrontano un viaggio nell’incertezza" e pertanto meritano maggior rispetto.
Niente da eccepire caro Walter, se i giovani ai quali ti riferisci riguardano la fin troppo nutrita schiera dei lavoratori precari, impegati a progetto, co.co.co., e chi più ne ha più ne metta, ossia quelle categorie sociali che generano in chi vi appartiene quell'incertezza nel futuro che è una grande emergenza di questo paese.
Ritengo invece che Padoa Schioppa, con il suo discusso quanto azzeccato aggettivo, abbia voluto riferirsi ad una ben definita tipologia di giovani, la cui poca inclinazione ad affrancarsi dagli agi della dimora paterna è dettata da motivi tutt'altro che economici.
Ne conosco qualcuno di questi "bamboccioni" e non è certo gente che avrebbe problemi a mettere insieme vitto e alloggio lontano da mamma e papà.
Semplicemente a loro non conviene. E' una questione di comodo.
Sono figli benestanti di genitori-chiocce che non vorrebbero mai vederli crescere, nonostante godano la libertà e l'autonomia che si conviene a persone più che maggiorenni.
Hanno tasche piene di soldi che nessun mutuo né affitto può insidiare, e hanno più tempo libero per goderseli.
Hanno chi lava e chi stira, chi cucina e chi paga le bollette. Vivono come pascià, soprattutto se confrontati con i loro coetanei precari magari subissati dalle rate del mututo o dagli affitti scellerati.
E tu, caro ministro Padoa Schioppa, vorresti convincerne qualcuno ad abbandonare il suo comodo nido semplicemente sventolandogli sotto il naso 1000 miseri euro all'anno di incentivo? Ma incentivo de che?
Non ci affitti un parcheggio per la Vespa, con 1000 euro all'anno, altro che incentivo. Te lo spiego io come gira il fumo, così in futuro eviti le battute alle quali poi Veltroni si sente in dovere di replicare:
i trentenni di oggi si dividono in tre macrocategorie:
quelli che non riescono ad uscire di casa;
quelli che non vogliono uscire di casa
quelli che di casa ci sono già usciti.
Sui primi i tuoi 1000 euro non possono incidere, poichè ne occorrebbero almeno 10 volte tanto per poter prendere seriamente in considerazione la cosa.
I secondi non sanno che farsene. I mille euro preferiscono sputtanarseli in settimana bianca con gli amici, per poi tornare dalla mamma che sa come lavare la tuta da sci.
L'ultima categoria, alla quale anch'io appartengo, riguarda coloro che il grande salto nella melma del caro mutui/affitti l'ha già fatto, e non si offenderebbero di certo nel ritrovarsi una rata del mutuo (o un mese di affitto) a carico del tuo dicastero.
Pensaci, che sei uno sveglio e certe cose le capisci al volo.
Lascia il buonismo a Veltroni e caccia i soldi a chi già 'tiene da pagà'.
Avrei bisogno di riposo. Molto riposo. Necessito di relax a tutto campo. Sento il bisogno di good vibrations, qualcosa che possa scuotere la monotonia del quotidiano con arpeggi nuovi e fiammeggianti. Ieri vagheggiavo cambi radicali in ambito professionale. Sognavo di fare l'operaio edile, forse lo stradino, o qualsiasi altro di quei lavori rocciosi che ti gonfiano i muscoli e ridicolizzano il concetto di dieta. Che belli quei lavori che svuotano la mente, poichè usarla non serve comunque! Ci guadagnerei in salute, smaltendo nella manualità pesante tonnellate di colesterolo endogeno. Riuscirei a dormire almeno 9 ore a notte, senza interruzioni. Sarei schietto e grossolano, rozzo e sincero. Avrei un bar pieno di amici dove fermarmi la sera per una birra, prima di rientrare a casa. Avrei una moglie contenta di lavare i miei jeans, e figli che studiano per poter avere, un giorno, un lavoro migliore del mio.
Soprattutto non avrei più voglia di scrivere cazzate.
Sto provando un simpatico plugin per Firefox che dovrebbe permettermi
di postare cazzate sul blog direttamente dalla finestra del browser.
Questo è pertanto un post di test e chiunque riuscirà a leggerlo
-semmai risulterà leggibile- sarà testimone di una strepitosa conquista
scientifica.
Mi son detto: inutile scrivere alcunché su Grillo e tutto l'aveMaria che sta mettendo in piedi in questo periodo, poichè sia i media che l'intero mondo politico se ne stanno già occupando massicciamente e con gran perizia.
E invece.
Mi ha stimolato in particolare l'episodio capitato l'altro giorno nel tg2 delle 13.00, quello dello sparata di Mazza. Per i meno informati: il sig. Mazza, solerte giornalista del tg2, ipotizzava che l'ardore populista del comico genovese potesse diventar detonare nei confronti di certi animi esagitati e inclini alla violenza.
"E se qualcuno un bel mattino si sveglia e comincia a sparare?" si chiede con angoscia il pavido mezzobusto. Paura, rispondo io.
Grillo, dal suo blog, ha replicato alla fesseria di Mazza con una fesseria ancora più grassa, augurando al deretano del giornalista di diventare il bersaglio del potenziale sparatore. Quando i toni acquistano un certo timbro, c'è poco da stare allegri sul futuro del confronto.
Il fatto è che il tentativo di calare Grillo e le sue iniziative nei panni di un potenziale incubatore di sedizione terroristica mi sembra una forzatura.
Tanto più che arriva da un giornalista della TV di stato, e come tale al servizio del cittadino e tenuto alla più rigorosa obiettività nell'esposizione dei fatti.
A sua volta Grillo, in antitesi rispetto alla dialettica ed ai bizantinismi della politica, è ancora troppo caricato dai recenti clamori di piazza per reagire di etsta alle facili provocazioni.
Nonostante ciò resto convinto della buona fede di Grillo. Il problema è che un agitatore in buona fede resta un agitatore, con tutto lo strascico di incognite che ciò comporta. E comunque non basta la buona fede, mia o del popolo del vaffaday, a cambiare in modo serio le cose.
Con la demagogia di Grillo si può essere o meno d'accordo (io lo sono solo in parte) e lo stesso vale per i suoi metodi populisti (anche qui mi dissocio nella sostanza). Resta il fatto che il fenomeno Grillo riempie le piazze, e in un modo o nell'altro ci costringe tutti a prenderne atto, in particolare ( e questo è l'aspetto positivo) la classe politica sempre più sotto attacco.
A pensarci bene, il populismo bipartisan di Grillo non è poi tanto diverso da quello militante di un Berlusconi in campagna elettorale. Cambiano i temi (e gli obiettivi) ma non i metodi.
Grillo se la prende con gli sprechi della 'casta' politica, Berlusconi con le tasse che affliggono il ceto medio.
Entrambi i temi fan girare i coglioni alla piazza e catalizzano consensi. Con la differenza che nell'intento di Berlusconi c'è un tornaconto politico (oltre che personale, soprattutto sui temi della giustizia), mentre Grillo non si è ancora capito bene dove voglia andare a parare. Lui lo sa senza dubbio, il fatto è che a me non è chiaro e questo mi preoccupa. Certo, questa mobilitazione di piazza aveva l'obiettivo dichiarato di raccogliere firme per le famose tre proposte di legge da portare in parlamento. Peccato che due di queste proposte legislative siano destinate ad arenarsi nel loro percorso istituzionale.
Sappiamo tutti che un condannato che ha scontato la pena rientra in pieno possesso dei suoi diritti, tra i quali quello di candidarsi in ruoli istituzionali. Interdire a vita dai pubblici uffici chi ha pagato fino in fondo le proprie colpe è materia da consulta costituzionale, e basta questo a rendere impervio il sentiero della proposta di legge.
Sull'idea di mandare a casa i parlamentari dopo due legislature si può essere d'accordo o no (io non lo sono del tutto), ma saranno i parlamentari stessi a dover approvare questa legge, quindi è inutile aspettarsi che viaggi su una strada in discesa.
Possibile che Grillo non abbia considerato questi limiti? E allora perchè mobilitare migliaia di persone per delle iniziative morte sul nascere?
Forse perchè intorno alle tre proposte di legge si è catalizzata ai massimi livelli l'incazzatura popolare ed il rifiuto della politica. Dai moduli per la raccolta firme è stata distillata la migliore antipolitica degli ultimi decenni. Un concentrato prezioso e dai poteri sconosciuti, ma certamente molto, molto pericoloso.
Di SuperCirio addì 21/09/2007 @ 10:11:48, in bambini, linkato 1072 volte)
"E se la sofferenza dei bambini servisse a raggiungere la somma delle sofferenze, necessarie all'acquisto della verità, allora io dichiaro in anticipo che la verità tutta non vale un prezzo così alto." (F. Dostoevskij, I Fratelli Karamazov)
"Se un dio ha fatto questo mondo, io non vorrei essere quel dio, perché il dolore del mondo mi strazierebbe il cuore."
(A. Schopenhauer)
Pubblico volentieri questo annuncio al quale mi è stato chiesto di dare la massima diffusione. Invito chiunque passi di qui a fare altrettanto, grazie.
Il corriere.it di ieri riportava un'intervista di Libero a Rajaà Afroud, 26enne di origini marocchine -ma residente fin dall'età di tre anni a Jesolo- che è una delle due ragazze di religione musulmana elette finaliste al concorso di Miss Italia 2007.
Fin qui niente di strano, a parte il fatto che l'intervista è stata pubblicata appunto da Libero, quotidiano generalmente schierato su posizioni assai poco filoislamiche.
Ma la cosa interessante è che "googlando" il nome della miss mi è saltata fuori una bella foto con la fighettina sorridente in un costume intero verde sul quale si intravede, parzialmente coperta da una cascata di riccioli corvini, la scritta Miss Padania (!). La bella Rajaà, infatti, prima ancora di approdare alle finali di salsomaggiore, è stata tra le finaliste di Miss Padania 2007. La foto in questione, pubblicata sul sito dell'evento, si trova qui.
Mi fa sorridere l'idea della musulmana che sfila in abiti discinti davanti allo stato maggiore delle camicie verdi padane, magari sotto il naso di un allupatissimo Calderoli che, legato momentaneamente al palo il porcellino anti-moschea, sbava come una lumaca rimirando le curve della giovane marocchina.
Temo però che la miss faticherà ad ottenere lo stesso successo nei confronti di un certo fanatismo religioso di matrice islamica.
Faccio a Rajaà i miei migliori auguri, e non solo per la finale di Miss Italia.
SuperCirio ver. 2.0 è da tempo una realtà.
Website, Blog, Twitter, Live Messenger, Skype, Flickr, Facebook... A parte Second Life, la cui interfaccia non "gira" su Window Vista (o almeno: fino a poco tempo fa la Linden, società creatrice di SL, non aveva rilasciato la versione compatibile col nuovo so Microsoft) per il resto sono presente su quasi tutte le maggiori social networking platforms del web.
Mi resta però un grande interrogativo: a che cazzo mi serve tutto ciò?
Il website è in versione beta da anni; il blog è sullo stesso dominio riconducibile all'autore, quindi mi vincola nei contenuti; Messenger lo uso coi colleghi vicini di scrivania, Skype non lo apro da mesi; di Flickr -questo si- ne faccio un uso intensivo, ed è infatti l'unico per il quale possiedo un account pro (a pagamento); Facebook lo trovo per molti aspetti infantile e noioso.
Per non parlare poi dei vari MySpace, Blogitalia, Friendster, etc dei quali neanche ricordo più le credenziali di accesso.
Apprezzavo molto Pandora, una community in ambito musicale che per motivi incomprensibili è stata inibita all'utenza italiana. Fortuna invece che Last.fm, nonostante la recente acquisizione da parte della Virgin, continua ad essere un pianeta ospitale per i musicofili di qualsiasi gusto.
Qualcuno obietterà che il ruolo delle piattaforme di social networking è quello di fornire i mezzi e le strutture adatte allo sviluppo ed all'aggregazione di comunità virtuali, ma sta poi all'utente creare, coltivare e far crescere la rete di contatti all'interno della comunità stessa. E su questo potremmo aprire un dibattito infinito circa la mia predisposizione alla socialità che non è il caso di affrontare ora e in questa sede. Senza contare che tra i miei contatti "reali" il livello di presenza web è ancora agli albori del 1.0 (l'instant messaging rimane un mistero occulto per quasi tutte le mie conoscenze).
E' ildestino di certi pionieri che, essendosi portati troppo avanti, alla fine si ritrovano soli.
Mi presento con il consueto, colpevole ritardo a commentare la morte del pingue tenore L. Pavarotti, e lo faccio si unendomi, secondo princìpi di umana compassione, allo sconforto di famigliari/amici/fans/sempliciconoscenti per la dolorosa perdita. Ma lo faccio anche in controtendenza rispetto alla massa dolente di presunti melomani che, a poche ore dalle esequie, mentre ancora i tiggì della sera confezionano struggenti esclusive sulle lettere delle figlie al papà che non c'è più, già affollano i megastore musicali accaparrandosi l'ultima raccolta dell'ugola modenese che i discografici, con cinica saggezza, serbavano in attesa del luttuoso evento.
Mi metto appunto in controtendenza rispetto a tutti coloro che hanno scoperto un'improvvisa, viscerale passione per la lirica non appena si è diffusa la notizia della tragica scomparsa, poichè ammetto la mia scarsa competenza per quanto riguarda il melodramma, la lirica, la musica classica in genere. Pur possedendo un certo orecchio musicale e una discreta passione nei confronti delle sette note, non so distinguere Mozart da Brahms, non conosco le origini della musica barocca, mi sfuggono i concetti di contrappunto e fuga, e soprattutto non ho mai ascoltato per intero un cd di Pavarotti.
Che rimane un grande, s'intende. E se è stato, come si dice, uno dei più grandi, non sarò certo io, dal profondo della mia incompetenza, a porre dubbi in merito.
Molti ritengono che il grande merito di Pavarotti sia stato quello di riavvicinare il melodramma alla gente, e poco conta se a volte per farlo abbia dovuto mettere in piedi baracconate con colleghi musicisti appartenenti a generi molto meno blasonati. Se il fine è nobile, come aiutare i bambini nelle aree povere del pianeta, allora può starci che la migliore ugola lirica del mondo gorgheggi in compagnia dei rantoli catarrosi di Zucchero, o duetti con la vocina checca di Bono Vox. I teenager del Pavarotti&Friends ci guadagnavano una serata, i bambini del Darfur qualcosa in più.
Voglio però allinearmi un minimo con la schiera di neo-melomani postpavarottiani, quindi credo che comprerò nei prossimi giorni un tal quotidiano che propone in allegato -guarda un po'- proprio un doppio cd con il meglio del maestro.
So già che sarà un ascolto difficile.
Non che non apprezzi, è solo che, per quanti sforzi faccia, non mi riesce di capire le parole.
spettabilissimi 'mprenditori bbeddi, accussì babbìando colli amici miei m'è giunta 'a nutizia de 'stu fattu caa u presidente d'associazione voshtra, quella caa runisce tutti quanti i pari voshtri, sè messa in capa de iettare fori daa 'sociazzione tutti li bravi cristiani che pagano u pizzu a noialtri ommini d'onore.
E uorra quaccuno mo vole spiegare picchè 'stu presidente saa pigghia accussì con li bravi carusi che pagano u pizzu? A mmìa nun me pare na manera saggia pe' garantire a voiattri de continuare a travagghiare sireni e tranquilli.
Pè ccome la viro io, la questione in due manere sta:
- Se pagate u pizzu, u presidente voshtro ve caccia daa 'sociazione;
- se NUN pagate u pizzu, i picciotti miei ve cacciano da 'sto mondo bbeddo.
Fateve cuattro conti, con calma...
Potrà sembrar bislacco ma io, quando non so a cosa pensare, penso a Veltroni.
Penso alle sue recenti posizioni assai poco filogovernative su determinati temi attuali, penso ai travasi di populismo che gli stan montando dall'interno, e soprattutto penso che nell'esigenza di raccattare voti a destra e a manca non esita a crogiolarsi nella stessa demagogia populista dei tanti politici di spicco di ogni orientamento politico. Il fatto è che queste posizioni devono confrontarsi con quelle di chi, all'interno della sua stessa coalizione di governo, i voti li ha già presi, a partire da Prodi stesso.
Veltroni dichiara che occorre abbassare le tasse. Prodi e Padoa Schioppa rispondono che la priorità è invece la riduzione della spesa pubblica.
Hanno ragione entrambi, con la differenza che, appunto, proporre l'abbassamento delle tasse fa da catalizzatore di consensi, ed è strumento utile a chi deve affrontare l'esame del suffragio popolare. Ridurre la spesa pubblica è invece una necessità altrettano prioritaria, addirittura propedeutica ad una riduzione della pressione fiscale (non si possono diminuire le entrate senza fare altrettanto con le uscite) ma meno efficace nei confronti dell'opionione pubblica, addirittura malvista da certe categorie sociali calcificate nell'assistenzialismo piagnone che è una grande piaga di questo Paese.
Eppure il meccanismo è semplice, e il buon Padoa Schioppa dev'esser ormai morto dalla noia a furia di ripeterlo in tutte le salse: ridurre il gettito fiscale è una conseguenza automatica della riduzione delle spese. E' un conto da massaie: se ho meno spese, mi servon meno soldi. E meno soldi servono, meno occorre chiederne ai contribuenti, o almeno a quei pochi che -come il sottoscritto- le imposte ancora le pagano tutte fino all'ultimo centesimo.
Se poi aggiungiamo alla riduzione della spesa pubblica anche un'efficace contrasto all'evasione fiscale, ecco trovata la quadratura del cerchio.
Ma in Italia, si sa, la strada che conduce al voto dell'elettore medio passa sempre dal suo portafogli, raramente dalla testa. E' ed proprio su questa strada che Veltroni pare essersi già incamminato.
I blog, si sa, son terreno per gente strana. Soprattutto quella che li crea e li mantiene. Questo tizio però merita una nota a parte. E' riuscito a mettere in piedi un blog dove pubblica periodicamente sue immagini in fuga. Il concetto è semplice: il tipo (un olandese, a giudicare dalle location delle immagini pubblicate) piazza la sua fotocamera digitale per terra o su altro supporto di fortuna, imposta l'autoscatto su un tempo di 2 secondi, infine schiaccia il pulsante di scatto e corre via. Il risultato è una serie di immagini che lo ritraggono sempre di spalle nell'atto di fuggire dalla fotocamera.
Un photoblog originale anche se, alla lunga, un po' noioso.
Settembre è ormai alle porte, la stagione delle ferie volge al termine, eppure la stragrande maggioranza dei media italiani continua a tampinarci con notizie pre-ferragostane.
Il corriere, ad esempio, ancora oggi riempie i pochi buchi liberi tra la cronaca di Garlasco e le sparate rivoluzionarie di Bossi con vicende d'attualità gossippara: Corona contestato dal pubblico ad una festa paesana (ed era ora che qualcuno gli dedicasse un coretto di scemo-scemo) e un'intervista a quella zozzona della gregoraci, già sig.ra Briatore.
Ma i signori della carta stampata si sono accorti che gli italiani hanno ripiegato costumi ed asciugamani da un pezzo? Sembra che quest'anno certi quotidiani fatichino a scrollarsi di dosso la patina da Novella 2000 che li ricopre nel periodo estivo.
Per meglio comprendere la penuria di cronaca nella quale sguazzano i quotidiani basti considerare il risalto dato all'ordinanza dell'assessore alla sicurezza del Comune di Firenze: carcere fino a tre mesi per i lavavetri che tampinano gli automobilisti ai semafori.
In questo momento la versione online del Corriere la tiene nel primo newsbox; in "prima pagina", volendo seguire la logica cartacea.
Ma non è tanto il contenuto del provvedimento in se che pesa sul risalto dato alla notizia, quanto l'incredibile pioggia di critiche scatenata da parte del mondo politico.
Aggiungiamoci che l'assessore Cioni, ideatore del provvediamento, appartiene ad una giunta di centrosinistra, e gli ingredienti per scatenare una mezza bagarre politica ci sono tutti.
Un esponente istituzionale schierato politicamente a sinistra che emette un'ordinanza così "di destra"? Scandalo e smarrimento!
Scandalo un cazzo. la sicurezza e la legalità sono valori bipartisan, non sono bandiere né di destra né di sinistra. Invece di domandarci perchè un personaggio di sinistra ha scelto di adottare metodi repressivi per contrastare una situazione di evidente illegalità, chiediamoci piuttosto perchè, in situazioni analoghe, altri esponenti istituzionali di opposte visioni politiche non hanno invece adottato alcun provvedimento.
Cioni che fa arrestare i lavavetri importuni ai semafori diventa un caso nazionale, mentre di Letizia Moratti che ha praticamente consegnato Milano alla malavita romena non si sente neanche parlare.
Io sto con Cioni senza se e senza ma, al di là delle visioni politiche, e non sono il solo visto che l'82% dei voti al sondaggio sull'argomento proposto da Corriere.it sono favorevoli al provvedimento.
Non si tratta di intolleranza o, come piace a qualcuno riempirsi la bocca, di razzismo strisciante. E' una questione di diritto alla propria incolumità e sicurezza. Chi ha mai avuto a che fare con questa tipologia di questuanti da semaforo capisce bene di cosa sto parlando. Ti si buttano sul cofano, si aggrappano alle spazzole tergicristallo, picchiano sui finestrini. Molti sono arroganti, minacciosi, spesso ubriachi. Io ci ho fatto l'abitudine e con un pò di fermezza me ne libero in fretta, ma mi metto nei panni di una donna in auto sola, magari a tarda ora, oppure con dei bambini a bordo. non possiamo permettere che i nostri semafori diventino un far west in mano alle bande di sciammannati piovuti qui da mezzo mondo per rompere i coglioni!
Ci vuole fermezza ed intransigenza, altrimenti finiremo come certe periferie di Marsiglia, dove ad ogni semaforo stazionano bande di pirati pronte a saccheggiare chiunque abbia la sciagurata sventura di fermarsi col rosso.
Qualcuno obbietterà che in fin dei conti si tratta di povera gente che cerca in qualche modo di sopravvivere. E' vero, ma dietro ci sono racket potentissimi che su quella gente speculano senza ritegno, e l'unico sistema per indebolirli è proprio togliere dalle strade la loro manovalanza.
E che nessuno si azzardi a definire repressione ciò che invece è solo tutela dell'ordine e della legalità, nell'interesse degli onesti cittadini che pagano le tasse. Proprio come me, eccheccazzo!
Devo ammettere che del fattaccio di Garlasco, nonostante l'intenso battage mediatico che ne è seguito (e che prosegue tutt'ora), ho una visione alquanto superficiale.
L'unica cosa che mi è abbastanza chiara è che a Garlasco c'è un fotografo che fa dei fotomontaggi pacchiani, al limite dell'orrendo. Ed è un fotografo, appunto, cioè uno che determinate cose dovrebbe maneggiarle con gran perizia!
Bando alle ganassate, posso dire che quel fotomontaggio con le gemelle Cappa e la povera cugina-vittima io l'avrei fatto meglio assai (certo meglio di quello qui sopra, che ho fatto in 5 minuti ad esclusivo uso e consumo di codesto inutile post).
Per inquadrare le mie vacanze estive nell'anno del signore 2007 basti considerare i due episodi accadutimi prima della partenza ed in occasione del rientro.
LA PARTENZA
Il giorno prima di partire mi han tamponato. Alle 7.00 del luminoso mattino dell'ultimo giorno di lavoro, un vigilante notturno assai anzianotto decideva di astenersi dal'azionare i freni della sua Panda d'ordinanza, lasciando che la stessa scivolasse senza ostacoli verso il didietro della mia Opel ferma ad uno stop.
Il vigilante ha ammesso senza questioni la propria colpa, attribuendo alla stanchezza la causa della sua sbadataggine poichè, diceva, era in servizio da quasi 13 ore.
Dal canto mio ho mantenuto un doveroso livello di cortesia e self control, indispensabili in simili frangenti, soprattutto quando si tratta con persone armate e in debito di sonno.
I danni erano di modesta entità, ma sufficienti a richiedere la compilazione del modulo di constatazione amichevole, del quale ovviamente né io né il vigilante possedevamo una copia. Ci siamo quindi dati appuntamento per ritrovarci nel tardo pomeriggio nello stesso punto ed espletare le formalità del caso. Alle 19.30 circa stavo già faxando all'assicurazione la mia copia del modulo sottoscritto da entrambi. Ho già un appuntamento con il perito di zona per quantificare e liquidare il risarcimento.
Tutto è bene quel che finisce bene, no? Chiaro, però quando certe cose ti capitano 24 ore prima della partenza, un pò i coglioni girano.
IL RIENTRO.
In genere il peggior timore di chi torna dalle vacanze è ritrovarsi la casa svaligiata dai ladri. Per me invece l'incubo più grande è trovare il salvavita sul quadro elettrico in posizione OFF e, di conseguenza, la casa senza corrente. Incubo che si è puntualmente materializzato quando, appena aperta la porta del box, il sensore dell'antifurto sulla parete di fronte non mi ha salutato col consueto lampeggìo rossastro. Subito ho allargato le froge annaspando l'aria per cogliere l'odore dolciastro e nauseabondo della materia organica in decomposizione, tipico di un freezer colmo di cibarie ormai scongelate da giorni. Fortuna ha voluto che la buona stella abbia guardato giù anche stavolta: la tensione mancava da non più di 12-15 ore, quindi il contenuto del congelatore, seppur completamente da buttare, almeno non camminava da solo.
Chissà che feriacce, penserà qualcuno, a giudicar da premessa ed epilogo! E invece no, dai, tutto sommato sono andate alla grande. Peccato solo sian finite, cazzarola.
Ogni anno, durante il periodo estivo ed in particolare a ridosso delle grandi partenze, fioriscono copiose su tv e giornali le rubriche di consigli alimentari per impostare le ferie all'insegna del buon gusto e della leggerezza a tavola. Esperti nutrizionisti si prodigano nel suggerire i regimi dietetici più adatti alla stagione calda e articolano le strategie vincenti per evitare al turista gaudente il rischio di ritrovarsi a fine vacanza con qualche chiletto in più.
E proprio in quest'ottica anch'io avrei da suggerire alcune specialità culinarie che ben si adattano, per contenuto calorico e tempi di preparazione, ai ritmi solari e un pò sonnacchiosi delle vacanze d'agosto.
Abbacchio agostano ingr. un abbacchio bello tosto; latte; ghiaccio.
Prendete l'abbacchio e cuocetelo in abbondante acqua salata, poi sbattetelo in frigo per due giorni.
Tiratelo fuori bello fresco e frullatelo con cura aggiungendo latte e ghiaccio q.b.
Versate il composto in un bicchierone da frappè (va bene anche il boccale per la birra) e guarnite con bucce di qualcosa.
Avrete così ottenuto uno spuntino leggero e veloce, adatto a qualsiasi momento della giornata.
Cozze alla corsara. ingr. un paio di comode scarpe sportive; un certo allenamento alla corsa.
Andate al ristorante e prendete un tavolo abbastanza centrale. Dite al cameriere che state aspettando una persona, così non vi caga il cazzo per prendere le ordinazioni.
Aspettate che qualche vicino di tavolo ordini un'impepata di cozze, poi fate finta di andare in bagno. Quando vedete arrivare il cameriere con le cozze, correte dal tizio che le ha ordinate e avvisatelo che qualcuno sta cercando di scippargli lo stereo dalla macchina. Appena l'avventore sarà schizzato verso il parcheggio, strafocatevi quante più cozze possibile. Se il cameriere fa questioni ditegli che vi sembrava un peccato lasciarle raffreddare. Infine accertatevi di avere ben stretto i lacci delle scarpe, afferrate i crostini zuppi di sugo e schizzate via come lepri.
Un piatto da gustare in fretta.
MKT ingr. Maionese; Ketchup; Tabasco
Mischiate in parti uguali la maionese e il ketchup dentro una terrina, o un piatto fondo, o per terra se è pulito ma anche se non lo è, oppure nel lavandino o nella tazza del cesso. Aggiungete al composto la massima quantità di Tabasco che le vostre emorroidi possono sopportare.
Prendete del pane fresco, se ne avete, oppure vanno benissimo anche dei surrogati quali grissini, crackers, crostini, pan carrè... insomma qualsiasi cosa composta da farina e acqua e che non sia rimasta così tanto tempo nascosta nella dispensa da diventare verde di muffa (se i crackers si piegano in due senza spezzarsi vuol dire che hanno preso troppa umidità).
Prendete un pezzo di pane, pucciatelo nel composto e cacciatevelo in bocca. Continuate così fino all'esaurimento del composto, o del pane (i veri buongustai sanno gestire le quantità in modo da finirli contemporaneamente).
Fagioli alla SuperCirio ingr. una scatola di fagioli; uno spicchio d'aglio; un liquido a piacere purchè sia alimentare.
Mettete lo spicchio d'aglio a soffriggere in una padella con un poco d'olio, e appena avrà preso colore aggiungete i fagioli scolati dal liquido di conservazione. Mescolate un poco e coprite con un coperchio, dopodichè dimenticatevene completamente. Quando comincerà a diffondersi per casa l'odore di bruciato, chiedetevi chicazz'è che accende i fuochi a quell'ora; appena realizzate che si tratta dei vostri fagioli, spegnete di corsa la Playstation e buttate sui fagioli semicarbonizzati il liquido a piacere (potrà essere acqua, birra, succo di frutta, caffè avanzato, etc) nel tentativo disperato di salvare la pietanza.
Lasciate rapprendere il brodo nerastro che si sarà formato, aggiustate di sale e servite i fagioli guarnendo con bicarbonato in capsule.
Nelle ventiquattr'ore successive evitate i luoghi chiusi ed affollati.
Il tuo vicino ha paura.
Anche l'autista del bus ha paura.
Ha paura il farmacista, l'edicolante, la signora col cane. E anche il cane.
Brad Pitt è in apprensione; anche Savino Pezzotta e juliana Moreira sono sgomenti.
Il tuo capo è addirittura terrorizzato.
E poi tua moglie, il tuo fidanzato, i tuoi amici, la compagnia del calcetto: hanno tutti paura.
Paura di essere in ritardo, paura di perdere qualcosa, paura di sbagliare, o di non farcela...
La mattina, quando ti svegli, per quanto spaventato tu possa essere, non ti preoccupare: gli altri hanno ancora più paura di te.
Ma allora com'è che funziona? Tutti in ferie tutti al mare, metà della popolazione italiana dovrebbe teoricamente essersi riversata nelle località di villeggiatura, e invece ieri sera tornando a casa ho trovato lo stesso traffico-porcaio di sempre.
O ci sarà un esodo di massa nel prossimo weekend, altrimenti qualcuno non la sta raccontando giusta.
Non ci sono. Ancora non ci sono. Nel senso che son qui, ma la testa è altrove. Forse sento l'aria di vacanza. Oppure sono ancora mentalmente in spiaggia. Una settimana, una sola settimana, volata via come un lampo. Ma goduta, eccome se me la son goduta.
Basterebbe l'aumento di peso a dimostrarlo. In effetti, oltre all'abbronzatura, la settimana di mare mi ha lasciato addosso anche un paio di chili in più, figli dell'ottima cucina romagnola.
Per buttarli giù ho deciso di adottare il seguente regime alimentare:
colazione: caffè e acqua minerale
pranzo: niente
cena: niente.